tv verità



2
agosto

DOTTORI IN PRIMA LINEA: UN REALITY CHE EMOZIONA PER DAVVERO (ANCHE CAROLINA DI DOMENICO)

Carolina Di Domenico, Dottori in prima linea

C’è un “reality” che emoziona per davvero. Che riempie il cuore di sensazioni profonde e poi le lascia fluire. E’ quello che ha trasmesso ieri sera La7, durante Dottori in prima linea. Tra i temi trattati, il programma di divulgazione medica condotto da Carolina Di Domenico  ha parlato di gravidanza e ha mostrato il video di un parto avvenuto in casa. I telespettatori hanno visto una nascita in diretta tv, partecipando così alla trepidazione di un momento molto speciale. Come precisato prima della loro messa in onda, le immagini proposte sono state girate nell’ambito di un documentario. Dunque, nessuna spettacolarizzazione ambigua sullo spettacolo della vita.

Dottori in prima linea ha seguito e commentato le fasi del travaglio di mamma Maria, fino alla nascita del suo Daniel. Come di consueto, il programma di La7 ha alternato le immagini alle considerazioni degli esperti presenti in studio. Ieri sera, però, ad un tratto le parole hanno lasciato lo spazio alle emozioni senza voce. Durante le sequenze più intense del video, quando il parto era imminente, gli occhi di Carolina Di Domenico tradivano una commozione sincera. ”Scusate, è più forte di me. Avevo già visto le immagini ma…“ ha detto la giovane conduttrice. Carolina è già mamma, e tra pochi mesi lo diventerà per la seconda volta: auguri. Ecco il perchè di quella lacrima trattenuta a fatica.

Con i primi vagiti del neonato Daniel, il conivolgimento – visibile anche nel pubblico - si stemperava e il flusso di emozioni cedeva nuovamente il posto alle osservazioni mediche. Ieri sera il reparto dei dottori in prima linea ha iniettato una forte dose di sensazioni nelle vene dei spettatori a casa, regalando un’imprevista aritmia alla scaletta del programma. La commozione di Carolina di Domenico, così dolce piena di pudore, non ha tuttavia alterato i valori della divulgazione e anzi, li ha in qualche modo sottolineati e distinti. La7 ha così riportato il concetto di tv verità alla funzione originale, dopo mesi in cui abbiamo assistito ad una sua distorsione.




16
giugno

MATRIX: ‘ZIO’ MICHELE MISSERI TORNA NEL ‘GARAGE DEGLI ORRORI’. PER VINCI LE CRITICHE DEI COLLEGHI SONO FRUTTO DI “FRUSTRAZIONE PROFESSIONALE”

Michele Misseri e Sabrina (via Panorama)

Ancora lì, a parlare di morte. A raccontare come si strangola una bambina. Michele Misseri torna sul luogo del delitto, in quel “garage degli orrori” dove, secondo la sua ultima confessione, il 26 agosto scorso avrebbe ucciso la piccola Sarah Scazzi. Lo accompagnano le telecamere di Matrix, pronte a raccogliere la sua testimonianza, ad ascoltare una versione dei fatti che gli inquirenti ritengono inattendibile. Secondo i pm, a commettere l’omicidio sarebbero state sua figlia Sabrina e la moglie Cosima Serrano, attualmente detenute nel carcere di Taranto. Ma zio Michè insiste, e grida in tv la sua colpevolezza: “Sarah l’ho uccisa io, giuro“. Va in onda una nuova puntata dell’Avetrana show, macabro ed impietoso reality.

Ieri sera il programma condotto da Alessio Vinci ha trasmesso un’intervista in cui Misseri ha mostrato alla giornalista Ilaria Cavo il “luogo del delitto” e ricostruito le fasi più cruente del misfatto. L’uomo ha portato le telecamere davanti alla porta che collega il garage alla sua abitazione, giustificando il ritrovamento di alcune macchie di sangue sullo stipite con la supposizione che un inquirente si fosse ferito nel tentativo di aprirla. Poi ha raccontato dello strangolamento di Sarah, del suo cellulare caduto a terra e della decisione di occultarne il corpicino. Una versione piuttosto controversa che gli investigatori ritengono zeppa di incongruenze

Infatti Misseri ha ritrattato più volte il suo racconto, e anche le intercettazioni effettuate sembrano tradirlo. “A chi ti riferivi quando, parlando da solo in auto, hai detto: ‘Li scoprirò’ ?” domanda Ilaria Cavo. Zio Michè si impappina, dichiara di aver detto “mi scoprirò“, anzi è convinto di non ricordare proprio. Si chiede come mai nessuno gli creda e pensa in continuazione alla moglie e alla figlia detenute. E quando la giornalista gli ricorda che ora Sabrina può rischiare l’ergastolo afferma: se la situazione non si risolverà “la farò finita“. Sembra intenda sul serio, anche quando aggiunge di aver preparato e nascosto un veleno mortale da qualche parte.


26
febbraio

TROVATO IL CADAVERE DI YARA, MENTRE AD AVETRANA IRROMPE CORONA. ORA LA TV NON FACCIA DA AVVOLTOIO

Yara Gambirasio

Il suo cadavere è stato rinvenuto in un campo incolto, fra l’erba alta. E’ finita in tragedia la scomparsa di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra svanita nel nulla lo scorso 26 novembre. A scoprire il corpo della ragazza sarebbe stato un uomo che si trovava per caso nella zona di campagna tra Madone e Chignolo d’Isola, nella bergamasca. Ora, mentre gli accertamenti scientifici confermeranno o meno l’identità della giovane, i riflettori dell’informazione televisiva si riaccendono su una storia che aveva già appassionato e commosso l’opinione pubblica, per poi passare volutamente in secondo piano durante le ricerche degli investigatori. Non si era più parlato di Yara: a richiedere il silenzio stampa erano stati proprio i suoi genitori.

I signori Gambirasio non volevano che il loro dolore venisse trasmesso in diretta tv, che le loro lacrime si trasformassero in uno spettacolo straziante dato in pasto al circo mediatico. La tv verità informa e racconta la vita in presa diretta ma, per un un gioco perverso, può anche trasformarsi in voyeurismo senza pudore. L’Italia intera si era accorta di questa pericolosa dualità davanti all’omicidio di Sarah Scazzi, la quattordicenne di Avetrana uccisa lo scorso 26 agosto. Quel caso, amplificato e drammatizzato dai media, ci ha svelato un Paese di teleguardoni da obitorio, di giornalisti invadenti, capaci di sguazzare nel dramma con agghiacciante abilità. Mattino, pomeriggio, sera… ad ogni ora del giorno la tv ci ha proposto aggiornamenti “esclusivi” sulla morte della “piccola” Sarah. Eravamo tutti là, con il muso dentro al garage degli orrori di zio Michele Misseri.

Ora il caso di Avetrana è tornato a far discutere, con nuovi arresti da parte degli inquirenti e con l’arrivo puntuale dei soliti avvoltoi dello scoop. Proprio oggi a casa Scazzi si è materializzato Fabrizio Corona, con l’intenzione di strappare a mamma Concetta un’intervista per  Domenica Cinque. Il “fotografo dei vip” si sarebbe introdotto nell’abitazione passando dalla finestra (circostanza però smentita dal paparazzo) e avrebbe offerto alla signora Serrano 50-100mila euro per le sue dichiarazioni. Intimidita dalla ‘irruzione’ improvvisa di Corona, la mamma di Sarah avrebbe incaricato i legali della famiglia di sporgere denuncia per violazione di domicilio.





8
dicembre

LA SCOMPARSA DI YARA E LA DIGNITA’ DEL DOLORE. LA TV VERITA’ DOPO IL CASO SCAZZI

Yara Gambirasio

Non è la storia della piccola Sarah. Ma passano i giorni e sembra già di vivere un bruttissimo déjà vu. La scomparsa di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra svanita nel nulla da ormai dieci giorni, è ancora avvolta nel mistero e mentre continuano le sue ricerche nella fredda Bergamasca il pensiero di molti torna ad un altro incubo cominciato nello stesso modo. Era il 26 agosto scorso e ad Avetrana si perdevano le tracce di Sarah Scazzi, rinvenuta morta e sfregiata dopo 42 giorni. Una vicenda tragica la sua, finita nel più orribile dei modi e seguita con spasmodico interesse dalla televisione che senza pudore l’ha trasformata in un macabro reality. Oggi la cronaca ci racconta di Yara, e i riflettori del circo mediatico si accendono su di lei, sull’apprensione e il dolore di chi spera di trovarla.

Dov’è finita Yara? Chi l’ha portata via? La tv verità si è subito interessata a questa storia, le ha offerto le sue telecamere e i suoi microfoni invadenti per darle spazio e raccontarla in presa diretta. Così le stesse trasmissioni che hanno seguito ora dopo ora la vicenda di Sarah Scazzi hanno ‘alzato il sipario’ su quella ragazzina di Brembate di Sopra che “ama la danza e gioca ancora con le bambole“. Via con i dibattiti in studio, i collegamenti, le ipotesi, gli aggiornamenti dei programmi pomeridiani, dalla Vita in diretta a Pomeriggio Cinque. Nei palinsesti serali Chi l’ha visto? e Quarto Grado non potevano certo trascurare la vicenda, per vocazione. La trasmissione di Salvo Sottile ha pensato anche a una puntata con le storie di Yara e Sarah, assieme. A Porta a Porta, invece, gli ultimi sviluppi investigativi dopo la scarcerazione del marocchino accusato di sequestro di persona e omicidio.

Stavolta nel salotto di Bruno Vespa non si è visto nessun plastico da sezionare, ma sono rimaste le interpretazioni dello psicologo Paolo Crepet, impegnato a tracciare il profilo del “mostro” che avrebbe ingannato la fragile” Yara, per portarla con sè. Supposizioni, parole. Intanto a Brembate Sotto cerca e le speranze di trovare la ragazza viva si affievoliscono col passare dei giorni. Dopo l’orrore di Avetrana il pubblico segue la vicenda con il fiato sospeso: il piccolo schermo questo lo sa bene. Yara come Sarah? Il desiderio è che non sia così ma sembra quasi che certa tv (la solita) cerchi di cavalcare la tensione, sfruttando intenzionalmente quella paura di un triste déjà vu. Non è così che si rispetta la dignità di un dolore.


19
ottobre

CASO SCAZZI, ORA IL VERO ORRORE SONO I TELEGUARDONI E I GIORNALISTI DA OBITORIO

Sarah Scazzi e Sabrina Misseri

La telecamera si avvicina piano, indugia sui particolari: ecco il garage degli orrori, dove l’orco Michele Misseri ha ucciso la piccola Sarah Scazzi. E tutti lì a guardare, occhi sgranati, a immaginare gli indicibili orrori che il mostro è riuscito a compiere. Lo spettacolo macabro va in onda senza pudore, invadente e morboso, a qualsiasi ora. C’è anche qualcuno che si indigna in diretta -”vergogna, non si fa!“- ma è per finta, perchè in fondo un omicidio come questo non capita tutti i giorni. Così Avetrana è diventata il centro del mondo, tra riflettori e microfoni, luogo di pellegrinaggio dei teleguardoni da obitorio.

Ci avevano scosso e fatto riflettere gli occhi vitrei e l’espressione di mamma Concetta, che davanti alle telecamere di Chi l’ha visto? apprendeva la notizia della possibile morte di sua figlia. Tolleravamo a fatica il dover assistere alle ricostruzioni del delitto sulla base delle ammissioni confuse dell’assassino; da incubo vedere la morte di Sarah alla moviola. E che tristezza le interviste ai familiari distrutti dal dolore, i giudizi sommari di alcuni giornalisti e certe opinioni buttate lì giusto per cavalcare l’evento. Credevamo si fosse toccato il fondo, parlavamo di spettacolarizzazione del dolore ma eravamo solo all’inizio.

Con il passare dei giorni la morte della dolce Sarah è passata in secondo piano, eppure il caso Scazzi non è stato abbandonato per un attimo, anzi ha riempito i palinsesti per soddisfare il voyeurismo dei telespettatori. E non parliamo di poche persone, ma di un pubblico reale e ben nutrito che ha fatto schizzare in alto gli ascolti dei programmi di approfondimento. Gli appuntamenti con Quarto Grado, le “esclusive” di Domenica Cinque e dell’Arena di Giletti, le rivelazioni di Matrix e Porta a Porta e i collegamenti in diretta da Avetrana ogni tre minuti. Il parere del criminologo, della sessuologa e dello psicologo, il commento del giornalista e la reazioni del pubblico in studio. Nonostante gli approfondimenti alla cronaca si potessero esaurire nello spazio riservato ai notiziari, la vicenda è diventata onnipresente. Tutti a parlarci sopra per intere giornate, a ricamare sul dolore oltre misura, senza vergogna.





7
ottobre

CHI L’HA VISTO?: SARAH SCAZZI E’ STATA UCCISA, LA MADRE APPRENDE LA NOTIZIA IN DIRETTA TV [VIDEO]

Chi l'ha visto? rivela la morte di Sarah Scazzi

Tutti a casa dell’assassino. Accomodati  là, in quel suo salotto troppo piccolo perchè il dolore per una ragazza uccisa a quindici anni potesse restare un fatto privato. La chiamano tv verità. Trasmette emozioni in presa diretta, ti presenta la morte come uno spettacolo in cui il dovere di informazione e la pietà umana si scambiano i ruoli. E’ un un gioco perverso. Ieri sera Chi l’ha visto? ha cercato l’esclusiva giornalistica e si è trovato in mezzo al dramma, unica trasmissione a raccontare l’omicidio della giovane Sarah Scazzi. L’hanno ammazzata, forse è stato lo zio, lo zio ha confessato… Le notizie si susseguivano e l’incubo diventava (tv) realtà, soprattutto per la madre della ragazza, collegata in diretta con Federica Sciarelli dalla casa di zio Michele Misseri, che intanto sotto torchio in Procura ammetteva: l’ho violentata e poi l’ho strangolata.

Può una madre apprendere in diretta tv che sua figlia è stata uccisa? Ieri sera in tanti hanno cercato una risposta a questo interrogativo nel volto impassibile e negli occhi vitrei di Concetta Serrano, che con il passare dei minuti comprendeva la sorte della sua Sarah assieme a milioni di spettatori. La Sciarelli intanto cercava conferme ufficiali sulla morte della ragazza e sull’identità dell’assassino, leggeva dispacci d’agenzia scoraggianti e tornava nuovamente nel salottino, dai parenti impietriti. Una situazione sempre più tesa e paradossale al punto che la stessa conduttrice ha poi chiesto alla signora Concetta se preferiva allontanarsi dalla casa. “E’ meglio” ha detto la madre di Sarah con un filo di voce.

Il confine tra informazione e privacy è così diventato sottilissimo, il dolore di una famiglia, ripreso e amplificato dalle telecamere, ha coinvolto l’intero pubblico. E’ la tv verità, cinica e spietata. Chi l’ha visto? ha spettacolarizzato il dramma o invece ha solo esercitato il suo dovere di cronaca? Dal punto di vista televisivo il programma ha offerto un servizio giornalistico completo, ma in alcuni casi non c’è informazione che tenga: il rispetto della dignità delle persone e il buon gusto devono avere assoluta precedenza. Per questo indugiare sul volto della madre di Sarah e proseguire la diretta dalla casa di quello che si sarebbe rivelato l’assassino sono state scelte discutibili, umanamente insopportabili.