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giugno

SUSAN BOYLE: LA FAVOLA DELLA CASALINGA BRUTTINA CHE CERCAVA UN RISCATTO. E DIVENNE VITTIMA

Susan Boyle - Britain’s Got Talent

Dicono che raggiungere la fama da piccoli, o comunque da giovanissimi, possa essere molto pericoloso. E se l’affermazione fa subito venire in mente personaggi come Britney Spears ed Amy Winehouse, viene anche da pensare a tutti gli altri che, invece, il successo lo hanno retto e gestito pure bene.

Susan Boyle ha raggiunto la fama a quarantasette anni, dopo una vita da casalinga in clausura, passata ad accudire la madre e trascorsa (a suo dire) senza avere nemmeno avuto la possibilità di baciare un uomo. E’ bruttina Susan Boyle, e la prima volta che le telecamere si sono accese su di lei nello show record di ascolti “Britain’s got Talent” era inevitabile notare che si vestisse anche malissimo. Un brutto anatroccolo in piena regola. L’ennesima Ugly Betty in attesa di una favola che possa vederla trasformata e ambita da tutti nelle pagine del lieto fine. E invece la storia televisiva di Susan Boyle è stata intensa ma non così bella, se ne si tirano le somme; e se dovesse limitarsi agli strascichi della finale del talent che l’ha vista protagonista, sarebbe anche molto breve.

Ancor prima di aprir bocca, Susan fu derisa, per il semplice fatto di esser bruttina. Subito dopo ha suscitato stupore, per quel talento che era nascosto sotto quell’abito fuori moda. E’ bastata una sola esibizione e, complice youtube e l’immediatezza della rete, il successo è stato pressochè mondiale. I tg di tutto il mondo se ne sono occupati, Facebook ha fatto la sua parte, trasformando “Britain’s Got Talent” nel reality della signora Boyle, un reality senza confini geografici. La casalinga ugola d’oro faceva notizia. Come solo Jade Goody prima di lei aveva saputo fare con la sua morte. Adesso SuBo, come è stata soprannominata dagli inglesi, è in cura in una clinica di Londra, a causa dello stress accumulato in gara. Dopo aver perso la finalissima dello show, per Susan, nella seconda fase della sua vita, non ci sono talk show o palchi sui quali cantare, ma un letto d’ospedale.