Ci ha stancato. Con quel suo fare fazioso e sopra le righe (parolacce incluse), le liti con i suoi allievi corredate da ammiccanti occhiolini, il suo snobismo verso gli altri due giudici e verso il pubblico stesso del programma. Spesso poco divertente e, al contempo, sempre poco divertito. Morgan ci ha definitivamente stancato.
E pensare che l’arrivo di Marco Castoldi a X-Factor, per tutti Morgan, lo salutammo, due anni or sono, con stupore ed entusiasmo, tanta la cultura, musicale e non, che era capace di sciorinare e farci condividere. E pensare, di contro, che il ricordo che potevamo averne era quello, seppur appannato, del front-man di una band abbastanza di nicchia, quale i Bluvertigo. Una band non per le grandi masse, ma, piuttosto, che godeva nel piacere a pochi eletti. La prima impressione – è il caso di dirlo – è spesso quella giusta.
Questa terza edizione, infatti, lo vede sproloquiare a briglia sciolta, senza freni e senza nessuno che lo freni. Ma più in difficoltà e più adirato del solito. “Perché mai?” ci sarebbe da chiedersi. Perché il ruolo che ora si trova a dover ricoprire non è quello a lui più congeniale.