renzo martinelli



11
luglio

SEPTEMBER ELEVEN 1683: IN ARRIVO AL CINEMA E IN TV “L’EREDE” DI BARBAROSSA

Renzo Martinelli

Il clamoroso flop ottenuto al botteghino e in tv con il film Barbarossa non sembra essere di buon auspicio. La pellicola diretta da Renzo Martinelli, incentrata sulle gesta di Alberto da Giussano, con tanto di cameo di Umberto Bossi nei panni di un nobile lombardo, è stata un vero e proprio bagno di sangue. Un flop da circa 30 milioni di euro, finanziato da RaiCinema e RaiFiction con il sostegno del ministero dei Beni Culturali, peraltro ampiamente prevedibile. Nonostante ciò, a firma dello stesso regista e co-prodotto dalla Rai, è già in fase di lavorazione avanzata un altro epic movie dedicato questa volta alla figura del frate Marco D’Aviano.

La pellicola, intitolata September Eleven 1683, sarà un kolossal in cui si narrerà l’assedio turco a Vienna nel 1683 e la resistenza che il frate francescano riuscì ad organizzare, coalizzando un gruppo di principi cristiani che sconfissero gli invasori in un’epica battaglia. Una figura storica, quella di d’Aviano, che per i leghisti rappresenta una sorta di simbolo della difesa dei valori cristiani in chiave anti-Islam. Ed è qui che cominciano i primi problemi. Il film, prodotto anche in questo caso con doppia distribuzione al cinema e in tv, è stato, infatti, già tacciato di anti-islamismo.

Alle inevitabili polemiche di carattere religioso si sono ben presto aggiunti numerosi malumori sui finanziamenti statali ottenuti. Secondo il quotidiano Il Piccolo di Trieste, la pellicola usufruirà di un finanziamento regionale di ben 150 mila euro. La somma sarebbe stata inserita in un maxiemendamento riservato ai finanziamenti avanzati da Pdl, Lega, Udc.




15
dicembre

CARNERA, UN PUGILE DIVENUTO LEGGENDA

Carnera @ Davide Maggio .it

Debutta questa sera, in prima serata, su Canale 5, “Carnera, il campione più grande”, “film evento” volto a ricostruire la straordinaria parabola esistenziale di un uomo che ha indelebilmente segnato la storia sportiva, e non solo, del nostro Paese. Un uomo esemplare, Primo Carnera, campione nello sport così come nella vita, un uomo che non si è mai arreso di fronte agli ostacoli, numerosi e insidiosi, che la vita ha seminato sul suo cammino. Chiunque, al suo posto, sarebbe uscito irrimediabilmente provato e privo di forze da un’infanzia segnata da stenti e privazioni, non lui, però, che, al contrario, seppe trasformare quella sofferenza in ostinata caparbietà e insopprimibile desiderio di ottenere, presto o tardi, l’agognato riscatto.

Il film, diretto dall’ottimo Renzo Martinelli, mette in luce oltre che le indubbie qualità atletiche di un colosso alto due metri (che meritò, proprio in virtù della sua monumentale fisicità, l’appellativo di “la montagna che cammina”), anche e soprattutto l’elevata statura morale di un combattente, profondamente legato ai suoi affetti, di un gigante che, animato da uno spirito di sacrificio fuori dal comune, si fece fiero sostenitore di antichi e nobili valori. Non a caso, infatti, la sua gloriosa figura fu, astutamente, sfruttata da Mussolini, che ne fece un vero e proprio modello antropologico, un potente strumento di propaganda, un motivo di vanto per il suo regime.

Un film intenso, questo, in cui Martinelli non nasconde di aver riposto importanti finalità etiche (così come nelle sue precedenti opere “Piazza delle cinque lune” e “Vajont”) che spera possano toccare soprattutto le corde dei cuori dei giovani di oggi affinché essi, dal racconto della vita di un uomo divenuto leggenda, comprendano la vacuità di una morale, quella moderna, sempre più, egoisticamente, improntata all’hic et nunc.