La Melevisione



21
gennaio

GRAFFITI, 15 – 21 GENNAIO: EMILIO FEDE ANNUNCIA LO SCOPPIO DE LA GUERRA DEL GOLFO. AL VIA AGENZIA MATRIMONIALE

Agenzia Matrimoniale

Lo scoppio della guerra del Golfo e le curiose direttive della Rai, il debutto di Agenzia Matrimoniale su Canale5, la nascita de La Melevisione, il celebre varietà Giardino d’Inverno, che segnò l’arrivo nella tv italiana delle gemelle Kessler, le sfide tra Baudo e Bongiorno con i quiz preserali, ed ancora Quei 36 gradini, storico sceneggiato Rai con protagonisti dei giovanissimi Elena Sofia Ricci e Claudio Amendola, sono solo alcuni degli argomenti del nuovo appuntamento a tutto amarcord con Graffiti. Vediamo cosa è accaduto in passato, in tv, nei giorni che vanno dal 15 al 21 gennaio.

15 Gennaio 1992: Scoop per Michele Placido

Smessi i panni del commissario Corrado Cattani, eroe della Piovra, Michele Placido interpreta un giornalista-poliziotto pronto a indagare e a sedurre le colleghe nella fiction Scoop. La serie è composta di sei puntate e vede dietro la macchina da presa Josè Maria Sanchez; nel cast figurano Alessandra Acciai, Federica Moro, Simonetta Stefanelli, John Savage e Maurizio Donadoni. La prima parte delle avventure del reporter d’assalto Marco Bonelli, in onda martedì 14 gennaio su Rai2, viene vista da 8.064.000 spettatori (share del 27.85%), mentre, mercoledì 15 gennaio, la seconda parte della fiction porta a casa 7.727.000 spettatori (share del 26.43%).

16 Gennaio 1989: Canale5 apre la sua Agenzia Matrimoniale

Lunedì 16 gennaio 1989 alle 15,00 su Canale5 prende il via Agenzia Matrimoniale, un nuovo appuntamento dedicato ai cuori solitari in cerca dell’anima gemella. Gli spot mandati in onda sulle reti Fininvest, nelle settimane precedenti la partenza della trasmissione, hanno ottenuto un insperato successo. La redazione è stata, infatti, invasa da migliaia di lettere con richieste di partecipazione. Padrona di casa è Marta Flavi, all’epoca compagna di Maurizio Costanzo. Quest’ultimo è il produttore della trasmissione con la sua società Fortuna. Sulle pagine de La Repubblica, il giornalista dichiara:

“Abbiamo colto al volo l’occasione di aprire un’altra finestra sul costume e sul privato degli italiani, inaugurando un nuovo percorso nato, ci pare, soprattutto all’insegna della televisione di servizio. Non solo. Questo programma, che mette in campo veri personaggi, veri sentimenti, storie vere e non figuranti truccati da moglie e marito per fare spettacolo con qualche scaramuccia familiare, é in qualche modo anche la nostra risposta alla televisione dei quiz che sul rilancio della convivenza, legalizzata o no, ha costruito un fiume di trasmissioni all’insegna dei luoghi comuni. Qui non vedrete abiti bianchi, né coppie finte. Tutto avviene come in una regolare agenzia matrimoniale”.

La trasmissione, inizialmente prevista per sole 48 puntate, diventa un appuntamento fisso del palinsesto di Canale5, rete in cui va in onda sino a venerdì 7 aprile 1995. Da lunedì 10 aprile, complice un calo di ascolti, dopo circa 2000 puntate, il programma trasloca alle 16.20 su Rete4. La Flavi non prende però benissimo la notizia del cambio di rete.

Da Il Corriere della sera del 30 marzo 1995




26
novembre

LA MELEVISIONE: LA RAI DISTRUGGE IL FANTABOSCO!

Quel che rimane del Fantabosco

Alla fine Sciupafiabe ha avuto la meglio, verrebbe da dire. Ma questa volta il terribile mangia-storie che per anni ha terrorizzato gli abitanti del Fantabosco non ha nessuna colpa. A “distruggere” i sogni di un’intera generazione cresciuta con La Melevisione è stata, infatti, Mamma Rai, una mamma-matrigna che non sembra avere a cuore i suoi piccoli spettatori. I fatti risalgono allo scorso giovedì, quando nel cortile del centro di produzione Rai di Torino, appaiono abbandonate sotto la pioggia le scenografie della storica trasmissione per bambini. A denunciare con tristezza il fatto, documentando il tutto con delle foto su Twitter, è Lorenzo Branchetti, alias Milo Cotogno, il folletto padrone di casa del Fantabosco.

Le foto, che ritraggono ampi pezzi della ricca scenografia del programma, smontati e malamente accatastati, hanno fatto presto il giro dei principali social network, creando il disappunto di tantissimi ragazzi e le proteste di numerosi genitori, che dal 1999 hanno potuto contare sulla compagnia di un programma creato a misura di bambino, fiore all’occhiello della tv dei più piccoli. C’è chi ha lanciato degli hashtag su twitter come #nondistruggiamoilfantabosco, e chi invece si è chiesto perché le allegre e colorate scenografie, anziché essere distrutte, non siano state donate a strutture come asili o centri ricreativi per bambini.