Inter



6
agosto

MILAN-INTER VALE LA SUPERCOPPA, RAI1 CERCA DI NON RIPETERE GLI ‘INCIDENTI’ DEL 2009

Supercoppa Italiana - Tifosi dell'Inter in Cina

L’attesa sale, la temperatura si alza e i numeri (auditel) diventeranno sempre più grossi. Non stiamo parlando dell’ennesimo bollettino meteo fornito dai solertissimi colonnelli televisivi ma dell’attesa per la finale di Supercoppa Italiana, il trofeo che mette di fronte la squadra vincitrice della Serie A e quella che ha alzato al cielo la Coppa Italia nella stagione precedente. Il calcio d’inizio previsto per le 14 di oggi mette di fronte le due fazioni opposte di Milano, Milan e Inter si contendono il primo titolo della stagione.

L’(insolito) orario è dovuto all’inedita location (in Cina saranno le 20) ma nonostante la data coincida con l’inizio delle vacanze per tantissimi lavoratori, è molto probabile che la curva d’ascolto di Rai1 raggiungerà picchi d’ascolto prossimi al 50% di share. D’altronde il precedente di due anni fa è abbastanza confortante: l’8 agosto di due anni fa, sempre alle 14, ben 4.165.000 spettatori (34.22%) assistettero al trionfo Pechinese della Lazio di Ballardini sull’Inter di Mourinho che di lì a qualche mese fece man bassa di trofei nazionali ed internazionali.

Televisivamente parlando, si tratta di un match trasmesso in esclusiva assoluta da Rai Sport (quindi vidibile da tutti i comuni mortali) e l’auspicio è che la copertura dell’evento sia migliore di quanto non avvenuto nel 2009 quando, in un’ottica di taglio dei costi, il servizio pubblico non spedì in loco i poveri Carlo Nesti (allora telecronista dell’evento) e la seconda voce Salvatore Bagni. I due poveri malcapitati commentarono la partita dagli studi di Viale Mazzini davanti a uno schermo e l’effetto fu, a voler essere benevoli, tragicomico.




29
aprile

JOSE’ MOURINHO VINCE LA FINALE DELLA COMUNICAZIONE SPORTIVA IN TV

Due prodigi in un colpo solo, roba da far schiattare d’invidia il mago Silvan. Ieri sera Josè Mourinho ha raggiunto un primato che non si era mai visto nemmeno allo Show dei Record: portare la ‘sua’ Inter in finale di Champions League dopo 38 anni e diventare il fuoriclasse più discusso della comunicazione sportiva in tv. A dirla tutta i modi inusuali dell’allenatore portoghese, con quelle battute laconiche e fulminanti, quegli sguardi di fuoco e certi inquietanti silenzi, ci avevano stregati già da tempo. Uno così o si ama o si odia. Ma ieri sera nel partitone di semifinale contro il Barcellona è avvenuta la consacrazione. Novanta minuti con nervi a fior di pelle, sudori freddi e principi di infarto. Poi il fischio finale e la soddisfazione trasformatasi in pomiciata mediatica tra Mourinho e i tifosi. Niente di sconcio, anzi. Le telecamere hanno ripreso tutto, alla faccia dei rosiconi italiani e spagnoli.   

I volti di Josè, ‘aMourinho’ nostro. Strafottente, ombroso, esigente, cinico: l’allenatore dell’Inter è uno che, come si dice, buca lo schermo. Mourinho è un personaggio che mancava davvero al mondo dell’informazione sportiva italiana, fatta spesso di interviste del tutto noiose e prevedibili. Il tifoso ne aveva piene le tasche di sentire commissari tecnici e calciatori concedere alle telecamere le solite dichiarazioni trite e ritrite, che non significano nulla. “Una buona partita, sono soddisfatto per la squadra, non tanto per me. Penso al prossimo match, il campionato non è ancora finito”: che barba che noia, che noia che barba. In quei tristissimi momenti qualcuno ammette di aver cambiato canale e di essersi imbattuto in una telepromozione di materassi, trovandola molto più avvincente. Da Materazzi al materasso il passo era breve.

C’è voluto Mourinho per mandare a quel paese il calcisticamente corretto in tv. Sin dalle prime conferenze stampa l’uomo ci ha stupiti, regalando alle telecamere irresistibili siparietti ed esternazioni al fulmicotone. Il ‘mago’ Mou ha preso a schiaffi le tacite prassi della comunicazione sportiva. Tra le sue performance ricordiamo l’espressione “zero tituli” (ormai un cult), l’accusa contro la “prostituzione intellectuale” di certa stampa, i monologhi di fuoco e le battutine a tradimento in diretta tv. E infine lo show di ieri sera, nella semifinale di Champions.