Bibi Ballandi



26
agosto

EMANUELE FILIBERTO MIGRA A RAIDUE DOPO LA TRIBU MISSIONE INDIA

Emanuele Filiberto, Paola Perego,Barbara D’Urso 

Esser contesi ed aver la forza e il coraggio di dividersi, pur di prendere tutte le possibilità che la vita ci offre, nessuna esclusa. Potrebbe essere questa la filosofia che muove le scelte professionali di Emanuele Filiberto di Savoia, pronto a concedersi a Rai, Mediaset e alla politica, senza dover mai rinunciare a nessuna delle opzioni, e senza dare a noi scampo alcuno.

Così, il nobile prestato alla televisione, racconta a Diva e Donna i suoi progetti per il futuro, in primis confermando la partecipazione al reality La Tribù - Missione India, condotto da Paola Perego: “Non rinuncio a partecipare al reality di Canale 5, non vedo perche’ dovrebbe togliermi credibilita’. Puo’ solo arricchirmi“. E a quale tipo di ricchezza faccia riferimento il nobile concorrente non è ci è dato di sapere. Ciò che apprendiamo dall’intervista, però, è che lui proprio non ha intenzione di fermarsi a questa partecipazione, impegnatissimo, ahinoi, a costruirsi una solida carriera all’interno del tubo catodico. E nonostante la sua presenza fosse data certa all’interno del cast del contenitore domenicale di Barbara D’Urso, Emanuele Filiberto stupisce tutti e fa il salto, che sia o meno di qualità lasciamo a voi giudicare.

Nonostante abbia deciso di non seguire il consiglio dell’amico Bibi Ballandi, che vedendo in Emanuele enormi potenzialità gli sconsigliava caldamente la partecipazione al reality, ha comunque deciso di prendere ciò che il produttore gli ha offerto: “Saro’ su Mediaset da settembre a novembre, poi sono pronto per il nuovo programma, Manuale D’amore, che dovrebbe partire a gennaio su Raidue: uno non esclude l’altro. Prima del reality ho ricevuto anche altre due proposte una in Francia per un talk show condotto da me e una in Inghilterra“. Ma lasciare un paese in cui con fatica il nobile si è conquistato un piccolo podere catodico non sarebbe stato evidentemente saggio: ecco dunque servito il real tentativo di essere ovunque ed esserci comunque. Perchè soltanto con solide basi da prezzemolino tv, Emanuele Filiberto potrebbe pensare di lasciare la politica.




19
agosto

EMANUELE FILIBERTO CONTESO TRA RAI E MEDIASET: BIBI BALLANDI VUOLE STRAPPARLO ALLA TRIBU’ DI PAOLA PEREGO PER “MANUALE D’AMORE” SU RAIDUE

Emanuele Filiberto (Rai - Mediaset)

Non tutto è ancora definito per il cast de La Tribù – Missione India, il nuovo reality di Paola Perego in partenza a settembre su Canale 5. Se solo ieri facevamo nuovamente l’appello e davamo seguito alle voci che vorrebbero tra i vip pronti a sbarcare in terra indiana una Susanna Messaggio al posto dell’infortunato Andrew Howe (qui l’elenco di tutti i concorrenti), è notizia di oggi che il pezzo da 90 della partita potrebbe essere tentato dalle sirene di mamma Rai.

Stiamo parlando di Emanuele Filiberto di Savoia, che dei balletti televisivi ne sta facendo una ragione esistenziale, nonché professionale. E se la scorsa stagione televisiva è passata dal flop de Il Ballo delle Debuttanti alla vittoria di Ballando con le Stelle, la prossima annata si presenta non meno ballerina.

Noi stessi abbiamo sorriso alla notizia che lo vedeva real(e)-concorrente della Tribù della Perego, ma capivamo che, ai tempi d’oggi, si deve far davvero di tutto per sbarcare il lunario e portare avanti una famiglia. Sangue nobile o meno. Oggi, al coro di dissenso per le scelte dell’erede di casa Savoia, si aggiunge Bibi Ballandi, che non vede di buon occhio questa sua ennessima svolta in salsa reality.


22
ottobre

GIGI, ANNA e BALLANDI, DUE CUORI E UNA CAPANNA TARGATA RAIUNO

Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo @ Davide Maggio .it

Due serate, in onda dal Palazzetto dello Sport di Fiuggi, prodotte da Bibi Ballandi. Questo il biglietto da visita del discusso evento televisivo che vedrà protagonisti il cantautore partenopeo Gigi D’alessio e la giovane compagna, la bella Anna Tatangelo.

Un doppio appuntamento del venerdì che andrà in onda sulla rete ammiraglia della Rai i prossimi 28 novembre e 5 dicembre, in prima serata. Il titolo non è ancora stato deciso, considerato che da quando è stata messa in piedi l’idea, la trasmissione avrebbe già cambiato più volte il nome che in origine doveva semplicemente chiamarsi “Gigi e Anna”.

Invece, al momento si è alla ricerca di qualcosa di più accattivante che possa ricreare il nido d’amore dei due noti musicisti nell’ambito del quale invitare i loro amici, prestigiosi ospiti nostrani come Pino Daniele, Andrea Bocelli e Giorgio Panariello e star internazionali come Leona Lewis e Michael Bolton.





16
ottobre

BALLANDI TRASFORMA LA VANONI IN REGINA DEL SABATO SERA DI RAIUNO

Ornella Vanoni @ Davide Maggio .itBibi Ballandi porta in tv “la Signora della Mala” in uno show autocelebrativo, in perfetto stile prenatalizio, sulla prima rete della RAI.

E’ questo l’ultimo colpaccio messo a segno da uno degli organizzatori più influenti nell’ambiente televisivo attualmente alle prese con la preparazione di una prima serata del sabato, quella del prossimo 20 dicembre, tutta incentrata sull’oltre mezzo secolo di carriera di una delle maggiori interpreti della canzone italiana: Ornella Vanoni.

Il filo conduttore dell’evento verrà tratto dall’ultima fatica discografica della settantaquattrenne cantante milanese che sul palco di Rai1 proporrà alcuni duetti contenuti nel disco in uscita, “Più di me”. Vedremo sfilare quasi tutti gli artisti che hanno preso parte al progetto, eccetto Mina, tra i quali Eros Ramazzotti, i Pooh, Giusy Ferreri, Jovanotti, Claudio Baglioni, Gianni Morandi, Lucio Dalla, Fiorella Mannoia e Carmen Consoli.


29
settembre

LA SOAP OPERA DEI PALINSESTI IMPAZZITI

Non ho mai scritto un post che si limitasse a riportare pedissequamente gli scritti di qualche altro autore.

Avete presente, però, quando, leggendo un giornale, un blog o qualsiasi altra fonte di notizie condividi un articolo al punto tale da dire a Te stesso : “Ecco. Esattamente ciò che avrei scritto io“?

Aldo Grasso @ Davide Maggio .itUna sensazione grazie alla quale Ti sembra che ciò che stai leggendo sia la materializzazione dei Tuoi pensieri!

Bene! A me è capitato con l’articolo di Aldo Grasso (nella foto) che sto per riportarVi, pubblicato ieri sul Corriere della Sera.

Lungi da me il paragonare i semplici scritti di questo blog ad una penna elegante qual è quella del noto critico televisivo! Ci mancherebbe altro!

Parlo, fondamentalmente, dei contenuti, non della forma e non Vi nascondo che l’aver trovato, nell’articolo di Grasso, delle affinità di interpretazioni e di vedute con quanto ho scritto alcuni giorni fa e con ciò che penso su questa ”scostumata” questione, mi ha inorgoglito un po’! 

Oggetto di analisi è  l’ormai infinita “soap opera dei palinsesti impazziti”.

Buona Lettura 

Un sinistro scricchiolio sta allarmando i custodi del palazzo televisivo. Da dove proviene? Chi l’ha provocato? Lo scricchiolio è causato dalla follia dei palinsesti. Che ormai oscillano come trottole, mappe impazzite. Da tempo, sui giornali, l’inizio della prima serata di Canale 5 e Raiuno è segnalato alle 21. In realtà, non inizia mai prima delle 21.20.
Perché questo inganno? La seconda serata non esiste più, è slittata a mezzanotte. Gli show finiscono all’ una di notte, con buona pace di chi la mattina deve alzarsi. Un telefilm di successo come Dr. House viene brutalmente spostato causando la ribellione dei telespettatori; il programma di Bonolis va in prima serata, poi in seconda, poi viene collocato nella fascia preserale; Reality circus dal lunedì passa alla domenica, dalla domenica al mercoledì: una giostra. Le anomalie non finiscono qui, anzi paiono ben più profonde. Joe Petrosino vince ampiamente la serata di domenica 24 settembre con quasi sei milioni di spettatori, favorito dal clamoroso flop del reality di Canale 5 (3.104.000 spettatori, 16,38% di share, 5/6 punti sotto gli obiettivi della rete). Lunedì 25 Petrosino perde duecentomila spettatori e quasi il 5% di share, andando contro una logica sempre rispettata: ovvero che la seconda puntata di una fiction di successo va meglio della prima, per l’effetto valanga e per l’effetto persistenza, degli spettatori che hanno visto la prima. Ma qui entra in gioco la contro- programmazione de L’Onore e il rispetto, coi suoi 5.656.000 spettatori (22%), già accumulati nelle 4 puntate precedenti. Altri flop da palinsesto. Le quattro serate di Miss Italia, a dimostrazione di come ormai la manifestazione non sia più vissuta come evento. O l’inatteso insuccesso di Luca Barbareschi: Giorni da Leone 2, il seguito di una fiction in onda nel 2002. Allora fece il 20% di share, ma il seguito non funziona. La prima puntata (5 settembre) ha uno share di appena il 12,16 per cento, ridicolo per Raiuno. Tanto che si decide di sfilarla subito per sostituirla con una replica di Bartali.

Ma la situazione più clamorosa riguarda Paolo Bonolis. Fattore C, un format così collaudato e sperimentato da sembrare un plagio, floppa clamorosamente in prima serata: domenica 10 settembre supera il 23% di share ma la domenica successiva crolla al 17,61. Spostato nel preserale non fa di meglio, meno del 18% di share.

Programmi dislocati, orari oltraggiati, soppressioni improvvise, sforamenti abituali. Il palinsesto (dal greco palímpsèstos, «raschiato di nuovo», a significare l’originale programmazione trimestrale fatta di tanti fogli sovrapposti) è ormai inattendibile. Rispetto ai corrispettivi francesi (grille) e inglesi (schedule), il termine italiano sottolinea l’incessante lavoro di perfezionamento, ridefinizione, correzione cui è sottoposta la programmazione. Che può essere infatti continuamente rielaborata in rapporto agli obiettivi della rete (proprio come le antiche pergamene venivano continuamente corrette e riutilizzate). Ma la sensazione è che la nostra programmazione venga raschiata ogni giorno, senza sosta, da una mano insensata. Ciò che vediamo sul piccolo schermo corrisponde raramente a ciò che è riportato dalle guide ufficiali.

«Il palinsesto è matematica», sostiene Alba Parietti. Ha ragione. Ma il suo reality sa contare solo fino al 7 (di share). Gli esempi si sprecano, giusto per fornire una sismografia del terremoto in atto. Per Raiuno e Canale 5, come detto, il ritardo è cronico, e francamente anche un po’ ridicolo.

Non va molto meglio sulle altri reti, la litania dello sforamento si ripete. Il telefilm su Raidue e The Oc su Italia 1 iniziano con cinque minuti di ritardo, il film su Retequattro con quindici. Raitre è in orario, e anche La7 non sgarra. Però il programma di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni sfora volentieri. Nel maggio scorso ha ceduto la linea a Gad Lerner solo alle 21.43. Che non l’ha mollata prima delle 24.00. Per la disperazione di Piero Chiambretti, previsto con Markette alle 23.30. Siccome non è un caso isolato, il conduttore ha pensato di ribattezzare il suo programma Uno mattina Markette.
L’altra sera ha bevuto il calice amaro anche Bruno Vespa battuto da Enrico Mentana che aveva in studio Luciano Moggi (Moggi è la variabile impazzita del palinsesto: una volta era chiamato per rispetto adesso per alzare l’audience). Ma Vespa è stato costretto dal film di Raiuno a partire molto tardi. Da cosa dipende questa debolezza intrinseca della tv generalista, questa assurda partita a scacchi che denota mancanza di rispetto nei confronti dello spettatore? Alcuni impazzimenti sono dovuti alle logiche perverse dei palinsesti.

Il ritardo della prima serata è stato «inventato» da Striscia la notizia per fare il pieno d’ascolto. Da questo «male» ne discende un altro ancora più grosso. Per non avere concorrenza in quell’ ora topica, Mediaset è stata costretta a riportare Bonolis all’ovile, a peso d’oro. Ma Bonolis è tornato con tutto il clan di Lucio Presta (Paola Perego, Amadeus, Panicucci) imponendo alcuni programmi rivelatisi poi dei fallimenti (Amadeus è già sparito dal video).

Visto che parliamo di clan, la disarticolazione dei palinsesti dipende anche dal fatto che in troppi ci mettono le mani. Ormai personaggi come Lucio Presta, Bibi Ballandi, Lele Mora, Beppe Caschetto contano più dei direttori di rete. Non a caso a dirigere Raiuno c’è Fabrizio Del Noce, un giornalista che non si era mai occupato di programmazione. A dirigere Canale 5 ci sarà Massimo Donelli (tanti auguri!), la cui unica esperienza tv consiste nell’ aver diretto Sorrisi e canzoni (dove spesso si è lamentato dell’infedeltà dei palinsesti!). Qualcuno imputa la follia della programmazione alla crisi imprevista dei reality (difficoltà che coinvolge persino un campione d’ascolti come L’isola dei famosi) o all’esplosione del satellite, di Sky (è il caso di Lost, laserie di culto, che in onda il lunedì regala share record a Fox). Qualcun altro, più addentro, la spiega con la difficoltà delle reti ammiraglie (specie Canale 5) a raggiungere gli obbiettivi promessi agli investitori pubblicitari; di qui gli spostamenti, le protezioni, i traslochi, le cancellazioni apparentemente inspiegabili. Tutto questo mina due meccanismi su cui si fonda, o si dovrebbe fondare, il patto comunicativo della tv: l’abitudine e la fedeltà. Il pubblico è consuetudinario e affezionato ai programmi preferiti. Perché svilire così il palinsesto? Gli orari dei treni non sono sufficienti per garantire a un Paese una rete efficiente di trasporti, ma senza orario i treni non si muovono, e se si muovono creano solo caos.