Italiani, popolo di mammoni: è uno dei luoghi comuni più diffusi del Belpaese. Trentenni, accampati a casa, sotto l’ala protettiva della mamma che cucina, lava e stira per loro: e chi glielo fa fare di andarsene quando fuori il mondo è cattivo? I “core de mamma” da oggi hanno vita breve: arriva Mammoni – Chi vuole sposare mio figlio?, il nuovo docu-reality al via questa sera su Italia 1 per sei puntate, che aiuterà cinque uomini a trovare la via giusta per uscire di casa.
Va bene essere sangue dello stesso sangue, ma secondo le loro madri è giunto il momento di spiccare il volo: nel programma ognuno dei ragazzi incontrerà otto pretendenti. Si comincia con uno speed date, si passerà poi ad una ‘visita sul posto‘ (a casa del ‘mammone’) e un viaggio (sempre con mamma al seguito), grazie al quale le potenziali anime gemelle diventeranno prima quattro, poi tre ed infine due. Una volta scelto il partner, non resterà che ottenere l’approvazione di mamma. Sarà questo il punto critico per i concorrenti che dovranno incassare commenti acidi, insofferenza, espressioni che parlano da sole e discussioni infinite. I ‘Mammoni’ al momento della scelta avranno tre opzioni: continuare a vivere con mamma, andare a vivere da soli o scegliere definitivamente l’anima gemella e lasciare mammà!
Le eventuali unioni saranno celebrate nell’ultima puntata condotta da Rossella Brescia. Intanto le telecamere del programma seguiranno le vite di ciascun concorrente per documentare gesti amorevoli e ricatti involontari che li legano alle rispettive mamme. La ciliegina sulla torta del programma sarà la sigla: si intitola ‘Mamma’ ed è cantata dai Power Francers, un brano che parla con ironia del rapporto madre/figlio.
Tra i concorrenti c’è anche lo scapolo gay, Pierpaolo, un ballerino di 34 anni. La madre è decisa a trovare l’uomo giusto per lui. Così Mammoni minaccia di sdoganare le nozze gay nella prima serata della cattolica Italia, proprio poche settimane dopo l’appello di Barack Obama a riconoscere i matrimoni omosessuali. Premesse rivoluzionarie a parte, è tutto da vedere fin dove il programma avrà il coraggio di spingersi. Di certo la critica più conservatrice è già pronta a far fuoco.
Chissà invece cosa ne penserà del programma Renato Brunetta: proprio il ministro dell’ultimo governo Berlusconi si era imposto come “l’anti-bamboccioni” senza che la sua impresa ottenesse risultati degni di nota. Riuscirà il programma a trionfare lì dove nemmeno un ministro ha potuto far nulla?
1. morgatta ha scritto:
5 giugno 2012 alle 11:42