AAA Gigi D’Alessio cercasi. Il ruolo di colui il quale doveva incarnare l’anima del nuovo Made in Sud, chiamato ad assumere un’inedita (e discutibile) veste di varietà comico, sembra ormai ridotto a quello di “ospite fisso”. Una presenza, spesso avulsa dal contesto, e nemmeno troppo ingombrante.
E’ bastato che gli ascolti crollassero come mai prima d’ora per spazzare via in un sol colpo, o quasi, la rivoluzione progettata per mesi. Scaletta di ieri alla mano, su tre ore di puntata Gigi D’Alessio è apparso sul palco sette volte (compresi saluti iniziali e finali) per interventi – tranne in un caso – dalla durata bonsai. E’ stato protagonista, al fianco di un comico, di uno sketch di 2 minuti sulle sue canzoni, ha duettato con Clementino ed è tornato sul palco per salutare il rapper (che nel frattempo era intervenuto più di lui). Fuori dal peak time, alle 23.12, ha tenuto il suo breve monologo che si è chiuso con una canzone. Si è riaffacciato in diretta per salutare gli “oncologhi” (quelli veri) e rivolgersi al medico (finto) interpretato da Nello Iorio: “ho un problema con la patata“, gli confessa.
Sui titoli di coda, poi, il cantante ha eseguito nuovamente un brano. Esclusa l’apertura, dunque, nessuna interazione con Fatima Trotta e Elisabetta Gregoraci, alle quali poi tocca smistare il ‘traffico’ dei comici. In particolare, la prima può considerarsi la vera padrona di casa, in un programma ormai privo di quell’identità che solo una conduzione ben definita può plasmare.
L’abbassamento del “fattore D’Alessio” non è servito ad invertire il trend negativo di Made in Sud: la puntata di ieri è crollata ad un misero 5.1% di share. Del resto, è impervia la missione di rimediare alle false partenze soprattutto quando c’è da fronteggiare un’assenza persistente che pesa come un macigno. I talentuosi Gigi e Ross, rimasti nel frattempo in cerca d’autore, erano perfettamente integrati nel contesto, oltre ad essere dei beniamini per l’affezionato pubblico. Non influiscono positivamente sul programma nemmeno la programmazione ballerina e gli addii di comici come Francesco Cicchella.
Se la dipartita del duo si era resa inevitabile -pare per una precisa volontà della produzione (ma perchè la rete non si è opposta?)-, quello che non era necessario era il tentativo di imprimere un nuovo corso ad un programma più in salute. E, permettetecelo, forse solo una dirigenza del nord poteva scegliere il discusso D’Alessio – senza opportuni contraltari – alla guida di Made in Sud, considerandolo probabilmente un’icona incontrastata di una Campania vista in maniera troppo semplicistica.
1. giacomospartano ha scritto:
28 aprile 2017 alle 10:25