La soap Julia sarà un effetto tangibile di quella che ho definito una televisione shareopatica, succube degli ascolti e irrispettosa dei telespettatori.
L’immagine che vedete in apertura di post, celebrativa delle 100 puntate, con molta probabilità  non potrà mai essere “celebrata” in Italia.
La Radio Televisione Italiana ha ben pensato, infatti, di farcire il palinsesto estivo con una nuova soap opera non preoccupandosi però della continuità insita in ogni programma del genere e soprattutto della naturale affezione di quella fetta di pubblico che avrebbe scelto di seguire le vicende di Julia.
I palinsesti estivi, com’è noto, sono diventati per tutte le emittenti una sorta di problema che viene risolto con la “somministrazione” selvaggia di repliche o, ancora peggio, con programmi-tappabuchi di dubbia qualità . Tutto questo per accontentare un pubblico di serie B che non solo rimane barricato in casa tutta l’estate ma che deve poi essere “vittima” di scelte come quella di cui sto per parlarvi.
Pensate… la TV di Stato italiana ha acquistato soltanto 85 puntate di questa ennesima soap tedesca che impazza sui nostri schermi.
Il bello è che non saranno trasmesse nemmeno tutte le 85 puntate acquistate, quanto meno per ora e nella attuale collocazione.
Uno stop che risulta peraltro ingiustificato.
“Julia”, infatti, come molte altre soap del “nuovo corso” sono strutturate in modo tale che si alternino più storie, per così dire principali, all’interno della stesso prodotto. Questo fa si non solo che i protagonisti principali cambino con frequenza ma anche e soprattutto che la soap possa essere spezzettata senza “traumatizzare” il telespettatore che riuscirebbe, pur in presenza di “stop anticipati”, a vedere l’epilogo della storia che si stava seguendo.
Ma in Italia, nemmeno questo. Nemmeno a poche puntate dalla fine!
1. silvia78 ha scritto:
12 settembre 2007 alle 16:44