L’avversione al rischio è un’atavica caratteristica dei dirigenti della nostra televisione che si riflette in tutte le scelte di palinsesto, rilevanti o meno che siano. Capita che individuato un filone lo si cavalchi sino allo sfinimento (vedi reality), e che ad una conduttrice che ha avuto successo con un programma si scelga di affidargliene, nell’immediato, un altro simile senza considerare alternativa alcuna e finendo inevitabilmente per fare un buco nell’acqua.
E’ il caso di Paola Perego che, dopo gli inaspettati fasti di La Talpa, programma “estremo” ma reso appettibile ad un pubblico più generalista dalla sua conduzione familiare, è stata designata alla conduzione della Fattoria numero 4, offrendoci una prova incolore, non riuscendo ad affrancarsi, dagli schemi talpeschi. Di sicuro lo stesso studio, le stesse luci e inquadrature, e i soliti sexy moment non l’hanno aiutata.
E le ragioni non risiedono certo in una cattiva padronanza del mezzo televisivo poichè la Perego, seppur Lady Presta, ha alle spalle una lunghissima gavetta: non c’è fascia oraria, o genere televisivo (persino quiz) in cui non si sia cimentata con buoni risultati. I motivi potrebbero essere, invece, addotti a una sua maggiore attitudine al talk e al trash, suo innegabile marchio di fabbrica. Sì, la Perego è, televisivamente parlando, la regina incontrastata del trash perchè mentre la De Filippi crea, di soppiatto, tutte le condizioni affinchè scocchi la scintilla per poi lavarsene le mani, la D’Urso se ne dissocia ipocritamente, la Ventura usa l’arma dell’ironia, lei, invece, infierisce consapevolemente mettendo il dito nella piaga e sguazzandoci dentro allegramente.