Ogni apologo, ogni serial e ogni programma ha il suo “eroe”: che indossi un’armatura e sguaini la spada come i principi di casa Disney; che mostri i bicipiti scolpiti e plachi la sua sete di giustizia come in Arrow o che, con la sua flebile voce e i suoi riccioli da cherubino raffaelliano, porti consiglio a una squadra di giovani promesse del canto a The Voice.
Parliamo di Riccardo Cocciante, l’autorevole coach “tanto gentile e tanto onesto pare” che, dopo una partenza incerta e costellata dai classici dubbi dell’eroe circa la missione da dover affrontare, ha finalmente trovato il suo posto e la fiducia necessaria per adempiere il suo ruolo al meglio delle sue possibilità, con serietà e giudizio.
Accomodato su un trono girevole e incalzati i mocassini dal tacco più alto dei decolleté di Angela Merkel, il valoroso Riccardo non perde tempo e, accolto da un coro da stadio, sulle note di una commuovente “Per un amico”, è pronto a mettere al servizio del Team la sua longeva esperienza e il suo sottile carisma. Lo fa quasi sottovoce, evitando accuratamente fronzoli e orpelli affinché il messaggio passi chiaro e forte ai suoi “ragazzi”. Prosegue il suo percorso senza tweet ferire, ammaliato dalle potenzialità dei giovani talenti che ha nutrito con la sua arte e la sua musica e costernato al pensiero di dover decidere del loro destino come un moderno King Lear melodico. Al suo fianco i colleghi, “gelosi” di quell’animo così schietto e al contempo defilato e desiderosi di dispensare, al nobile messere, consigli spassionati e sgambetti abilmente architettati. Lo fa la Carrà che, incorniciata da lustrini e guanti in eco-pelle, non perde occasione per rammentargli il meccanismo del gioco manco fosse un decrepito privo di senno e parcheggiato all’Istituto Briarcliff di Suor Jude; lo fa Piero Pelù, armato dell’immancabile dito medio e dalla sua uniforme rockettara che, a suo dire, avrebbe sfruttato in altra maniera il dono dei “cocciantini” e lo fa Noemi, forte della giovane età e delle acconciature più strambe e inconsuete dai tempi di Edward Mani di Forbice.