Recensione



29
maggio

LOL :-): GAG DEMENZIALI E SCENE SPLATTER ALL’ORA DI CENA SU RAI2

LOL :-)

Salvo variazioni dell’ultim’ora, tra qualche tempo saluteremo LOL :-), la serie canadese di TVA – che dal novembre 2013 tiene banco nell’access prime time di Rai 2 con i suoi otto minuti circa di pillole quotidiane – dovrebbe presto passare il testimone alla francese I Nostri cari vicini. Dopo l’insuccesso dell’italianissima Una Mamma imperfetta di Ivan Cotroneo, che portò la rete ad assestarsi su uno share al di sotto del 4%, il direttore Angelo Teodoli decise di tornare alla (pseudo) risata facile già proposta la scorsa estate.

LOL :-) tra teste mozzate, bagni di sangue e conseguenti risatine

Il ritorno di LOL :-) ha risollevato lo share di qualche punticino ed ultimamente, complici alcuni sfori o prime serate di Rai2 di spicco, si stanno registrando picchi di oltre il 6.5%. Segno che la comicità demenziale, che conserva in Benny Hill e Mister Bean i suoi protagonisti più famosi, coglie ancora nel segno.

Stupisce però che l’azienda pubblica, sempre (almeno a parole) attenta alle fasce orarie e a non trasmettere immagini forti quando davanti allo schermo ci sono anche i più piccoli, mandi in onda all’ora di cena certe gag che non possiamo che definire splatter: esecuzioni in piena regola, teste mozzate che rotolano sul pavimento, prigionieri torturati con innocue schicchere sul naso che finiscono riversi in un lago di sangue nel quale vengono abbandonati senza che gli venga prestato soccorso.

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28
maggio

(NON) SI PUO’ FARE! E’ CAOS PER LE SCELTE

Si può fare - Sergio Muniz

Venerdi si concluderà l’avventura di Si può fare!, lo show del venerdì sera di Rai 1 condotto da Carlo Conti. Meno male, è proprio il caso di dirlo. Perché le puntate, con il passare del tempo, sono diventate sempre meno avvincenti, le prove meno spettacolari (fatte le dovute eccezioni), la diretta sempre più noiosa e il tutto un tantino confusionario.

Si può fare: il regolamento non è chiaro

Nel corso della quarta puntata, abbiamo assistito per esempio ad una vera e propria caciara nella seconda fase dello show, quella durante la quale i dodici concorrenti devono scegliere le prove in cui esibirsi la settimana successiva. “Scegliere” per modo di dire, perché ormai o è la produzione ad assegnarle costringendo i vip a fare anche quello che preferirebbero non fare, oppure è il pubblico in studio a decidere indipendentemente da chi si è prenotato prima. Tra “assegnazioni indebite” e la libertà concessa ai concorrenti di scambiarsi eventualmente le prove, ad un certo punto non si è capito più niente e la giuria ha chiesto un riepilogo generale. Grazie, giuria.

A fare le spese di questo meccanismo non annunciato all’esordio, quando “la scelta” era considerata una delle peculiarità del programma, è stata ancora una volta colei che guida la classifica e che è lanciatissima verso la vittoria finale, Maddalena Corvaglia. Già spinta ad esibirsi controvoglia nel Burlesque la scorsa settimana, venerdi scorso è stata costretta nella difficilissima prova del Water Ball, nella quale lei e Karin Proia dovranno fare acrobazie in una vasca larga solo 170 cm. L’ex velina le ha tentate tutte per sottrarsi, tirando in gioco la febbre a 39, un dolore alla caviglia e così via, ma alla fine ha dovuto soccombere dinanzi alle insistenze del conduttore e di tutti gli altri. Buon per lei, comunque, perché a fronte del pessimo trattamento in classifica ricevuto nella scorsa puntata, con Yuri Chechi che l’ha esclusa dal trittico dei finalisti nonostante la sua ottima performance nel Tappeto elastico, con il Water Ball di sicuro si farà notare nella finale. Dopo quattro puntate possiamo infatti dire che vince chi fa la prova atleticamente più difficile.


25
maggio

LEGAMI: LA NUOVA TELENOVELA DI RAI1 STECCA LA PRIMA

Legàmi

Il telespettatore ignaro, che iera sera si è sintonizzato sull’ammiraglia dell’azienda pubblica facendo zapping, avrà di sicuro avuto difficoltà a capire cosa c’era in onda in prime time. Perché se la sigla firmata Gigi D’Alessio sembrava preannunciare uno spettacolo di musica dal vivo, e la fotografia fredda e dai colori accesi un documentario di National Geographic, il variopinto gruppo di venditrici di frutta al mercato sembrava preso da una telenovela di quart’ordine trasmessa da una rete privata regionale.

Legàmi: immagini “da documentario” per una telenovela che non emoziona

E invece Legàmi ha vinto un Emmy Award come miglior telenovela. Il che, nel vedere la prima puntata sembra alquanto inverosimile, ma ci lascia sperare che col tempo il clima generale migliori e si riesca anche a provare qualche emozione, finora totalmente assente. Anche il drammatico inizio, con le due sorelline che litigano per una bambola e finiscono in acqua, il padre che muore per salvarle e la coppia di passaggio che rapisce una delle due per sostituirla alla figlioletta morta, più che dolore ed empatia ha trasmesso angoscia. E gran voglia che ci fosse il salto temporale che dal 1984 ci ha trasportati nel 2010 dove la situazione, però, non è migliorata.

Dialoghi, riprese, scenografie, costumi, tutto sembra artificiale. Lontano anni luce dal calore e dal coinvolgimento scattato durante il primo incontro con Pepa e Tristan de Il segreto, quasi un anno fa. In Legàmi abbiamo Ines, una ragazza ricca e viziata che in realtà ha un cuore d’oro, il suo fidanzato Joao che si trova a Rio De Janeiro con gli indiani e la sorella sperduta Diana che è incattivita dalla vita e insofferente a tutto. Insopportabile. E non si dica che questo dipende dal trauma subìto durante il quasi annegamento perché era odiosa, invidiosa e insopportabile anche da bambina. Gli attori in compenso non sono male, si vede che credono in quello che stanno facendo (qui info su di loro).

Legàmi: da lunedì 2 giugno 2014 alle 14:10 su Rai 1

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21
maggio

STASERA LAURA: UNA DIVA DELLA PORTA ACCANTO COLPISCE NEL SEGNO

Stasera Laura

Stasera Laura

Ottimi ascolti ieri sera per Stasera Laura, il concerto spettacolo con cui Laura Pausini ha festeggiato su Rai 1,  dal Teatro Antico di Taormina, i 40 anni e i 20 di carriera, debuttando nelle vesti di conduttrice. L’evento ha raccolto davanti ai teleschermi 5.946.000 spettatori, totalizzando ben 24,35 punti di share. Certo la concorrenza del film di Canale 5 La bella società e dell’incontro di calcio benefico La Partita Mundial, trasmesso da Italia 1 a meno di 24 ore dalla Partita del Cuore targata Rai, non poteva dirsi temibile, ma la Pausini ed i suoi ospiti ce l’hanno messa tutta per rendere Stasera Laura gradevole e coinvolgente anche per chi non è propriamente un fan di Laura.

La cantante di  Solarolo ha esordito pregando “Papa Pippo Baudo” di benedirla come conduttrice, salutando in spagnolo Papa Francesco e chiedendo molto candidamente al santo padre di poter cantare per lui. E la benedizione di Pippo deve aver funzionato, visto che la Pausini ha dimostrato di saper tenere il palco anche nei momenti di conduzione facendo della sua spontaneità un po’ goffa, sostenuta da una verve di romagnola verace, la sua forza.

Duetti più e meno riusciti

Abbiamo conosciuto una Pausini “diva della porta accanto” che si diverte prendendo in giro, assieme a Paola Cortellesi, le manie delle neomamme, che si commuove ricordando la scomparsa della nonna Norma e il primo incontro con Lucio Dalla, avvenuto quando faceva pianobar nei ristoranti di Bologna. Non ha esitato a chiamare più volte “amore” il compagno chitarrista Paolo Carta, che le era accanto sul palco, e ad invitare le amiche dell’adolescenza ad accompagnarla nell’esecuzione de “Le cose che vivi”, in quello che è stato uno dei duetti più emozionanti della serata. “L’unica differenza che c’è fra me e voi è un microfono e un palco” ha detto al suo pubblico, e forse è davvero così.


17
maggio

SI PUO’ FARE!: FEDERICA NARGI VINCE, IL PUBBLICO CONTESTA. BAUDO DA’ DELLA DRAG QUEEN AD AMANDA LEAR

Si può fare! - Amanda Lear

C’è stato il “vaffanc**o” in diretta di Maria Amelia Monti, che ha sbagliato la prova del Fast Painting regalando la vittoria a Marco Columbro. Ma, a parte questo, la terza puntata di Si può fare! – in onda ieri, venerdì 16 maggio 2014 – è scivolata via liscia, senza intoppi né lungaggini, almeno fino al momento della proclamazione del vincitore di puntata, che ha scatenato i fischi del pubblico in studio.

Si può fare!: Federica Nargi vince la terza puntata

I tre giudici Pippi Baudo, Amanda Lear e Yuri Chechi hanno deciso di premiare la grazia e la sensualità di Federica Nargi, che si è sfidata in una prova di Flamenco con Massimiliano Ossini. Ma c’erano altri concorrenti che avrebbero meritato la vittoria più di lei, dal momento che il livello di preparazione dei dodici vip sta via via aumentando con l’andare avanti dello show e ieri sera abbiamo assistito a prove notevoli e di grande impatto.

In particolare si sono distinti Sergio Muniz nella prova del Cerchio Aereo e Andrea Lo Cicero in quella del Mano a Mano: prove di resistenza fisica e, nel caso di Muniz, anche di inaspettata eleganza, che hanno convinto pubblico e giudici. Questi ultimi, però, non abbastanza da offuscare la Nargi e Karin Proia che, con un po’ di incertezza data dall’imbarazzo, ha battuto una ancor più imbarazzata Maddalena Corvaglia nel numero del Burlesque. Anche ieri sera, poi, i giudici sono stati protagonisti di continui duetti e battibecchi e Pippo Baudo ha punzecchiato Amanda Lear per tutto il tempo sull’atavica questione della sua ambiguità sessuale che da sempre incuriosisce il pubblico.

Amanda Lear: uomo o donna?





15
maggio

UN MEDICO IN FAMIGLIA 9 SOFFRE L’ASSENZA DI UN PROGETTO A LUNGO TERMINE

Un Medico in Famiglia 9

Un Medico in Famiglia 9

Se ci fermassimo agli ascolti nudi e crudi, Publispei si può dichiarare certamente soddisfatta, ma solo a metà. Sono lontani i tempi degli share bulgari di qualche stagione fa. Certo, il continuo cambio di palinsesto non ha aiutato, così come non è d’aiuto il calo di tutte le reti generaliste dovuto alla frammentazione dell’offerta, ma è comunque evidente che ad Un medico in famiglia 9 qualcosa non funzioni. Difficile dire se gli spettatori si siano realmente stufati della famiglia Martini, mentre è molto più probabile che gli errori compiuti dalla produzione abbiano influito sul successo della serie.

Il problema alla base della lunga serialità italiana, a differenza di quella anglo-americana, è che non c’è mai un progetto a lungo termine. Così gli sceneggiatori si ritrovano puntualmente a dover correre contro il tempo, per non bruciare il prodotto nel caso andasse bene, mentre i protagonisti – sentito l’odore del successo – non vedono l’ora di fare i bagagli per svignarsela da qualche altra parte, per poi tornare – spesso – come pecorelle smarrite. Succede talmente tanto, così velocemente e spesso senza logica, che gli spettatori non possono non rimanere spiazzati, nonostante Publispei e Rai fossero già incappati nello stesso errore nella quinta stagione, quella degli indiani.

Lele Martini e compagna si sono dati alla fuga d’amore in Francia, mentre Annuccia – il cui personaggio aveva finalmente ingranato nell’ottava stagione – è scappata a Londra, e la storyline, che aveva infuocato il pubblico – con protagonisti Maria e Marco si è totalmente affievolita, con gli attori che ogni tanto fuggono dal nido familiare per completare il trasferimento definitivo a Torino. Per carità, tutto è lecito, anche sostituire buona parte del cast, ma non dal giorno alla notte, e non in modo così traumatico.


15
maggio

FURORE, IL VENTO DELLA SPERANZA: POTEVA ANDARE PEGGIO!

furore

Massimiliano Morra e Francesco Testi

E’ tornato con “Furore” su Canale 5 il carrozzone di Ares film. Ieri è andata in onda la prima puntata di Furore, il vento della speranza, che proverà a tenere col fiato sospeso i fan di Francesco Testi, Massimiliano Morra, Cosima Coppola e Co. per le prossime 6 settimane, salvo variazioni. Queste fiction si sa, o le si ama o le si odia, poichè la ricetta base è sempre la stessa: ambientazione vintage ma non troppo, passioni forti, intrighi e vendette a go go, attori che si fanno notare per il tono dei muscoli più che per quello della voce, qualche morto ammazzato qua e là e l’immancabile dose di polemiche più o meno pruriginose ad accompagnare la messa in onda.

Di Furore, hanno dato fastidio, ancor prima di essere trasmesse, alcune scene che mostrano, senza mezzi termini, il razzismo ed i pregiudizi di parte della borghesia ligure degli anni ‘50 nei confronti degli immigrati meridionali. Nella prima puntata abbiamo assistito ad una scena in cui classe di V elementare accoglie la nuova compagna siciliana cantando zulù tornatene giù e ad un’altra in cui Luciana (Alessandra Martines) viene invitata a non usare gli stessi servizi igienici della napoletana Sofia perchè i meridionali portano malattie!“. Offese eccessive e gratuite? Non ci sembra. Il marcato razzismo di alcuni settentrionali (non solo liguri) è stato, e a volte è ancora, una realtà innegabile. Tuttavia anche nella fiction non si è fatto di tutta l’erba un fascio: basti pensare a personaggi come Vic e Gianluca (Tullio Solenghi) settentrionali, ma tolleranti e solidali nei confronti dei meridionali.

Amori impossibili pronti a sbocciare, i buoni, il cattivo e qualche segreto ancora difficilmente intuibile. La storia semplice della famiglia Licata, emigrata dalla Sicilia alla volta di Lido ligure, borgo fittizio della provincia d’Imperia, dove decine di meridionali cercano riscatto e integrazione, appare, almeno per adesso, più umana e credibile delle tante storie di pseudo-mafia alla quale Ares ci ha abituato. Personaggi come Concetta/Orchidea, (Cosima Coppola) con un passato oscuro alle spalle e una doppia vita di maestrina e prostituta, Irma (Giuliana De Sio), sindacalista indomita e femminista ante litteram o Sofia (Elena Russo), napoletana intelligente e solare che crede invano che un matrimonio con un settentrionale sia sinonimo di integrazione, riescono a coinvolgere e incuriosire il pubblico.

Immancabili dialoghi da sceneggiata, conditi da perle di saggezza


10
maggio

SI PUO’ FARE!: MADDALENA CORVAGLIA VINCE ANCORA, MENTRE SUONA L’ALLARME TRISTEZZA

Si può fare! - Le facce di Pippo Baudo

Maddalena Corvaglia ha vinto anche la seconda puntata di Si può fare!, stracciando letteralmente un’impacciata Federica Nargi nella prova della Pole Dance. L’ex velina bionda, incurante dei lividi sul corpo causati dalle prove, avrebbe di sicuro continuato la sua scalata alla vittoria scegliendo altre prove di resistenza fisica, nelle quali eccelle, ma la produzione probabilmente non voleva una vincitrice annunciata. Carlo Conti l’ha così “costretta” ad esibirsi la prossima settimana in un sensuale Burlesque, che poco le si confà. Una forzatura che non solo non si può fare, ma non s’aveva da fare.

Si può fare!: Pippo Baudo gioca al maniaco sessuale

Ma non è stata questa l’unica nota stonata emersa nella puntata andata in onda ieri sera, nella quale il tono dello spettacolo è calato rispetto all’esordio, come pure gli ascolti, che però hanno fatto registrare un buon 18.63%. A fronte di prove più divertenti rispetto a quelle della prima puntata, il clima di irriverenza che tanto ci era piaciuto è sfociato in una sorta di caciara con continue battutine sessuali che dopo un po’ stancano e lasciano il tempo che trovano.

Re di questo andazzo è un insolito Pippo Baudo, che per il suo ruolo di giurato ha deciso di tenere un profilo molto diverso da quello del conduttore paterno e rassicurante che tutti abbiamo imparato a conoscere negli ultimi cinquant’anni: in Si può fare! viene fuori come il caro vecchio Fantozzi alla vista delle signorine, confuso tanto da non riuscire a ricordare il nome di Karin Proia, bramoso dinanzi alle grazie della Nargi, invitato dal conduttore a voltarsi durante il numero di Burlesque forse per evitargli l’infarto. Complice di Baudo in questa deriva è la pur simpaticissima Amanda Lear, che la scorsa settimana l’aveva già inquadrato come “maniaco sessuale” e che ha elogiato le “chiappe pazzesche” dei ballerini di flamenco e, dinanzi ai giochi di magia in cui andavano e tornavano colombe bianche ha sentenziato “anche a me piacerebbe far sparire certi uccelli“.

Si può fare!: la comicità forzata di Marco Columbro e quella riuscita di Sergio Friscia