Recensione



8
luglio

CALL THE MIDWIFE: “L’AMORE E LA VITA” NON SCOMPAIONO DIETRO IL FUMO DI LONDRA

L'amore e la vita - Call the Midwife - Jessica Raine

Il 5.3% di share non è certo un risultato entusiasmante. Ma non è poi così poco, se pensiamo che a segnarlo è stato il debutto italiano (domenica 6 luglio 2014 in prima tv assoluta su Rete 4) della serie inglese Call the Midwife. Gli italiani, difatti, poco apprezzano questo genere di serie tv e difficilmente le comprendono fino in fondo. Sembra, dunque, già un traguardo che quasi un milione di telespettatori abbia seguito entrambi gli episodi.

L’amore e la vita – Call the Midwife: una serie originale e ben interpretata

E per “questo genere di serie tv” intendiamo quelle importate, in costume, che hanno spopolato all’estero e che la critica ha osannato. Proprio come accaduto con Call The Midwife, il cui titolo in italiano si è tramutato in un patetico L’amore e la vita. Ad onor del vero, rispetto a Downton Abbey o Mr Selfridge - parimenti prelibate ed incomprese -, la serie della BBC a primo impatto è meno accogliente, più fredda e si fatica ad entrare in sintonia con la storia e con i suoi protagonisti, ma una volta superato quell’impatto che la fa apparire polverosa come le strade londinesi piene zeppe di fuliggine in cui è ambientata, si scopre un mondo di emozioni da cui è naturale farsi contagiare.

La povertà dei Docklands negli anni ‘50, la vita di quelle donne poverissime che dopo aver partorito venticinque bambini aspettano il ventiseiesimo con un amore, una dedizione ed una tale speranza nel futuro che nel mondo di oggi forse non ha neanche una primipara, ha da insegnare molto sia al pubblico che a Jenny Lee, la protagonista; una bravissima Jessica Raine, il cui personaggio, lontano anni luce da loro per questioni di cultura, educazione e studio, aiuta il pubblico ad entrare nel nuovo contesto in punta di piedi, seguendo i suoi passi all’inizio spezzati e poi via via più sicuri: Jenny è un’infermiera che non aveva idea esistessero quel degrado e quell’ignoranza, una che della vita conosce solo quello che ha letto sui libri. Almeno fino a che, aiutando queste donne a partorire, non si scontra con la vita vera.

L’amore e la vita – Call the Midwife: struttura un po’ lenta e ripetitiva




3
luglio

TOP DJ: TRA SOGNI DEL PASSATO ED ERRORI DI GIOVENTU’. IL VINCITORE E’ GEO FROM HELL

Top DJ

Top DJ

Ognuno di noi ha avuto, da bambino, i propri sogni nel cassetto, più o meno convenzionali, più o meno assurdi. A casa rimanevano sempre piuttosto incuriositi dal mio: impazzivo nel guardare le musicassette girare assieme, amavo rotolarle e le srotolarle in continuazione, creando dei miscugli musicali assurdi, anche in attesa che si allineassero durante la rotazione. E andavo avanti con questo strano gioco per tutta la giornata con i successivi “mix”, che tutto erano, nella mia testa, fuorché spartani (lo erano, invece, per i miei poveri genitori, per non parlare di quei poveri vicini di pianerottolo). Quando poi papà mi regalò, non senza sforzi, un lettore Mini Disc ero il bambino più felice del mondo, perché quel lettore “per pochi eletti”, che univa due mondi su cui giocavo – quello digitale e quello analogico – lo consideravo un vero “passaggio di livello”: con un mixer sgangherato e un vinile d’altri tempi, avevo l’attrezzatura giusta per sentirmi alla pari dei veri professionisti, pronto per trasformare quel sogno in qualcosa di importante. Invece… no, perché con gli anni gli impegni diventano più pressanti, le esigenze si diversificano e le passioni storiche in parte si affievoliscono, non trovando più spazio all’interno della nostra, solita, routine.

Top DJ è stato (quasi) un colpo al cuore e un bellissimo tuffo nel passato, anche perché, nonostante possa sembrare banale, e forse lo è, è bello sapere che certi sogni – per quanto ci si ostini a chiuderli nei bei cassetti dei ricordi – sono più vivi che mai. E se un semplice programma televisivo, con tutti i difetti che può avere, riesce nella mission di risvegliarli, rappresenta comunque un obiettivo centrato, per quanto non tangibile e presumibilmente ben distante dagli obiettivi reali. Comunque sia, al di là di personali considerazioni introduttive, era difficile scommettere un solo centesimo sull’idea malsana di portare il mondo dei DJ all’interno di una cornice televisiva. Non perché non meriti la giusta visibilità, alla pari di discipline come canto e ballo che impazzano in televisione, ma per la difficoltà intrinseca di rendere appetibile un’arte che in gran parte si ascolta, e difficilmente si apprezza dal punto di vista visivo. E invece, come spesso accade in questi casi, ci si deve in parte ricredersi. Il lavoro svolto da Yam112003, che ha realizzato il talent per SkyUno, non eccelle, sia beninteso, ma rappresenta un punto di partenza su cui investire per una seconda edizione, se mai ci sarà visti gli ascolti non proprio eccellenti.

Top DJ soffre, probabilmente, il fatto che sia un’idea (quasi) unica al mondo, e dunque non essendoci quelle basi comuni e condivise da cui partire per lo sviluppo e la creazione del format, Yam ha commesso quegli errori di “gioventù” (perdonabili, per carità) che hanno impedito al programma non di sfondare, ma di essere quantomeno apprezzato dal pubblico dei due canali generalisti di Sky. In primis a causa delle prove, tutte eccessivamente uguali: ogni concorrente, infatti, è stato chiamato a sfidarsi su due prove individuali, una di selezione e missaggio, in cui i ragazzi hanno dovuto dimostrare di avere un’ampia conoscenza musicale al fine di scegliere i brani più congeniali per un mix, e una più creativa (e più ponderata, soprattutto), dove invece – a partire da alcuni sample “famosi” consegnati dalla produzione – i concorrenti hanno dovuto dar vita ad un nuovo brano da portare sul palco dello studio, curando anche i visual effect, ovvero la scenografia d’accompagnamento, davanti ad un pubblico di loro potenziali ascoltatori.


24
giugno

RDS ACADEMY: LA RADIO (IN TV) CHE FUNZIONA

Anna Pettinelli

Anna Pettinelli

Vi siete mai chiesti come si diventa, oggi, speaker radiofonici? Chissà se qualcuna delle aspiranti leve che ha caricato il proprio video per il casting di RDS Academy ci abbia mai realmente pensato. Al di là di sovrastrutture, conoscenze musicali e doti particolari – che ben vengano ma rappresentano pur sempre una variabile dipendente dalle caratteristiche di ogni network – per “fare radio” servono sostanzialmente due caratteristiche basilari: avere ritmo ed essere il più possibile spontanei. Ma soprattutto avere non poca fortuna, perché se in televisione è parecchio più semplice riuscire ad apparire, non solo grazie ai talent show ma anche tramite quel canale sempre più rilevante quale è il web, farsi strada tra i grandi network radiofonici nazionali, invece, sembra un’impresa alquanto ardua.

Ne sembra cosciente RDS,  che ha sempre avuto un occhio di riguardo verso le nuovi voci, tant’è che per RDS prima e per Dimensione Suono Roma poi (la filiale romana) si tiene da alcuni anni lo Speaker Factory, una sorta di contest per allargare il parco voci e consentire ai ragazzi di varcare le porte di una radio “di peso” direttamente dall’ingresso principale. Quest’anno, però, s’è fatto di più.

RDS Academy, in onda ogni lunedì alle 20.10 su SkyUno, parte da questa base e la estende al mezzo televisivo, che diventa a tutti gli effetti un “supporto” per il mezzo “concorrente”. E ciò che ne uscito fuori è una sorta di talent forse impensabile fino ad oggi, proprio in virtù di quel vuoto in apparenza incolmabile tra i due media. Se è appurato che i programmi radiofonici inseriti in una cornice televisiva non funzionano, con RDS Academy si è direttamente aggirato il problema puntando tutto sul racconto della “ricerca” di una nuova voce.

RDS Academy, la recensione





23
giugno

MR SELFRIDGE: IL CAPOLAVORO INGLESE IN ONDA SU RAI 3

Mr Selfridge

UPDATE del 24 Giugno 2014. Dopo aver annunciato la messa in onda speciale di ieri sera sia con sottopancia fisso durante gli episodi di domenica 22 giugno, sia ieri tramite l’account ufficiale Twitter, Rai 3 ha poi sorprendentemente deciso di non trasmettere Mr Selfridge nella serata di lunedì 23 giugno 2014 sostituendolo con un film!

Gli ascolti non sono affatto buoni, ma il prodotto è ottimo. E come molti altri del suo genere, purtroppo, evidentemente incompreso. Parliamo di Mr Selfridge, la serie trasmessa all’inizio dello scorso anno dalla ITV britannica e sbarcata su Rai 3 l’8 giugno 2014 dopo aver allietato gli spettatori paganti di Diva Universal.

Mr Selfridge: questa sera alle 21:05 su Rai 3 i penultimi episodi

Nonostante i due episodi trasmessi ieri abbiano conquistato appena il 3.22% e il 3.34% di share, questa sera si raddoppia con una nuova messa in onda che dunque anticipa già a domenica prossima il finale della prima stagione, composta appena da dieci episodi. Così come la seconda, che qualche mese fa in Inghilterra ha riscosso un gran successo di pubblico e creato aspettative per la terza, attualmente in produzione. La scelta di mandare in onda la serie anche di lunedì non è probabilmente dovuta alla voglia di vagliarne uno spostamento in palinsesto quanto alla necessità di esaurirla nel minor tempo possibile, il che è davvero un gran peccato.

Mr Selfridge: un perfetto connubio di narrazione e messa in scena

Perché Mr Selfridge è un vero piccolo gioiello televisivo, dove l’accuratezza della ricostruzione storica, delle scenografie e dei costumi dell’epoca si sposa alla perfezione con una sceneggiatura ricca, articolata, veloce e a tratti sorprendente che appassiona e cattura lo spettatore coinvolgendolo nell’universo filmico. La storia dell’uomo che diffuse in Europa l’idea dei grandi magazzini americani, sfidando il falso moralismo dell’epoca e mettendo il bello, il piacere al centro del concetto di acquisto, nasconde in sé quella di molti altri personaggi. Ovvero la sua famiglia ma soprattutto i suoi sottoposti, costretti a lasciare fuori dallo sfarzoso ingresso dei magazzini Selfridges i dolori e le meschinità della vita quotidiana, ma consci di poter contare sempre sull’appoggio di un capo condannato dalle proprie manie di grandezza a fare i conti di continuo con i suoi limiti emotivi.

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17
giugno

CUORE RIBELLE: ESORDIO TIEPIDO PER UNA STORIA CON TROPPI BRIGANTI E (PER ORA?) POCA PASSIONE

Cuore Ribelle

Sarà che ormai la sola parola “telenovela” ci fa pensare a Il Segreto, ma alla visione delle prime puntate di Cuore Ribelle più volte abbiamo avuto l’impressione di trovarci a Puente Viejo e non in Andalusia: regia e fotografia pressoché simili, doppiatori condivisi e qualche ambientazione hanno rischiato di farci confondere.

Cuore Ribelle: lo spettro de Il Segreto aleggia sulla nuova telenovela

Il che per Canale 5 in teoria è un gran bene, perché la speranza di bissare il successo de Il Segreto potrebbe così trovare compimento. Ma lo share tiepido raccolto sia in prime time che in daytime da Cuore Ribelle (12.95% nella fascia oraria più prestigiosa – 13.23% per il primo appuntamento quotidiano) raffredda l’auspicio. I telespettatori per il momento non si sono mostrati rapiti dalla storia di Sara Reeves (Marta Hazas) e dei due uomini che da subito le hanno fatto girare la testa lasciando intravedere il futuro triangolo: Miguel (Carlos Francino) e Roberto (Isak Ferriz).

Probabilmente per ingranare ci sarà bisogno di un po’ di tempo. Innanzitutto perché per ora Sara, che ha lasciato intuire ma ancora non palesato la sua anima ribelle e sovversiva, appare più che altro come una ricca ed annoiata ragazzina viziata in cerca di emozioni forti. Delle sue tumultuose passioni e di tutto ciò che di romantico ci si aspetta da una telenovela abbiamo visto ben poco, visto che la trama di “Bandolera” per il momento è più che altro incentrata sulle storie dei briganti, sulle loro lotte con la Guardia Civile, in un contesto politico che è sicuramente curato ma non rilassa granché, come ci si aspetterebbe invece da un prodotto del genere.

Cambierà? Crescerà? Staremo a vedere. A seguire le anticipazioni delle puntate della settimana.

Cuore Ribelle anticipazioni di martedì 17 giugno 2014





13
giugno

PASION PROHIBIDA: DOPPIO FLOP IMMERITATO PER LA TELENOVELA DI RAI 2. ECCO LE ANTICIPAZIONI DI QUESTA SERA

Pasion Prohibida

Venerdì scorso – 6 giugno 2014 – è tornata su Rai 2 la telenovela di Telemundo Pasion Prohibida, che lo scorso gennaio aveva floppato nella fascia pomeridiana finendo per essere sospesa. Ebbene il rilancio in prima serata, peraltro anticipato a sorpresa e di conseguenza pubblicizzato poco, non ha portato a nulla di buono fruttando solo il 3.55% di share alla rete diretta da Angelo Teodoli.

Pasion Prohibida: nel suo genere, un buon prodotto

Eppure, nel suo genere, Pasion Prohibida è un prodotto convincente: realizzato bene, con una storia forte a reggere le varie trame nascoste e con attori validi che danno vita a tanti personaggi imperfetti tra i quali è veramente difficile distinguere i buoni dai cattivi. Perchè tutti, anche i “migliori”, sono accecati da manie di vendetta o da fragilità caratteriali al limite della patologia, che proprio per questo appassionano non annoiando il pubblico. Perchè allora questa freddissima accoglienza da parte del pubblico italiano?

Se a nosotros non piacessero le soap e le telenovele – come invece il successo de Il Segreto, ma anche i buoni risultati ottenuti dalla repliche di Topazio su Rai Premium, dimostrano – ci sarebbe ben poco da interrogarsi. Vorrebbe dire che i drammi annunciati, le passioni torbide e i piccanti conflitti familiari non fanno per noi. Ma così non è e allora la “colpa” di questo doppio flop è imputabile soprattutto alla rete, che la prima volta ha lanciato al massacro il prodotto in una fascia oraria troppo competitiva, ed immediatamente dopo le vacanze natalizie quando il pubblico è tendenzialmente restio ad affezionarsi a qualcosa di nuovo. E, tanto per completare il quadro del disastro, l’ha riproposto ora ad un pubblico in parte diverso, quello della prima serata, offrendo un super-riassunto della puntate già andate in onda, che probabilmente ha raffreddato gli spiriti di chi magari voleva seguirlo ma ha pensato che ormai fosse già troppo tardi per cominciare. Come se non bastasse, a differenza di Canale 5, Rai2 non ha una tradizione recente in fatto di telenovelas e soap opera e negli ultimi anni si è affidata per il prime time a produzioni seriali di ben altro genere.

Difficilmente dunque vedremo un riscatto per Pasion Prohibida che, però, conserva la sua piccola nicchia di affezionati, curiosi più che mai di vedere come andrà a finire la storia di Bianca Santillan che ha (già!) perdonato l’odiata madre Flavia. Ecco allora le anticipazioni dei quattro episodi in onda questa sera su Rai 2 a partire dalle 21:10.

Pasion Prohibida: anticipazioni di venerdì 13 giugno 2014


10
giugno

L’ARIA CHE TIRA STASERA… E’ QUELLA DI SEMPRE. E PER QUESTO FUNZIONA

L'aria che tira Stasera - Myrta Merlino

Un talk che sa stare “sul pezzo”, sempre. Dove si parla, volendo si discute pure, si argomenta soprattutto, ma non si urla. Una trasmissione quasi prettamente politica ma tutt’altro che noiosa; e converrete con noi che anche soltanto questo meriti un plauso ad occhi chiusi. Ma gli occhi li apriamo eccome, perché, come si usa dire, “vedere per credere”. E a vederla, L’aria che tira Stasera, si ha la sensazione… di ogni mattina.

Voi direte: allora L’aria che tira è sempre la stessa? Sì. Ma è proprio questo il più grande pregio del programma di La7, passato (anche) nel prime time del lunedì senza perdere la propria identità rafforzata giorno dopo giorno. Un’identità vincente targata Myrta Merlino, capace di destreggiarsi tra tweet, agenzie, collegamenti ed ospiti spesso fin troppo ingombranti con l’autorevolezza di chi ha dalla sua le qualità per stare in video, di chi con semplicità e schiettezza sa arrivare al telespettatore anche meno informato. E sarà per questo che non ci sorprende sentirla ancora oggi spiegare al pubblico a casa cos’è un hashtag.

L’aria che tira Stasera ha acceso molto di più della vespetta nel promo del programma. Ha messo al centro dell’attenzione il pensiero comune, che non è quello di chi la politica la fa ma di chi la subisce, in positivo o in negativo che sia. E mentre altri più blasonati talk si perdono tra le file delle poltrone del Parlamento, a capire chi fa cosa e chi sta con chi, L’aria che tira è come se scendesse nelle piazze (senza cedere a facili populismi però), tra i comuni cittadini, ad immortalare dal loro punto di vista scandali, successi ed insuccessi vari della politica (e non solo quella). E lo fa, questo è il bello, trattando argomenti ed ospitando personaggi che ritroviamo un po’ ovunque nel panorama televisivo italiano. Tanto per ricordare che conta il come si fanno le cose, più che con chi.


31
maggio

MADDALENA CORVAGLIA VINCE SI PUO’ FARE! (MA VA?)

Si può fare! - La vincitrice

Maddalena Corvaglia, vincitrice annunciata di Si può fare!, ha portato a termine la sua missione trionfando definitivamente nell’ultima puntata, in onda questa sera – 30 maggio 2014 – su Rai 1.

Si può fare!: trionfa Maddalena Corvaglia

Con la vittoria della Corvaglia si chiude questa nuova avventura televisiva di Carlo Conti che, di certo, non è stata all’altezza delle altre: benché gli ascolti di Si può fare! siano stati più che soddisfacenti, il ritmo del programma è calato puntata dopo puntata e la buona impressione che ci aveva fatto all’esordio si è rivelata dettata solo dall’effetto novità. Anche le prove in cui si sono sfidati nelle ultime cinque settimane i dodici concorrenti hanno perso mordente in prossimità della finale, in cui si è verificato poi un vero e proprio patatrac.

Si può fare!: ultima puntata da incubo

La puntata in onda questa sera è stata caratterizzata nella prima parte da una serie di defaillance imbarazzanti e da performance la cui preparazione si potrebbe definire “scolastica”: si è fatto il minimo indispensabile, e neanche tanto bene. Tre dei dodici vip, poi, non si sono proprio potuti esibire: Karin Proia ha perso a tavolino contro Maddalena Corvaglia nel Water Ball perché durante le prove ha avuto un incidente e le si è rotto un dente, ragion per cui “a quarant’anni non mi ero rifatta niente, mi sono rifatta un dente“; Sergio Muniz e Federica Nargi non sono stati autorizzati ad effettuare la prova dell’Hula Hoop di Fuoco, ritenuta troppo pericolosa dalle autorità (benché la loro tutor l’avesse mostrata in diretta la scorsa settimana).

Si può fare!: che fine ha fatto il televoto?