Matrix



8
ottobre

ASCOLTI TV : ANALISI DELLA SETTIMANA n. 40

Dati Auditel Settimana n. 40/2007 @ Davide Maggio .it 

“…Cari amici vicini e lontani” ben trovati dal vostro moSHAREino. Puntuali dopo sette giorni precisi, siamo arrivati al terzo post dedicato ai commenti sugli ascolti tv della settimana appena trascorsa : la n. 40 del 2007.

Da questa settimana ci saranno due novità.

La prima è che vi indicheremo per ognuna delle sfide di cui ci occupiamo il DATO MEDIO degli ascolti della settimana del programma indicato calcolato, naturalmente, sulla base dei risultati giornalieri delle trasmissioni che andremo a considerare (a meno che non si tratti di un programma settimanale per il quale il problema non si pone). Anche l’indicazione del punteggio, dunque, non avrà ad oggetto i dati di ogni puntata ma il RISULTATO SETTIMANALE.

La seconda novità riguarda i dati di cui ci occuperemo per la sfida della fascia preserale.

Analizzeremo, infatti, soltanto gli ascolti della fascia pre-tg, ovvero di quella porzione di trasmissione che va dalle anticipazioni dei titoli del telegiornale sino alla conclusione del programma. Parliamo in sostanza degli ultimi dieci minuti di trasmissione (8 per l’Eredità e 12 per Chi Vuol Essere Milionario).

Mentre per il programma di Carlo Conti i dati degli ultimi 8 minuti vengono scorporati dall’ascolto generale e sono identificati ai fini dei dati Auditel come “L’Eredità” rappresentando un dato autonomo, per il quiz di Gerry Scotti viene scorporata la prima parte (quella con gli ascolti più bassi) e gli ultimi 12 minuti rientrano in quello che, sempre ai fini della rilevazione dei dati, è “Chi Vuol Essere Milionario”. Per Canale5, in pratica, questi dati non vengono pubblicati autonomamente. Noi li andremo ad indicare. Vi chiederete il perchè di questa scelta.
Ebbene, l’importanza di questi minuti è fondamentale. Si riesce, infatti, a quantificare il traino per i TG delle ammiraglie RAI e Mediaset.

Potrete ovviamente conoscere giornalmente tutti i dati, così come vengono pubblicati da Auditel, cliccando sull’immagine “Ascolti TV” nella barra laterale del blog (sono pubblicati in tempo reale).

  • Iniziamo proprio dalla fascia PRESERALE.
Eredità VS Chi Vuol Essere Milionario @ Davide Maggio .it

Analizzando i relativi alla settimana appena trascorsa, la differenza tra i due programmi è davvero risicata. La media degli ultimi minuti di programma de L’Eredità da lunedi 1 a sabato 6 ottobre, è stata del 27,71% di share contro il 25,55% di Chi Vuol Essere Milionario. Da segnalare che nella giornata di lunedì 1° ottobre la differenza è stata ancora più sottile : Raiuno ha ottenuto il 27,63% contro il 27,28% di Canale 5. Quindi chi dà per morto il programma dello zio Gerry dovrebbe, in realtà, analizzare approfonditamente i dati Auditel.

Per gli estimatori di 1 Contro 100, ho analizzato il duello del quiz di Amadeus con L’Eredità nella settimana dal 17 al 22 settembre 2007 utilizzando gli stessi parametri appena citati. Ne è venuto fuori che, nell’ultima settimana di programmazione, Amadeus ha ottenuto una media, in fascia pre-tg, del 22,51% contro il 30,61% di Conti. Confrontando questi dati con quelli della settimana appena trascorsa notiamo uno spostamento di circa tre punti di share a beneficio di Scotti.

Da segnalare l’ultima puntata del quiz di Amadeus che negli ultimi minuti ha totalizzato il 19,79% contro il 30,46% di Carlo Conti… un risultato che testimonia chiaramente le difficoltà di 1 Contro 100.

Guastasfida di questa fascia di ascolto è sicuramente il day-time dell’Isola dei Famosi che ha una media del 10% circa e ha ottenuto nella puntata in onda sabato il rusultato record del 12,54%!

  • ACCESS PRIME TIME

Affari Tuoi VS Striscia la Notizia @ Davide Maggio .it

Dal preserale passiamo all’access prime time andando ad analizzare la media degli ascolti ottenuti durante tutta la scorsa settimana dai nostri competitor. Vince, grazie anche alla coppia super amata Greggio-Iacchetti, Striscia la Notizia con il 27,94% di share. Affari Tuoi deve accontentarsi del  24,97% : un risultato di tutto rispetto ma inferiore rispetto alle scorse edizioni. Che sia necessario un cambio di conduttore? Da segnalare, fuori sfida, il gioco a quiz Prendere O Lasciare di Enrico Papi che ha ottenuto una media dell’8,23%, risultato positivo se paragonato ai quiz che lo hanno preceduto. E’ chiaramente evidente che i punti di share ottenuti da Italia 1 disturbano principalmente  Raiuno che, nella medesima fascia, ha lo stesso target di pubblico.

Continua a vedere i risultati delle sfide televisive :




3
ottobre

MATRIX : LA SECONDA SERATA DI ZELIG

Matrix (Zelig) @ Davide Maggio .it

Matrix è nato nel settembre 2005 con due obiettivi fondamentali :

  1. trovare un collocazione per Enrico Mentana che aveva appena lasciato la direzione del TG5;
  2. trovare una valida controprogrammazione per Porta a Porta che dominava la seconda serata. 

Agli esordi, il programma della seconda serata di Canale5 rappresentava realmente una valida alternativa al programma di Bruno Vespa. Pur rimanendo, infatti, un salotto televisivo principalmente politico, riusciva a differenziarsi, soprattutto nella forma, da Porta a Porta.

Ma il pubblico sembrava non gradire e i risultati poco esaltanti hanno portato il conduttore a cambiar strada.

Lodevole, ci mancherebbe. Ma mentre le prime innovazioni hanno visto uno spostamento del topic dalla politica all’attualità, i recenti, ulteriori cambiamenti hanno modificato l’essenza stessa della trasmissione.

Enrico Mentana, capito che anche omicidi e assassini sono prerogativa esclusiva del salotto di RaiUno, ha pensato “bene” di farsi… due risate.

Già dallo scorso anno, l’appuntamento del venerdi è stato fortemente differenziato dalle rimanenti due puntate (lunedi e mercoledi) e si preoccupava di affrontare temi sicuramente meno impegnativi e fondamentalmente frivoli : un’attualità leggera, insomma, che vedeva in prima linea la televisione e i principali personaggi che venivano mostrati ai telespettatori ai loro debutti televisivi.

Il successo riscosso da alcune di queste puntate che vedevano nel parterre degli ospiti i principali comici italiani ha fatto si che Enrico Mentana cambiasse strada in maniera più radicale.

Una strada che non sento di condividere poichè, come ho detto prima, modifica dell’essenza stessa di Matrix trasformandolo in una succursale di Zelig.

Gabriella Germani si è impossessata della poltrona principale dello studio al posto del politico più in voga e a farle da corollario troviamo a rotazione i comici più noti del piccolo schermo.

Una comicità e una satira che non sono più prerogativa esclusiva della serata del venerdi ma iniziano ad “allargarsi” anche alle altre puntate della settimana.

E se è vero che gli ascolti parlano chiaro e premiano questa comicità, è pur vero che è necessaria una valida alternativa alle puntate di Porta a Porta sulla chirurgia estetica!!!

A volte arrivare secondi è preferibile all’arrivar primi… soprattutto quando ne va di mezzo la professionalità di un giornalista.


1
ottobre

ASCOLTI TV : ANALISI DELLA SETTIMANA n. 39

Dati Auditel Settimana n.39/2007 @ Davide Maggio .it

“Cari amici vicini e lontani” eccoci qui, puntuali dopo sette giorni, all’appuntamento con i commenti sugli ascolti tv della settimana appena trascorsa : la numero 39 del 2007.

  • PRESERALE : L’EREDITA’ VS CHI VUOL ESSERE MILIONARIO

Iniziamo col commentare la sfida più calda, ovvero quella del preserale di Raiuno e Canale 5.

Lunedì 24 settembre è partita la nuova edizione di CHI VUOL ESSERE MILIONARIO condotta da un carichissimo e sempre in forma Gerry Scotti che ha preso in eredità la fascia oraria occupata da maggio da Amadeus ed il suo “1 CONTRO 100”, ultimamente assestatosi sul 20-21% di share.
Nonostante il cambio di grafica (ora molto più vivace e leggibile) e l’aggiunta di un nuovo “aiuto” per i concorrenti, il quiz dello zio Gerry, pur avendo ascolti buoni e oltre la media di rete, non riesce ancora a raggiungere gli ascolti a cui ci aveva abituati fino a qualche mese fa : prima della sua chiusura, a maggio 2007, il programma aveva uno share del 27% medio e in alcuni giorni ha superato anche il 29%.

L’Eredità @ Davide Maggio .itChi vuol essere milionario ha avuto nella sua prima puntata di questa stagione il 25,57% contro il 23,35% ottenuto da L’EREDITA’ – La sfida dei 6, dopo tre giorni (il 26 settembre 2007) Scotti ha ottenuto il 23,46% contro il 25,52% di Conti, dopo cinque giorni (il 28 settembre 2007) Canale 5 ha ottenuto il 23,55% contro il 25,43% di RaiUno.

Se torniamo indietro di un anno andando ad analizzare l’arrivo di Chi vuol essere milionario che subentrò a Fattore C (che viaggiava su una media del 16-17% di share), notiamo che nella sua puntata di esordio del 4 dicembre 2006 Scotti fece il 25,88% contro il 29,37 di Conti, dopo tre giorni (il 6 dicembre 2006) il primo fece il 27,08% ed il secondo il 29,77%, dopo cinque giorni (l’8 dicembre 2006) il primo fece il 24,18% ed il secondo il 27,07%.

Da questa analisi vediamo che entrambi i format sono calati negli ascolti però c’è da dire che Conti, nonostante il drastico calo, batte Scotti. Attenderei ancora settimana prossima per vedere meglio cosa accadrà.

RISULTATO PARZIALE :

L’EREDITA’ VS CHI VUOL ESSERE MILIONARIO 5 – 1

  • PRIME TIME : Venerdi e Sabato

Claudio Bisio e Vanessa Incontrada (Zelig) @ Davide Maggio .itVenerdì sera si è svolta una sfida nuova di zecca tra due show: BALLANDO CON LE STELLE e ZELIG.

A dire il vero, ero convinto che la vittoria sarebbe andata nettamente al secondo dati i traballanti ascolti dell’ultima edizione della tramissione della Carlucci. Ma non è andata proprio così!

Canale 5 ha ottenuto il 25,90% mentre Raiuno il 24,52%, una sfida vinta di pochissimo da Bisio e Incontrada. Nonostante, ai fini di questa rubrica, la vittoria debba essere assegnata a Zelig la sfida potrebbe essere considerata pari aspettando venerdì prossimo per vedere cosa accadrà con la seconda puntata.

Complimenti a Raiuno che ha ottenuto un risultato eccellente per un format che tutti ormai davano per defunto!

Sempre venerdì sera ha debuttato un po’ in sordina LE INVASIONI BARBARICHE di Daria Bignardi su La7. Il programma più radical chic dell nostra tv ha ottenuto il 3,40% di share medio ma potrebbe essere considerato un guastasfida in tarda serata quando, con l’intervista a Ricucci, ha raggiunto punte di oltre l’11% di share!

RISULTATO PARZIALE :

BALLANDO CON LE STELLE VS ZELIG : 0 – 1





6
marzo

Un Sanremo all’ aMATRIXciana

Pippo Baudo e Paolo Bonolis @ Davide Maggio .it

Matrix @ Davide Maggio .it

Quanta ipocrisia!

Questo è ciò che ho pensato dall’inizio alla fine dell’ultima puntata di Matrix andata in onda ieri, lunedi 5 marzo 2007.

In linea con le nuove politiche all’aMATRIXciana per portare a casa un pizzico di share in più, un Enrico Mentana alla spasmodica ricerca dello scoop al punto tale da trasformare lentamente il suo programma in una sorta di varietà misto a politica, ha pensato bene di occuparsi del Festival di Sanremo.

Un’edizione, l’ultima, ricca di polemiche, a mio avviso assolutamente fuori luogo, che ha visto un Pippo Baudo solo contro tutti.

Tra questi “tutti” c’era anche Paolo Bonolis che, nella trasmissione dell’ex direttore del TG5, ha colto l’occasione per poter replicare alle “accuse” di Pippo Baudo.

Prima di procedere, facciamo un riassunto delle travagliate vicende del Festival di Sanremo così come ricostruite da Matrix.

Bene! Andiamo per gradi.

La polemica è, ai miei occhi, riconducibile a tre punti fondamentali :

  • i compensi

  • l’annuncio del cambio di conduzione per il prossimo anno

  • la politicizzazione del Festival

Tra queste, la seconda è di sicuro LA polemica vera e propria che ha infiammato e, soprattutto, rovinato l’atmosfera festivaliera che dovrebbe regnare nella città dei fiori alla fine di febbraio.

La polemica sui compensi è stata ed è assolutamente giustificata. Non tanto per il compenso di Baudo ma per il cachet della Hunziker che per presenziare sul palco dell’Ariston ha portato a casa la modica cifra di un milione di Euro.

Certo, sono cifre che fanno discutere a prescindere da qualunque considerazione però è opportuno contestualizzarle per poter capire i motivi di retribuzioni così alte. Il Festival di Sanremo, come ben saprete, non è di sicuro una manifestazione qualunque. Alla base c’è un lavoro straordinario che inizia mesi prima della messa in onda (che, per questo, va pagato) che consente di raggiungere i risultati noti a tutti e, ancor di più, di raccogliere introiti pubblicitari che non sono minimamente paragonabili a quelli della normale programmazione (pensate che nella giornata di martedi, nel primo stacco pubblicitario, uno spot di 30′ è costato agli investitori 190 mila Euro).

Proprio per quanto scritto, è scandaloso innanzitutto che la Hunziker abbia preso un compenso superiore (non di poco) a quello di Baudo (700 mila euro) ma, ancor di più, è stato scandaloso l’aver fatto scoppiare la questione durante il Festival di Sanremo come se chi di dovere fosse all’oscuro delle disposizioni legislative in materia che prevedono un tetto massimo di 272 mila Euro per i compensi dei lavoratori di società pubbliche non quotate (come la Rai). Ho trovato ancora più fuori luogo l’intervento del Presidente del Consiglio in presenza di un apposito decreto che sbloccava i limitati compensi dei quali ho parlato poche righe fa.   

Polemiche destinate a svanire nel nulla ma Mentana ha pensato bene (rectius : male) di chiedere a Bonolis un parere relativamente anche a questa questione.

Questione sulla quale Bonolis farebbe meglio a tacere. Cosa che, infatti, ha fatto alla domanda di Mentana che gli chiedeva quale fosse stato il Suo compenso!

Le cifre ufficiali del contratto di Bonolis, infatti, sono tuttora ignote perchè il contratto è stato secretato. Ma, cari i miei lettori, si mormora che il caro Paolino abbia incassato la cifra record di 5 milioni di Euro (con i quali Bonolis avrebbe però dovuto pagare anche gli artisti internazionali). Naturalmente Bonolis non ha nemmeno lontanamente pensato di dichiarare ad Enrico Mentana il Suo cachet milionario mantenendo quell’aria da… Claudia Koll post-conversione sulla quale ritornerò dopo.

La questione è poi approdata al fulcro della polemica : le dichiarazioni di Fabrizio Del Noce secondo le quali ci sarebbe un cambio della guardia per il Festival del prossimo anno.

Non credo sia così difficile ammettere che, in questo caso, ci siamo trovati di fronte ad una caduta di stile bella e buona del direttore di RaiUno che anzichè elogiare l’attuale conduttore del Festival per gli ottimi risultati raggiunti (definita da molti “la Pasqua di Sanremo” ovvero la resurrezione) ha preferito parlare della conduzione del prossimo anno bocciando implicitamente il lavoro della squadra della 57° edizione ancora al lavoro! Una bocciatura che non avrebbe motivo d’esistere e che ha creato, inevitabilmente, un mare di polemiche oltre che una situazione di malcontento e nervosismo generale.

La reazione di Baudo è stata la più naturale possibile. Chi avrebbe accettato di buon grado “una punizione per NON aver commesso il fatto“?

Ed e’ altrettanto chiaro che, di qualunque presentatore si fosse parlato, Baudo avrebbe avuto una reazione identica.

Nel caso specifico, ad aggravare la situazione, c’erano in più le ormai note vicende di Bonolis che dopo gli innumerevoli insuccessi collezionati negli ultimi due anni non ha di sicuro le carte in regole per essere “promosso” alla conduzione della kermesse canora. Ma si sa, Fabrizio Del Noce ha una particolare ammirazione per Paolo Bonolis e quest’ultimo ha un eccellente agente, Lucio Presta, che l’ha trasformato in una vera e propria miniera d’oro.

Le parole di Baudo, esternate in sala stampa, sono semplicemente lo specchio della realtà : la pura e sacrosanta verità.

Per questi motivi, fossi stato in Bonolis, avrei evitato di replicare a delle accuse che accuse non sono. Ed invece eccolo pronto a sedersi sulla poltrona di Mentana come profeta della correttezza e della buona televisione, portatore sano di idee vincenti e di doti innate idonee a trasformare in oro tutto ciò che tocca. Peccato che il caro Bonolis non ne metta a segna una da almeno un paio d’anni!

Sul terzo punto inutile commentare. Nonostante abbia trovato persino io poco “azzeccata” la scelta di portare sul palco Antonio Cornacchione c’è da dire che da qui a farne una polemica ce ne passa. E ce ne passa parecchio!

Se al posto di Cornacchione, però, ci fosse stato un Crozza qualunque, scommetto che ad eventuali polemiche si sarebbe replicando parlando di… satira!

Che si pensi alle cose più serie, come ha detto lo stesso Baudo!

The Show Must Go On… 


19
dicembre

MATRIX SI AUTOELIMINA DALLA CORSA AL TELEGATTO

Matrix @ Davide Maggio .it

Parlando delle nominations della prossima edizione del Gran Premio dello Spettacolo (aka I Telegatti), avevo manifestato le mie perplessità su alcune scelte fatte in ordine all’inserimento di alcuni programmi in determinate categorie.

Avevo sottolineato, nello specifico, come stonasse nella categoria “Informazione e Approfondimento” l’accostamento di Lucignolo e Le Invasioni Barbariche (più il primo che il secondo, a dire la verità) accanto ad un programma come Matrix che non avrebbe potuto “gareggiare” con validissimi concorrenti come Porta a Porta, Ballarò, Otto e Mezzo e via discorrendo.

Ebbene, è notizia di poche ore fa che Enrico Mentana, per gli stessi motivi che suscitavano in me perplessità, abbia autoeliminato il Suo programma MATRIX dalla corsa al Telegatto  

Queste le parole del popolare giornalista in comunicato stampa di Mediaset :  

“Da ormai 15 mesi – spiega il direttore Enrico Mentana – Matrix fa parte di un panorama informativo che sulle varie reti si articola in un’offerta estremamente competitiva. Solo per citare alcuni titoli, da Porta a Porta a Otto e Mezzo, da Ballaro’ all’Infedele, da Anno Zero a Report. Pur comprendendo la logica delle votazioni popolari, non mi pare giusto che nessuno di questi programmi sia stato reputato degno di competere per i Telegatti, dove invece figurano – insieme a Matrix – due trasmissioni pur apprezzabili come ‘Lucignolo’ e ‘Le invasioni barbariche’.” “Ritengo – conclude Mentana – quindi doveroso ritirare il programma che ho creato con Davide Parenti dalla competizione, alla quale auguro comunque il massimo successo”.

Che dire. Bravo Enrico!





1
ottobre

DISAFFEZIONE DAI REALITY?

Reality Collage @ Davide Maggio .it

Se dovessimo rispondere alla domanda oggetto del titolo di questo post, guardando esclusivamente i dati auditel delle produzioni di quest’inizio stagione, probabilmente la risposta sarebbe obbligata e dovremmo rispondere con un secco SI!

Io, tuttavia la penso diversamente.

Prima di procedere…una premessa.

Ho sempre ritenuto il reality show il genere televisivo che meglio soddisfa le “esigenze” del popolo televisivo italiano.

Esigenze fondamentalmente voyeuristiche grazie alle quali potersi, da un lato, confrontare con gente comune che vive situazioni reali, dall’altro curiosare nella quotidianità e nell’intimità altrui con la sperenza di poterci ridere su.

E’ naturale che quanto più questa realtà sia eccessiva, animata, accesa, tanto più crescerà l’interesse e la curiosità nel telespettatore.

Non è un caso che i momenti di maggior successo (o quanto meno quelli più seguiti e che rimangono ben impressi nella memoria dei “guardoni”) siano :

  1. lo scontro (sino ad arrivare a quello fisico)

  2. l’intimità spinta (fino ad arrivare al sesso)

Chi non ricorda l’accapigliamento tra Antonella Elia e Aida Yespica (Isola dei Famosi) o le notti infuocate di Pietro Taricone e Cristina Plevani (GF1)?

Naturalmente, trattandosi di reality –> show, la mediazione televisiva è implicita e, conseguentemente, la situazione ”reale” proposta è, a ben guardarla, artificiale poichè architettata, influenzata e dominata dalla tv stessa che in questo modo influisce sulla realtà, modificandola. –br[Continua a leggere DISAFFEZIONE DAI REALITY?]–

Proprio per questi motivi, è facile intuire e soprattutto constatare che il successo di uno show del genere sia condizionato da fattore fondamentali quali :

  1. la scelta dei personaggi che daranno vita al programma : quanto più forte è la personalità, il carattere e il carisma dei personaggi, tanto maggiore sarà il successo del programma;

  2. la suggestività della storia che i personaggi dovranno vivere;

  3. una conduzione carismatica che renda il presentatore anche (e soprattutto) un buon “macchinatore” della realtà proposta.

Un’integrazione si rende necessaria parlando dei reality show in cui i protagonisti non sono più persone “normali” ma celebrità.

Entra, infatti, in scena un altro fattore che s’aggiunge a quelli precedentemente citati e trova in questo particolare genere di reality la Sua massima espressione : la miseria umana. A farla da padrona, in questo caso, è, infatti, il desiderio di spogliare una celebrità dei panni da very important person e ”metterla alla prova” con le difficoltà della vita di tutti i giorni.

Tutto ciò che ho premesso è stato, come è naturalmente che sia, ben capito dalle emittenti e, ancor più, dalle case di produzione, tant’è che quest’anno si è deciso di strafare!

Ecco qual è il vero punto.

Il pubblico non s’è stufato dei reality.

Il pubblico ha semplicemente imparato a scegliere : non ci si trova più (fortunatamente) di fronte ad un pubblico che accetta passivamente ciò che la TV propina ma i telespettatori si pongono ormai in atteggiamento critico nei confronti del piccolo schermo e hanno imparato a meglio utilizzare il telecomando optando, in alcuni casi, per il tasto rosso pur di non sorbire uno spettacolo che non si gradisce.

Quello che si è bocciato in questo inizio stagione non è stato, quindi, il reality ma IL REALITY A TUTTI I COSTI che pur non soddisfando tutti i punti precedentemente analizzati ha invaso i palinsesti del tubo catodico nostrano nell’erronea convinzione (presto smentita dai dati auditel) di dover riscuotere, per il sol fatto d’essere un reality show, un immeritato successo.

Se così non fosse e ci si trovasse, dunque, di fronte ad una disaffezione nei confronti dell’intero genere dei reality show non si giustificherebbe il successo de La Pupa e il Secchione, andato ben oltre ogni più rosea aspettativa.

Volendo passare dal generale al particolare, lasciando da parte Wild West che, a dirla tutta non brilla in nessuno dei 3 “requisiti da reality”, mi piacerebbe soffermarmi su Reality Circus e cercare di capire le motivazioni alla base del calo d’ascolti de L’Isola dei Famosi Honduras.

Inutile negare che Reality Circus sia difficile, già di per sè, da “etichettare” come reality show : la puntata serale è condita da “semplici” esibizioni circensi che hanno per protagonisti degli pseudoVIP in cui la “realtà” (nel senso sopra spiegato) è assolutamente essente. In daytime la maggior parte dello spazio è dedicato alla preparazione atletica senza che le bramate quotidianità e intimità raggiungano il telespettatore. Già questo basterebbe a definire Reality Circus come VIPSHOW e NON come reality show.

Ma nemmeno questa definizione sembra calzare a pennello per il reality in questione.

Quelli che dovrebbero essere infatti dei reality show in cui ad essere protagonisti siano delle celebrità, si sono trasformati in veri e propri uffici di collocamento per sottospecie di artisti appena affacciatisi sul mondo dello spettacolo o l’ultima spiaggia per artisti in via d’estinzione.

Quest’anno, però, si è voluto proprio esagerare.

Si è passati a sponsorizzare e a regalare visibilità a personaggi del tutto sconosciuti e spacciati per vip.

Il pubblico è rimasto deluso da due trasmissioni (in particolare l’Isola) che, pur risultando interessanti, avrebbero dovuto vedere personaggi noti mettersi in discussione. Così non è stato e il telespettatore non è più disposto a farsi prendere in giro.

La conseguenza? 

In un caso si è bocciato in toto un reality di nuova creazione (Circus), nell’altro è stato punito un programma ormai storico qual è L’Isola dei Famosi.

Trovo a tal proposito interessanti, esemplificativi e divertenti due servizi realizzati da Matrix che hanno tradotto in video le parole (dure) di Nicoletti (critico televisivo e giurato a La Pupa e il Secchione) che hanno ad oggetto proprio quest’ultimo punto della discussione.

Probabilmente, proporVi il video, è la maniera migliore per concludere.

Buona Visione

[Clicca qui per il video]


29
settembre

LA SOAP OPERA DEI PALINSESTI IMPAZZITI

Non ho mai scritto un post che si limitasse a riportare pedissequamente gli scritti di qualche altro autore.

Avete presente, però, quando, leggendo un giornale, un blog o qualsiasi altra fonte di notizie condividi un articolo al punto tale da dire a Te stesso : “Ecco. Esattamente ciò che avrei scritto io“?

Aldo Grasso @ Davide Maggio .itUna sensazione grazie alla quale Ti sembra che ciò che stai leggendo sia la materializzazione dei Tuoi pensieri!

Bene! A me è capitato con l’articolo di Aldo Grasso (nella foto) che sto per riportarVi, pubblicato ieri sul Corriere della Sera.

Lungi da me il paragonare i semplici scritti di questo blog ad una penna elegante qual è quella del noto critico televisivo! Ci mancherebbe altro!

Parlo, fondamentalmente, dei contenuti, non della forma e non Vi nascondo che l’aver trovato, nell’articolo di Grasso, delle affinità di interpretazioni e di vedute con quanto ho scritto alcuni giorni fa e con ciò che penso su questa ”scostumata” questione, mi ha inorgoglito un po’! 

Oggetto di analisi è  l’ormai infinita “soap opera dei palinsesti impazziti”.

Buona Lettura 

Un sinistro scricchiolio sta allarmando i custodi del palazzo televisivo. Da dove proviene? Chi l’ha provocato? Lo scricchiolio è causato dalla follia dei palinsesti. Che ormai oscillano come trottole, mappe impazzite. Da tempo, sui giornali, l’inizio della prima serata di Canale 5 e Raiuno è segnalato alle 21. In realtà, non inizia mai prima delle 21.20.
Perché questo inganno? La seconda serata non esiste più, è slittata a mezzanotte. Gli show finiscono all’ una di notte, con buona pace di chi la mattina deve alzarsi. Un telefilm di successo come Dr. House viene brutalmente spostato causando la ribellione dei telespettatori; il programma di Bonolis va in prima serata, poi in seconda, poi viene collocato nella fascia preserale; Reality circus dal lunedì passa alla domenica, dalla domenica al mercoledì: una giostra. Le anomalie non finiscono qui, anzi paiono ben più profonde. Joe Petrosino vince ampiamente la serata di domenica 24 settembre con quasi sei milioni di spettatori, favorito dal clamoroso flop del reality di Canale 5 (3.104.000 spettatori, 16,38% di share, 5/6 punti sotto gli obiettivi della rete). Lunedì 25 Petrosino perde duecentomila spettatori e quasi il 5% di share, andando contro una logica sempre rispettata: ovvero che la seconda puntata di una fiction di successo va meglio della prima, per l’effetto valanga e per l’effetto persistenza, degli spettatori che hanno visto la prima. Ma qui entra in gioco la contro- programmazione de L’Onore e il rispetto, coi suoi 5.656.000 spettatori (22%), già accumulati nelle 4 puntate precedenti. Altri flop da palinsesto. Le quattro serate di Miss Italia, a dimostrazione di come ormai la manifestazione non sia più vissuta come evento. O l’inatteso insuccesso di Luca Barbareschi: Giorni da Leone 2, il seguito di una fiction in onda nel 2002. Allora fece il 20% di share, ma il seguito non funziona. La prima puntata (5 settembre) ha uno share di appena il 12,16 per cento, ridicolo per Raiuno. Tanto che si decide di sfilarla subito per sostituirla con una replica di Bartali.

Ma la situazione più clamorosa riguarda Paolo Bonolis. Fattore C, un format così collaudato e sperimentato da sembrare un plagio, floppa clamorosamente in prima serata: domenica 10 settembre supera il 23% di share ma la domenica successiva crolla al 17,61. Spostato nel preserale non fa di meglio, meno del 18% di share.

Programmi dislocati, orari oltraggiati, soppressioni improvvise, sforamenti abituali. Il palinsesto (dal greco palímpsèstos, «raschiato di nuovo», a significare l’originale programmazione trimestrale fatta di tanti fogli sovrapposti) è ormai inattendibile. Rispetto ai corrispettivi francesi (grille) e inglesi (schedule), il termine italiano sottolinea l’incessante lavoro di perfezionamento, ridefinizione, correzione cui è sottoposta la programmazione. Che può essere infatti continuamente rielaborata in rapporto agli obiettivi della rete (proprio come le antiche pergamene venivano continuamente corrette e riutilizzate). Ma la sensazione è che la nostra programmazione venga raschiata ogni giorno, senza sosta, da una mano insensata. Ciò che vediamo sul piccolo schermo corrisponde raramente a ciò che è riportato dalle guide ufficiali.

«Il palinsesto è matematica», sostiene Alba Parietti. Ha ragione. Ma il suo reality sa contare solo fino al 7 (di share). Gli esempi si sprecano, giusto per fornire una sismografia del terremoto in atto. Per Raiuno e Canale 5, come detto, il ritardo è cronico, e francamente anche un po’ ridicolo.

Non va molto meglio sulle altri reti, la litania dello sforamento si ripete. Il telefilm su Raidue e The Oc su Italia 1 iniziano con cinque minuti di ritardo, il film su Retequattro con quindici. Raitre è in orario, e anche La7 non sgarra. Però il programma di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni sfora volentieri. Nel maggio scorso ha ceduto la linea a Gad Lerner solo alle 21.43. Che non l’ha mollata prima delle 24.00. Per la disperazione di Piero Chiambretti, previsto con Markette alle 23.30. Siccome non è un caso isolato, il conduttore ha pensato di ribattezzare il suo programma Uno mattina Markette.
L’altra sera ha bevuto il calice amaro anche Bruno Vespa battuto da Enrico Mentana che aveva in studio Luciano Moggi (Moggi è la variabile impazzita del palinsesto: una volta era chiamato per rispetto adesso per alzare l’audience). Ma Vespa è stato costretto dal film di Raiuno a partire molto tardi. Da cosa dipende questa debolezza intrinseca della tv generalista, questa assurda partita a scacchi che denota mancanza di rispetto nei confronti dello spettatore? Alcuni impazzimenti sono dovuti alle logiche perverse dei palinsesti.

Il ritardo della prima serata è stato «inventato» da Striscia la notizia per fare il pieno d’ascolto. Da questo «male» ne discende un altro ancora più grosso. Per non avere concorrenza in quell’ ora topica, Mediaset è stata costretta a riportare Bonolis all’ovile, a peso d’oro. Ma Bonolis è tornato con tutto il clan di Lucio Presta (Paola Perego, Amadeus, Panicucci) imponendo alcuni programmi rivelatisi poi dei fallimenti (Amadeus è già sparito dal video).

Visto che parliamo di clan, la disarticolazione dei palinsesti dipende anche dal fatto che in troppi ci mettono le mani. Ormai personaggi come Lucio Presta, Bibi Ballandi, Lele Mora, Beppe Caschetto contano più dei direttori di rete. Non a caso a dirigere Raiuno c’è Fabrizio Del Noce, un giornalista che non si era mai occupato di programmazione. A dirigere Canale 5 ci sarà Massimo Donelli (tanti auguri!), la cui unica esperienza tv consiste nell’ aver diretto Sorrisi e canzoni (dove spesso si è lamentato dell’infedeltà dei palinsesti!). Qualcuno imputa la follia della programmazione alla crisi imprevista dei reality (difficoltà che coinvolge persino un campione d’ascolti come L’isola dei famosi) o all’esplosione del satellite, di Sky (è il caso di Lost, laserie di culto, che in onda il lunedì regala share record a Fox). Qualcun altro, più addentro, la spiega con la difficoltà delle reti ammiraglie (specie Canale 5) a raggiungere gli obbiettivi promessi agli investitori pubblicitari; di qui gli spostamenti, le protezioni, i traslochi, le cancellazioni apparentemente inspiegabili. Tutto questo mina due meccanismi su cui si fonda, o si dovrebbe fondare, il patto comunicativo della tv: l’abitudine e la fedeltà. Il pubblico è consuetudinario e affezionato ai programmi preferiti. Perché svilire così il palinsesto? Gli orari dei treni non sono sufficienti per garantire a un Paese una rete efficiente di trasporti, ma senza orario i treni non si muovono, e se si muovono creano solo caos.