Da eroina della soap a compagna di Adolf Hitler. Marianna de Micheli ha deciso di puntare sulla versatilità per la sua carriera d’attrice. In attesa che l’azienda faccia luce sul futuro di Centovetrine, smessi i panni dell’affascinante Carol Grimani, ha deciso, infatti, di tornare al teatro dove è attualmente di scena a Roma con lo spettacolo Eva Braun, coniugata Hitler.
Com’è interpretare un personaggio controverso come Eva Braun?
All’inizio ero terrorizzata. La mia idea di lei è contraddittoria, come del resto lo sono io nella vita e quando mi capita di approcciarmi a nuovi personaggi. In una prima fase cerco di astenermi dal dare giudizi ma poi diventa inevitabile farlo. E’ un pò come quando con noi stessi tendiamo da un lato a giustificarci e dall’altro colpevolizzarci.
Credi che il pubblico di Centovetrine sia rimasto spiazzato?
Non lo so forse per i primi dieci minuti. E’ una cosa completamente diversa ma poi ci si dimentica di Carol.
Il regista dell’opera, Sergio Basile, è il tuo ex fidanzato…
Sì (ride, ndr). Sembra impossibile ma si può fare. Non ci sono state difficoltà sotto questo punto di vista anzi è stato anche un modo per riparlare di determinate cose che al momento non si sono potute affrontare. Quando la rottura è fresca non si riesce a parlare con tranquillità, invece, lavorare insieme a distanza di qualche tempo ci dato anche modo di risolvere le questioni per così dire in sospeso.
Come vivi la situazione di Centovetrine, le cui riprese al momento ferme potrebbero ricominciare a breve o mai più?
Vivo tranquillamente perchè era già successo a dicembre dello scorso anno e in quell’occasione ho avvertito il colpo più grande. Aspetto con serenità ogni decisione e il fatto di essere talmente occupata con il teatro mi aiuta a non stare con il cuore in gola.
Ti dà fastidio essere chiamata Carol Grimani?