10 a Deejay chiama Italia. Linus e Nicola Savino si confermano maestri insuperabili del cazzeggio intelligente. Fa strano che la quiete nel morboso e rumoroso daytime televisivo ci venga offerta da un programma radiofonico ma d’altronde la qualità rimane tale ovunque. W la cross medialità.
9 a Carlo Freccero. Questa settimana intervistato da Repubblica il direttore spiega la sua Rai4: “Ho lavorato con la freddezza degna del dottor House a questa programmazione. Per me il palinsesto è un racconto che deve articolarsi secondo offerte precise che si devono ibridare: questa è la matematica che ogni tv deve avere”. Chiaro, lucido e mai banale, dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere lo spreco più grande che la Rai commette.
8 a Maria De Filippi che parla della durata inferiore dell’appuntamento del sabato con Amici. Trenta minuti in meno per il talent di Canale 5 sono penalizzanti ma la padrona di casa non fa polemiche bensì si limita a constatare i fatti. A differenza di alcuni colleghi ha capito che i panni sporchi si lavano in famiglia.
7 al servizio di Enrico Lucci a Le Iene sulla tragedia di Avetrana. Forse non era perfetto ma dopo i sermoni e il chiacchiericcio da infotainment era quello che ci voleva.
6 a Roberto Saviano. Mancavano solo le polemiche su contratti e i costi di Vieni Via Con me che lo scrittore cavalca col vittimismo e qualche inesatezza. Fa bene però: se qualcuno nutriva dei dubbi sull’esito del programma ora questi sono svaniti. Dicesi Effetto Santoro.