La gentilezza al giorno d’oggi, si sa, è cosa rara, soprattutto in un mondo spietato come quello della televisione. Eppure anche lì non mancano gli esempi contrari. Prendete Mediaset che decide di fare concorrenza a Ti Lascio una Canzone con un programma pressoché identico, curato, però, dallo stesso direttore artistico, strappato ai rivali per l’occasione, ma che sceglie di non usare lo stesso titolo. Eh sì una grande gentilezza, almeno secondo Gerry Scotti, il conduttore di Io Canto; e pazienza se difensori e studiosi del diritto d’autore e copyright la penserebbero diversamente. E dire, però, che lo stesso Gerry più volte aveva puntato il dito contro coloro i quali sembravano usurpare i suoi programmi (praticamente qualunque programma era “La Corrida”, che poi non era sua manco quella. Ma questa è un’altra storia).
Ora, invece, si trova a difendere apertamente il suo programma fotocopia che, nel giro di poche dichiarazioni, è passato da figliolanza di Ti lascio una Canzone a essere Ti Lascio Una Canzone (così Gerry all’Ansa: “Non è solo somigliante, è “quello””). La motivazione adotta alla legittimità del clone, sempre secondo il conduttore, oltre alla presenza di Cenci (che dovrebbe detenere i diritti), è che uno show su un gruppo di bambini che cantano è come “scoprire l’acqua calda”. Altrettanto, aggiungiamo noi allora, si potrebbe dire per persone comuni che vanno in televisione a cantare e ballare, o a rispondere a delle domande. Ma questa è un’altra storia ancora.
Legittima o no, la trasmigrazione di Ti lascio una canzone, di fatto, va a macchiare l’ottimo palinsesto di inizio 2010 di Canale5. Non solo perchè la rete poteva fare a meno di produrre lo show (sarebbe bastato anticipare Ciao Darwin, fatto seguire, poi, da Lo Show dei Record o da puntate speciali di Zelig) ma perchè Io canto si stacca totalmente dalla linea editoriale della rete che predilige, nel bene e nel male, produzioni giovani, originali, e al passo con i tempi. I vari Grande Fratello, Zelig, Amici, Tutti per Bruno nulla hanno in comune con un programma che si regge sull’acqua calda, giusto per citare le parole dello stesso conduttore.
Gerry Scotti a “Sorrisi e Canzoni TV”: “E’ innegabile che ci siano molti punti di contatto (con Ti lascio una canzone) a partire dal direttore artistico Cenci. (…) Ma in fondo anche il Festivalbar passò da Rai a Mediaset!”
Qualcuno spieghi allo zio Gerry che Salvetti non cambiò nome a Festivalbar e che Mediaset acquistò dalla Rai il format originale.