Marco Masini, reduce dal trionfo a Canzonissima 2013 – I Migliori anni, torna a parlare del capitolo più doloroso della sua vita, quello che agli inizi degli anni ’90 lo vide vittima di dicerie e superstizioni che lo etichettavano come iettatore e che lo spinse nel 2001 ad annunciare il ritiro dalle scene, vista l’impossibilità di promuovere i suoi album in tv o nelle radio.
Lo fa con lucidità ma con fermezza nel salotto di Domenica In Così è la vita, insieme ad una Lorella Cuccarini che non esita a definire quella di Marco una battaglia contro la stupidità. E il loro pensiero va subito a Mia Martini, morta forse per colpa delle medesime accuse subite da Masini, che commenta con una riflessione dura e amara:
“Questo è un paese che prima uccide e poi intitola i premi alle vittime che ha ucciso”.
L’artista toscano però non ha mollato e sul palco c’è rimasto, vincendo anche il Festival di Sanremo nel 2004. Ma, come ammette, certe etichette è difficile togliersele di dosso, anche se si va avanti e si lavora sodo con un esercito di fedelissimi che ti sostiene. Il cantautore rivela di aver subito ostracismo già alle selezioni per Sanremo, a cui partecipò nel 1990 con la canzone Disperato, arrivata poi prima nella categoria Nuove Proposte.