Una rete che poggia su quattro assi. Non è il titolo di un film, è la ricetta di La7. Il settimo canale del telecomando, smessi i panni di tv del terzo polo (indossati oggi, a detta di Enrico Mentana, da Sky) e rinunciato, per sua fortuna, a mosse e manovre da generalista, ha ricominciato a cucinare con i suoi ingredienti classici. E i frutti, tanto per restare in tema, si vedono. D’altronde, chi lo dice che in crisi di idee e di soldi sono sempre le “piccole” realtà a pagare il prezzo più elevato?
Mentana, a tal proposito, è stato chiaro: per tenere a galla La7 occorre che la programmazione sia improntata tutta all’attualità, declinata nelle varie forme. Che può essere il talk, tanto convincente con Corrado Formigli, quanto vincente con Michele Santoro; oppure l’intrattenimento, che è perfetto se mescolato in una sorta di one man show targato Maurizio Crozza, persino irrinunciabile se inserito nel freddo e spoglio studio di Daria Bignardi.
Tutto sa di già visto (qui sta la crisi di idee), ma tutto funziona (in barba alla crisi di soldi). Funziona Piazza Pulita, la versione “moderna” de L’Infedele; funziona Servizio Pubblico, nato dalle ceneri di Annozero; funziona Crozza nel Paese delle Meraviglie, l’aggiornamento riuscito di Italialand; funziona Le Invasioni Barbariche, nonostante otto edizioni alle spalle.