Ballarò
BALLARÒ: MAURIZIO CROZZA COMMENTA IL CONFRONTO TV TRA I LEADER DEL CENTROSINISTRA (VIDEO)
BALLARÒ: MAURIZIO CROZZA REPLICA A DI PIETRO (VIDEO)
È un Maurizio Crozza che si toglie subito i sassolini dalle scarpe, quello che apre la puntata del 6 novembre di Ballarò, il programma di Giovanni Floris, in onda ogni martedì su Raitre. Antonio Di Pietro lo accusa di killeraggio mediatico? E lui risponde col sorriso sulle labbra, come sempre, affondando il leader Idv come la lama nel burro:
“Caro Di Pietro: io sono un comico, quale killeraggio? Se racconto la barzelletta con l’inglese, il tedesco e il francese, il giorno dopo non mi chiamano mica Re Carlo, Merkel e Sarkozy. (…) Pensate, è una vita che dico di tutto a Berlusconi e non è mai successo niente. Ho fatto una battuta su Di Pietro e gli si sfascia il partito”.
I RADICALI POLEMICI CON BALLARO’: ‘CARO FLORIS, LA TUA CREDIBILITA’ HA INIZIATO UNA DISCESA CAPEZZONIANA’
I partiti politici non ci stanno e Rai 3 diventa stranamente l’obiettivo principale di alcune compagini rappresentate in maniera minoritaria rispetto al duopolio più o meno definito nelle tribune politiche e parlamentari. Dopo la denuncia leghista alla direzione del tg della terza rete (qui i dettagli) anche i Radicali lamentano un trattamento un po’ discriminatorio nei loro confronti, a seguito di una mancata possibilità di replica nel corso della puntata di ieri sera – 25 settembre 2012 – di Ballarò, che ospitava la dimissionaria Renata Polverini, una che, secondo l’opinione di qualche osservatore, senza la visibilità concessa proprio da questo programma non sarebbe mai arrivata da nessuna parte.
Ottimo riscontro di pubblico per Giovanni Floris e il suo talk, anche se nel day after c’è chi, come il segretario radicale Mario Staderini, vuole fare venire a galla quanto stava succedendo nel backstage della trasmissione, in modo che ognuno possa trarre le proprie valutazioni. Prova a raccontarlo tramite il suo social account:
”Ho chiamato Ballarò chiedendo di intervenire telefonicamente per correggere le falsità che erano state dette in trasmissione. Mi hanno risposto che non prendono telefonate. Avevo premesso che non ero Berlusconi e avrei accettato il contraddittorio. A quel punto mi hanno proposto di scrivere qualcosa che leggesse Floris specificandomi “anche ampia, di considerazione politica”. Dopo aver chiarito che l’indomani avrei cmq reso pubblico quanto successo, ho scritto il seguente messaggio: 1) non e’ vero che tutti i partiti erano nell’ufficio di presidenza che ha votato soldi ai gruppi: ne fanno parte pdl udc e lista Polverini e due partiti di opposizione ma non i radicali, i quali hanno poi votato contro al bilancio che li prevedeva”
E ancora:
BALLARO’ HA SEMPRE GLI STESSI OSPITI? GIOVANNI FLORIS: “NON SIAMO UN TALENT SHOW”
Non lamentatevi: mica è colpa dei talk show se la scena politica è occupata dagli stessi personaggi ormai da 20 anni. Di Pietro, La Russa, Casini, D’Alema… La vera “Casta” non siede in Parlamento, ma sugli scranni foderati dei salotti tv. E Giovanni Floris, da parte sua, mette le mani avanti, respinge le accuse di chi gli rimprovera di ospitare sempre le solite facce. In un’intervista al Radiocorriere Tv, il conduttore di Ballarò ha spiegato:
“Il criterio con cui chiamiamo gli ospiti in studio è esclusivamente un criterio giornalistico, vengono quelli pronti al dialogo“
Evidentemente quelli “pronti al dialogo” sono pochi, oppure il problema risiede nell’incapacità di chi seleziona le voci utili al confronto. Perché, a ben vedere, l’Italia è piena di persone che hanno qualcosa di intelligente da dire, ma nei talk si preferiscono ospitare solo personaggi ad uso e consumo della liturgia televisiva. Con idee, il più delle volte, prevedibili. Troveranno mai spazio dei volti nuovi? Floris la pensa così:
“Non credo sia il nostro ruolo, non siamo un talent show. A chi ci critica di chiamare sempre gli stessi ospiti o di creare personaggi dal nulla rispondo che le due cose non stanno insieme”.
BALLARO’ FESTEGGIA I DIECI ANNI CON UNA STAGIONE DA RECORD E 12 VITTORIE IN PRIMA SERATA
E’ un caso più unico che raro quello di Ballarò nel panorama attuale della tv generalista: il talk condotto da Giovanni Floris spegne dieci candeline e festeggia un’edizione da record. Con Michele Santoro fuori dalla Rai e l’incandescente stagione politica che ha visto l’uscita di scena di Silvio Berlusconi, il programma di Rai3 si è imposto come il principale appuntamento di approfondimento politico della tv italiana e ha visto lievitare i suoi ascolti fino ad una media di quasi 4 milioni di telespettatori con uno share che sfiora il 17%.
Numeri da capogiro che hanno trascinato la rete diretta da Antonio Di Bella sul terzo gradino del podio degli ascolti, subito dietro Rai1 e Canale 5. Nel corso della stagione, Ballarò è stato per dodici volte campione del prime time diventando un concorrente insidioso persino per le proposte delle due reti ammiraglie, e nella puntata del 6 dicembre ha registrato il suo record assoluto con 6.390.000 telespettatori e il 23.87% di share. Un successo che, già un anno fa, aveva fatto ingolosire la concorrenza: fu lo stesso Piersilvio Berlusconi a rivelare le sue intenzioni di voler portare Floris a Mediaset, all’indomani della firma del contratto che legava il giornalista alla Rai.
Dal conduttore intanto arrivano i ringraziamenti a tutta la squadra:
“Una stagione faticosa, difficile, ma decisamente interessante, piena di spunti sul fronte giornalistico nella quale siamo riusciti ad essere credibili e autorevoli occupandoci, come sempre, di economia e società, raccontando i problemi del Paese e segnalando il loro aggravarsi, a prescindere dal governo in carica. Ringrazio il nostro pubblico, lo studio, il regista, la redazione, gli autori, gli inviati e Rai3, che ci ha sempre sostenuto e dato sicurezza. Un grazie, naturalmente anche a Maurizio Crozza. Insomma: se Ballarò è forte, lo è perché è una gran squadra, formata da grandi professionisti e grandi lavoratori, che amano il proprio mestiere e lo sanno fare con rigore e abnegazione, coraggio ed equilibrio”.
MARA CARFAGNA, LA ‘PASIONARIA’ TELEVISIVA AZZURRA
Da quando non è più Ministro della Repubblica Italiana, Mara Carfagna ha recuperato quella verve televisiva, che di certo non le mancava tra un carpaccio e una spaghettata al seguito di Davide Mengacci. Diciamo che, forse non avendo più l’onere dell’equilibrio istituzionale, adesso l’ex responsabile delle Pari Opportunità si sbottona con più facilità davanti alle telecamere. Nella puntata di Ballarò di ieri sera la Carfagna è riuscita, là dove nessuno era finora arrivato, persino a puntellare il sacro ritmo del monologo – copertina di Maurizio Crozza.
Saranno le poltrone rosse infuocate della terza rete a mettere pepe all’onorevole del Pdl. Dopo il primo match con Luisella Costamagna, finito con una sorprendente ‘vittoria’ in trasferta della Carfagna, ben lieta di mettere ko un’interlocutrice troppo convinta di vincere facile, è arrivato il bis. Crozza però resiste meglio alle repliche ben appuntite. Per la prima volta c’è qualcuno che rischia di fargli perdere il filo. La tecnica dell’interruzione apre nuove frontiere.
Non è semplice per il comico genoano condurre la stoccata fatale, con quella sua tecnica quasi teatrale della battuta finale strappa-applausi. Deve quasi chiedere alla sarcastica Mara di tacere per non rendere il monologo un dibattito fuori programma. Tutto nasce però da un’allusione, geniale nel suo essere snervante, al fatto che la fine del governo Berlusconi abbia portato la crisi nelle tasche dei comici, Crozza compreso.
BEPPE GRILLO AI SUOI: “NON ANDATE IN TV”. MA ORA I GRILLINI NON POSSONO PIU’ EVITARE IL CONFRONTO
Alle recenti elezioni amministrative i cittadini hanno premuto il grilletto, anzi il grillino. Come dimostra il responso delle urne, gli italiani hanno sparato a zero sui partiti tradizionali e hanno invece premiato quelle forze che si sono fatte interpreti del dissenso popolare. A fare il pieno di voti è stato in particolare il Movimento 5 Stelle guidato da Beppe Grillo. Il comico genovese ha messo in moto una potente macchina (anti)politica che ha raccolto adesioni in rete, nelle piazze e quindi ai seggi. Ma quasi mai in tv.
Il mezzo televisivo è sempre stato criticato da Grillo, che si è ben guardato dal partecipare ai talk show (se non con interventi registrati!) ed ha invitato i suoi adepti a fare altrettanto. Tale strategia ha permesso al Movimento 5 Stelle e ai suoi candidati di sottrarsi dalle contese autoreferenziali che spesso caratterizzano le arene mediatiche. La mossa si è rivelata vincente ed ora, ad elezioni avvenute, il genovese ha intenzione di andare avanti con la sua crociata anti televisiva.
Dalle pagine del suo blog, Grillo ha infatti lanciato un nuovo anatema e ha messo in guardia i suoi:
“Chi partecipa ai talk show deve sapere che d’ora in poi farà una scelta di campo (…) Se il M5S avesse scelto la televisione per affermarsi, oggi sarebbe allo zero qualcosa per cento. Partecipare ai talk show fa perdere voti e credibilità non solo ai presenti, ma all’intero MoVimento” ha scritto.