Il fantasma degli anni di piombo torna quando meno te lo aspetti, in una notte milanese di fine settembre per esempio. Poteva trasformasi in un attentato in piena regola, ma fortuità e caso hanno evitato il peggio. Ieri notte un uomo armato ha cercato di aggredire il direttore di Libero Maurizio Belpietro, mentre rincasava. A sventare la violenza è stato un agente della sua scorta, che ha aperto il fuoco a scopo intimidatorio, mettendo in fuga l’individuo armato che si aggirava sulle scale della casa del giornalista. Un episodio grave ed inquietante, come lo stesso Belpietro ha raccontato oggi a Mattino Cinque, durante la rubrica che abitualmente conduce all’interno del programma.
“Il clima conta. Basta navigare su certi siti per trovare minacce di morte. Tutto questo mi mette inquietudine, non capisco quale reato ho commesso per meritare addirittura una condanna a morte” ha detto Belpietro, riconducendo la sventata aggressione di ieri notte ad un’atmosfera politica che punta alla demonizzazione dell’avversario, arrivando a giustificare atti di violenza anche fisica. Il direttore di Libero ha dichiarato di essere una persona calma e fredda, che non si lascia prendere dall’agitazione, e poi, incalzato dal conduttore Paolo Del Debbio, ha ammesso: “In me prevale un senso di grande ingiustizia. Questo non è un Paese normale: perché da noi non si possono sostenere opinioni senza pagare con paura e minacce?“.
Poi il giornalista ha cercato di ricostruire le dinamiche della tentata aggressione, ribadendo: “la fortuna è stata che l’agente di scorta che normalmente mi accompagna fino alla porta di casa non ha preso l’ascensore ma è sceso per le scale perchè voleva fumare una sigaretta. Si è trovato davanti un uomo armato che, senza dire nulla, ha puntato la pistola e ha sparato“. Il pubblico prensente nello studio di Mattino cinque ha più volte sostenuto con un applauso le considerazioni di Belpietro, il quale da otto anni vive sotto scorta e non è nuovo a minacce e tentate aggressioni.