16 marzo 2009



17
marzo

Protetto: ASCOLTI TV DI LUNEDI 16 MARZO 2009: UN GRANDE FRATELLO AL 30% VINCE LA SERATA. PANE E LIBERTA’ SI DIFENDE

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16
marzo

DM LIVE24: 16 MARZO 2009

DM Live24 - 16 Marzo 2009
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Dal diario di ieri…

  • Questo Venerdi

ANnuccia ha scritto alle 17:00

[A Questa Domenica] Claudia, l’ultima uscita del Gf, fa una gaffe che la Perego cerca di salvare in calcio d’angolo.

Perego: “Due giorni fa è stato il compleanno di tuo padre”

Claudia: ”il compleanno di mio padre veramente è oggi”

Perego: “no 2 giorni fa. Venerdì è stato il compleanno di tuo padre, oggi è domenica…”

Povera Claudia non sapeva che questo venerdì è Questa domenica…


15
marzo

PANE E LIBERTA’, LA FAVOLA BELLA DI GIUSEPPE DI VITTORIO

Pane e Libertà

“Nessuno dovrà più morire per un pezzo di pane”: questo il giuramento solenne, la straziante dichiarazioni d’intenti che, ancora bambino, Giuseppe Di Vittorio pronuncia, fra le lacrime, di fronte a un piccolo compagno di lavoro morente. Una lezione, la sua, di struggente umanità e straordinaria intelligenza politica posta al centro di una fiction “Pane e libertà” che Raiuno trasmetterà domenica 15 e lunedì 16 marzo.

In una società, quella italiana dello scorso secolo, dominata da rapporti sociali arcaici e iniqui, dove la vita di un povero diavolo vale qualche sacco di fave, dove la soddisfazione dei bisogni primari, pane e libertà per l’appunto, diviene oggetto di una costante rincorsa, va in scena l’eterna lotta fra oppressi e oppressori, tra signori e “cafoni”. Alla frustrante rassegnazione dei braccianti meridionali, condannati, da secoli, a una vita di sudore, stenti e sofferenze, ben esemplificata da motti quali “mondo è e mondo sarà”, “solo Dio e il padrone ci danno da mangiare”, (espressioni di tragico disincanto che tanto c’hanno fatto pensare al verghiano “chista è la vita”), Di Vittorio tenta, caparbiamente, di opporsi, offrendo loro, finalmente, la speranza di un cambiamento.

Intrappolati in claustrofobici reticoli sociali di chiaro stampo feudale, i contadini pugliesi trovano, grazie al carismatico “sindacalista della moto rossa” , il coraggio di ribellarsi, di non togliersi più servilmente la coppola di fronte al padrone, di reclamare rispetto per la loro dignità di uomini e lavoratori. Per quanto, oggi, tali conquiste appaiano (o almeno lo si spera) patrimonio inalienabile e sicuro della nostra società, allora, non poteva dirsi certo lo stesso e l’importanza della lezione Di Vittorio alberga proprio nell’idea alta, nobile e decisamente anticonformista per il tempo che egli ha dei rapporti sociali e politici.