Prosegue quest’oggi la nostra intervista a Pino Insegno. Qualora aveste perso la prima parte, cliccate qui per leggerla.
La tua compagna in cosa ti ha cambiato?
In tutto. Con lei ho pure il piacere di andare a comprare le scarpe. E ho scoperto il gusto di viaggiare. Prima uscivo da Monteverde Vecchio e mi veniva l’ansia. A me disturba perfino vedere Quark. Solo a guardare il costume da bagno e a pensare che devo partire mi viene la tachicardia. Invece lei – che ora è attrice ma ha studiato da antropologa – ama viaggiare e ha vissuto un anno in Messico.
Curioso, un’attrice antropologa…
Le piace recitare da sempre ma aveva questo amore per l’antropologia… Credo che sia stata pure fidanzata con un Maori…
Va bè ma sarà successo diverso tempo fa.
Eh, ma quando li superi i Maori! Pure il ricordo è difficile da superare!
Ti chiede consigli?
Alle volte, ma fa anche di testa sua.
Tu nasci come doppiatore e tutt’ora è una tua passione. Come hai cominciato?
Erano i primi anni ’80. Ho cominciato doppiando film porno…
Ehm…
Mica era facile allora, che credi? Ai quei tempi c’era la Sefit (grande società di doppiaggio, ndDM) che aveva i suoi soci ed era impossibile entrare. Ma a me piaceva tanto, quindi ho cominciato con quei porno che erano accessibili per me. Mi davano 300 mila lire al giorno in nero… per quei tempi un sacco di soldi. Era veramente imbarazzante perché cominciavi la mattina alle nove – con gente che non conoscevi – davanti al microfono a godere come un pazzo e poi a fine giornata ti davi del lei: “Signora arrivederci, è stato un piacere”. Il primo film che ho doppiato si chiamava Eiaculazione da Tiffany.
Poi che è successo?
Poi la fortuna ha voluto, dopo anni di Apocalypse Now, che da oltreoceano arrivassero le prime soap opera: Quando si ama, Febbre d’amore, La valle dei pini. Che se non la doppiavo io La valle dei pini, non so chi la poteva doppiare! Da lì molti di noi cominciarono a spostarsi sulle soap che ci hanno insegnato il mestiere. Uscivo la mattina ed ero uno di General Hospital, poi andavo a fare La valle dei pini, Sentieri, quindi Falcon Crest. Non ci capivo più niente e quando tornavo a casa a mia madre manco gli rispondevo, non sapevo più come mi chiamavo! Però è stata una palestra che ci ha insegnato tutto.
Poi è arrivata la Premiata Ditta. Che rapporti avete oggi?
Ottimi e non abbiamo mai litigato. Siamo cresciuti insieme. Gli applausi non erano mai per uno solo ma erano sommati per tutti.
Come Premiata Ditta mancate da un po’…
In realtà non ci siamo mai sciolti, ma qualcuno ha deciso per noi e mi dispiace molto. Ora non voglio aprire questa polemica ma un giorno ti chiamerò e ti racconterò. Comunque ti dò una piccola anticipazione: quest’anno festeggiamo 30 anni di carriera insieme al Sistina o all’Ambra Jovinelli con uno spettacolo dal nome “Abbiamo fatto 30, facciamo 31″.
Cosa è cambiato dalla tv di allora, dai tempi dei successi della Premiata Ditta?
Ora c’è meno libertà e meno soldi per produrre. Poi allora non c’era questa corsa frenetica agli ascolti e non si facevano lavorare persone che in realtà fanno un altro mestiere. Una volta il macellaio faceva il macellaio e il cantante faceva il cantante. Sono cambiate anche le raccomandazioni: una volta una donna voleva una macchina, un appartamento; oggi vogliono fare una fiction, essere vallette. E questa cosa ha abbassato il livello, non c’è più la formazione, non c’è più la voglia di studiare per arrivare in televisione. C’è solo la voglia di diventare famosi. Ma fama e bravura non camminano sempre insieme.
Per questo hai aperto l’Accademia Corrado Pani?
E’ un’accademia gratuita che forma occupati. In un certo senso è anche egoismo perché poi è bello quando i ragazzi ti chiamano e ti dicono che stanno lavorando. Una volta un ragazzo mi ha detto: “Senza di te non ci sarei mai arrivato, sto facendo un film con la Deneuve e Depardieu” e io gli ho risposto: “Ammazza! Chiamame pure a me!”
Si dice che i comici siano le persone più depresse al mondo, ma tu non mi dai quest’impressione.
Io sono felice di quello che ho, sono allegro. Lo dico sempre anche ai miei figli di cominciare la giornata ridendo anche se non c’è niente da ridere. Solo perché ci siamo svegliati, perché è una giornata in più da vivere.
1. ANTONIO1972 ha scritto:
14 maggio 2011 alle 17:06