All’esordio abbiamo espresso più di un dubbio riguardo Grand Hotel, la fiction in sei puntate che stasera giunge a conclusione su Rai 1. Ma le vicende d’amore e mistero con protagonisti Adele (Valentina Bellè) e Pietro (Eugenio Franceschini) si sono intensificate con l’andare avanti della narrazione, e sono anche venuti fuori un po’ di quel pathos e quella passione che all’inizio si faceva fatica a trovare nei corridoi del lussuoso albergo.
Grand Hotel: una fiction partita in sordina, che però ha messo in crisi i colossi Mediaset
Di questa crescita se n’è accorto anche il pubblico di Rai 1 che, dopo aver ‘regalato’ alla prima puntata il 15.61% di share, non ha mollato la presa conducendo Grand Hotel prima a battere la corazzata di Gabriel Garko con L’Onore e il Rispetto – Parte Quarta e poi a mettere in difficoltà le ben più attuali vicende di Squadra Antimafia 7. Considerata poi la discutibile scelta dell’azienda pubblica di far aprire la stagione televisiva a questo prodotto nuovo, con molti volti poco noti, mandandolo allo sbaraglio contro tutti i maggiori colossi della fiction Mediaset, questi risultati si fanno ancora più importanti.
Grand Hotel: l’esempio spagnolo
Chissà se la Rai se li aspettava o meno. Forse no. Ma di certo adesso non può non tenerne conto, e difatti sta riflettendo sull’opportunità o meno di mettere in cantiere una seconda stagione e tentare di seguire l’esempio spagnolo: Gran Hotel, la serie di Antena 3 che ha ispirato in tutto e per tutto quella italiana, è andata avanti infatti per tre stagioni ed ha via via arruolato nel cast sempre più attori, ultima ma non ultima Megan Montaner, ovvero Pepa de Il Segreto.
Ma pur non volendo ricalcare ancora una volta le vicende iberiche, con un tale stuolo di personaggi a disposizione, con tanti intrighi e segreti lanciati nel corso delle puntate, di nuove storie se ne potrebbero creare a dozzine. Per far battere il cuore dei romantici o stuzzicare la curiosità degli appassionati di gialli antichi, magari con nuove indagini per il commissario Venezia di Ugo Dighero.
Di carne a cuocere ce n’è, vedremo se la serviranno o meno.
1. pietrgaf ha scritto:
22 settembre 2015 alle 21:24