Articoli per [il socio]

27
gennaio

ANNOZERO, LITE IN DIRETTA TRA MASI E SANTORO. IL DG AL TELEFONO: MI DISSOCIO DALLA TRASMISSIONE, VIOLA LE REGOLE

Michele Santoro

Violento botta e risposta in diretta tra il Direttore Generale della Rai Mauro Masi e Michele Santoro. In apertura della puntata odierna di Annozero, dedicata alle novità sul caso Ruby, il dirigente della tv pubblica è intervenuto telefonicamente per prendere le distanze dall’operato del conduttore di Rai2 e dalla sua impostazione della serata. “Nella maniera più chiara debbo dissociare me stesso e l’azienda dal tipo di trasmissione che, come ho visto nell’anteprima, lei sta impostando e ha impostato la settimana scorsa, perchè ad avviso mio e dei nostri legali essa viola il codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie in televisone” ha affermato Masi.

A quel punto Santoro ha sfoderato la sua indole battagliera e lo ha incalzato con veemenza, mettendolo alle strette: “Quindi lei sta dicendo di non fare la trasmissione?Il giornalista alza la voce, inchioda Masi alle sue responsabilità di dirigente, e lui:Io non interrompo la trasmissione, come non l’ho mai fatto”. Il conduttore di Annozero si infervora, gonfia il petto, scatta in contropiede e rincara la dose: “Allora ritira quello che ha detto, che violiamo le regole?”. Il DG rimane come spiazzato. Balbetta qualcosa col rischio di contraddirsi, poi raddrizza il tiro delle sue affermazioni mettendo tutto al condizionale: “Dissocio me stesso e l’azienda da un tipo di trasmissione che potrebbe violare il codice di autoregolamentazione“.

Ah potrebbe! Qualunque trasmissione potrebbe violare e anche lei potrebbe… Abbiamo capito com’è lei come direttore generale. Buonanotte!”. Santoro le canta in diretta tv all’alto dirigente Rai per essersi dissociato preventivamente dal suo programma. Che gli serva da lezione. Giustamente Michelino fa il padrone di casa, ma nell’impeto del confronto si lascia prendere troppo la mano e tratta il suo DG come fosse la donna delle pulizie. I toni sono incandescenti al punto giusto, allora sì: Annozero può cominciare.




24
gennaio

LE PAGELLE DELLA SETTIMANA TV (16-22/01). PROMOSSI L’EREDITA’ E NOEMI, BOCCIATI PUPO E LA SANTANCHE’

Gemella de Vivo

10 a L’Eredità. Tant’è la durata del suo successo che si è smesso di parlarne, e, invece, giova ricordare i record e l’ottimo stato di salute del game di Rai1. L’unico “aspetto negativo” è che, da quando il Milionario è stato (e si è) annientato, non si assiste più alla battaglia tra reti nello slot preserale.

9 a Noemi. Per la cantante figlia di Xfactor una piccola “consacrazione”: una canzone scritta da un signore chiamato Vasco Rossi. E scusate se è poco.

8 Mediaset Extra. Il palinsesto dell’ultima nata in quel di Cologno, a pochi mesi dall’avvio, deve ancora trovare una sua dimensione ma gli ascolti registrati in questa prima settimana di rilevazione sono a dir poco inaspettati.

7 d’incoraggiamento al cast in via di definizione dell’Isola dei Famosi 8. Tra la Fico e Dirisio fatichiamo a trovare personaggi deboli ma anche quelli veramente forte. Con ansia attendiamo il colpo di mercato dell’ultima ora.

6Barbara d’Urso. Stasera che sera è stato un programma indecoroso (e non per l’ospitata di Francesco Nuti) ma le va dato atto, dopo le critiche e il flop, di essersi messa in discussione. Non sempre, però, le sue argomentazioni sono state all’altezza. A Tv talk arriva a blaterare una frase del tipo: Il mio demerito è quello di aver fatto cose troppo alte per la prima serata? Beh, vabbè.


21
gennaio

E DUE. DOPO ANNOZERO DANIELA SANTANCHE’ ABBANDONA L’AGORA’ DI VIANELLO (VIDEO)

Silvio Berlusconi e Daniela Santanchè

Non c’è due senza… Santanchè.  Ormai sembra diventatato un efficace copione, o forse un espediente teatrale da proporre dinanzi al rischio che qualcuno le ruby la scena in tv. In questi giorni il sottosegretario all’Attuazione del programma del governo Berlusconi pare abbia il tasso di pazienza ridotto ai minimi storici: basta una parola di troppo per farla incazzare come una iena e a quel punto si salvi chi può. Daniela la pasionaria strilla, si indigna, sistema per le feste gli interlocutori impertineti e poi che fa? Abbandona lo studio! E’ esattamente quello che è accaduto ieri sera ad Annozero, di fronte a un Michele Santoro che cercava il pistolino fumante che incastrasse il Cavaliere. E stamane bis. La Santanchè ha lasciato la trasmissione Agorà, condotta su Rai3 da Andrea Vianello.

Nel corso del confronto televisivo dedicato al caso Ruby, l’esponente del Pdl ha accusato di smaccata faziosità il giornalista della terza rete: “ha organizzato un programma in cui sono l’unica voce fuori dal coro, lei è ridicolo“. A quel punto Vianello tentava di placare la Santanchè, con tono quasi supplichevole: “guardi che noi non vogliamo fare una trasmissione a tesi, glielo assicuro! Questo è un programma dove tutti i giorni interevengono esponenti di centro destra destra e di centro sinistra“. Ma niente da fare, in quel momento il Sottosegretario si toglieva il microfono e abbandonava lo studio televisivo. Alla trasmissione partecipavano anche  Paola Concia (Pd), il sociologo Paolo De Nardis, i giornalisti Alessandra Longo, Giancarlo Loquenzi e un Giampiero Mughini irritato di fronte alla sfuriata di Donna Daniela (“ma in quale angolo dello zoo siamo?!“).

A distanza di poche ore, la Santanchè ha proposto in tv la stessa reazione indignata di fronte a trasmissioni che secondo lei ”mistificano, disinformano e soprattutto sono contro l’Italia“. Ieri sera ad Annozero aveva rimproverato a Santoro: “mi sembra di essere in una succursale della Procura di Milano” e poi aveva abbandonato la trasmissione a seguito di una vignetta di Vauro sul Papa, borderline tra l’ironia e l’offesa. Come mai la Daniela televisiva è così irascibile in questi giorni?





5
gennaio

CHE TEMPO CHE FA: OTTIMO TRIBUTO ALLA BRUCIANTE AMAREZZA DELLA RISATA AUTENTICA DI CETTO LA QUALUNQUE (ANTONIO ALBANESE)

Antonio Albanese, Cetto La Qualunque

Amo profondamente la televisione e proprio per questo ne faccio poca. Si potrebbe racchiudere con questo manifesto di poetica la bella chiacchierata di Antonio Albanese a Che tempo che fa, nella puntata monografica a lui dedicata domenica sera. Una dichiarazione di intenti di un attore per nulla snob verso il mezzo che ne ha consacrato maggiormente il talento, un messaggio significativo che richiama profondamente il disperato bisogno di analisi, studio e professionalità per essere degni protagonisti di un piccolo schermo che, oggi più che mai, ha bisogno di una grande rinascita.

Lungo la carrellata storica, che Fabio Fazio ha riproposto attraverso la galleria di maschere che Albanese ha regalato al pubblico nel corso della sua carriera, è emerso, per chi nutrisse ancora dubbi, tutto lo spessore umano e artistico di un attore che ha saputo interpretare al meglio la vena profonda della comicità. Nel segno del pirandelliano sentimento del contrario l’umorismo di Albanese ha messo in scena, specie con la meravigliosa invenzione della becera demagogia politica di La Qualunque, la bruciante amarezza che sottende la risata autentica.

Una brevissima incursione nella vita di un abile osservatore del mondo contemporaneo, spesso crudamente profetico della turpitudine dell’animo umano. Il politico che intreccia sesso e affari con superficialità ed egoismo diventa, per ammissione dello stesso interprete, tristemente, un moderato rispetto alle cronache. Si può comprendere Antonio Albanese scoprendo che dietro alla sua gestualità, studiata a volte per più di un anno prima di essere regalata al tubo catodico, c’è un pensiero di grande respiro, una precisissima attenzione sociologica al dettaglio umano, filtrata da un’esperienza non indifferente di attore teatrale itinerante.


4
gennaio

GRANDE FRATELLO 11: BARONCINI MATTATORE TRA LA STRANIERA UMILIATA E LA ‘BESTIA’ RIMESSA IN GABBIA

GF11: Davide Baroncini nel corso della 12^ puntata

Si è celebrata l’assunzione al cielo di Santa Rosa Baiano da Napoli dopo una settimana di montaggio ad hoc, finalizzato a tenerla in sella il più possibile, in vista dei prossimi ingressi del nuovo kickoff  di bonazzi, bonazze e disturbatori, da noi anticipato e confermato in puntata. Un sospiro però lo possiamo tirare: abbiamo la certezza che quest’edizione del Grande Fratello la vincerà un italofono, per di più non burino, dopo l’esclusione di Nando, irriducibile sterminatore della lingua italiana fino ad effetti di non distinzione da quella rumena, così in panne con la sintassi e la morfologia da usare i congiuntivi come articoli. Grande sofferenza per i sociolinguisti che lo stavano studiando come caso clinico, tripudio di gioia nei Campi Elisi della cultura.

Davide Baroncini, deja vù del principe Leonard, continua a tenere banco come migliore attore protagonista, una vera manna per gli autori che lo hanno prontamente messo al riparo da nomination per le prossime settimane. Gettata nel fango la reputazione di Olivia, che nel folle volo verso la popolarità nella casa si è vista incendiare le ali in pochi minuti passando per una fedifraga ingrata e una poco di buono senza scrupoli. Le dolcezze sottocoperta del Capodanno sono già un lontano ricordo, per la teutonica solo guai e vergogna all’orizzonte. La sua arrampicata socio-mediatica la fa scivolare nel baratro e presto opterà per una rivisitazione sofoclea vicina a un meglio sarebbe non essere mai entrati.

Per un energumeno che va ne arriva, anzi ne ritorna uno: proprio quel Massimo Scattarella,  rimesso dentro, nella casa s’intende, per non far venir meno il peso specifico dei rapporti umani tribali. Riuscirà a provare emozioni inaudite anche con lui la nordica Margherita, molto brava nel recitare il ruolo della figlia di papà che prova emozione per il genuinotto di turno, con tanto di genitore che si presta alla pantomima?





30
dicembre

GRANDE FRATELLO: OCCHIO NON VEDE, SPETTATORE CHE DUOLE, APPEAL CHE CALA

GF11: Guendalina Tavassi in una delle sue migliori espressioni

Snervante frustrazione, ecco quello che avverte un telespettatore che abbia acquistato il pacchetto reality di Mediaset Premium, costretto com’è a scontrarsi minuto per minuto con il male necessario delle scelte di regia, e con quei soli due spiragli che questo Grande Fratello lancia qua e là nel disperato inseguimento del gran numero di concorrenti dispersi nello spazio grandissimo della casa. Proprio quella stessa sensazione di impotenza che è antinomica rispetto al desiderio di visione totale insito nel voyeurismo sociologico (e patologico) da reality.

Bei tempi quelli in cui l’interattività sposava l’ambizione di potere dello spettatore e il telecomando regalava la disponibilità di tutta, ma proprio tutta la casa. Il tempo invece ha reso essenzialmente impossibile vivere con spirito critico, e con naturalismo da realtà, la diretta della casa: il numero degli occhi è diventato inversamente proporzionale al numero degli ambienti e dei concorrenti. Capita di essere appassionato da un dialogo colmo di frangenti di autenticità, proprio perché intavolato in un momento di stanchezza e di lapsus freudianamente propizio per capire meglio i concorrenti, e proprio sul più bello arriva lo stacco. Secondi insistiti di vuoto sul giardino deserto, leopardiane visioni della luna mentre magari dentro si consuma, inosservata, un’elaborazione concreta di strategia poco limpida. E’ statisticamente provato che la regia prediliga la visione di un Nando intento a rabberciare il boxer, se non a spremere un puntino nero ostinato, piuttosto che un dialogo, sicuramente più degno di nota, di qualsivoglia inquilino.

Per avere una minima idea di come sia grottesco l’effetto di parzialità della visione, con un corollario di diffidenza sempre più diffusa per la trasparenza delle dinamiche autoriali, basta calcolare matematicamente la possibilità che hanno due sole regie di intercettare quindici concorrenti distribuiti spesso su terrazza, giardino, camere da letto, cucina, soggiorno, sauna, magazzino. Per non parlare del caso attuale, ancora più grave, che vede don Pittbull chiuso negli abissi della casa, con il conseguente imbarazzo della regia che ogni tanto, per dimostrare che  Scattarella sopravvive nel girone della punizione, è costretta a tenere a stecchetto di visibilità il grande gruppo in superficie.


22
dicembre

UOMINI E DONNE IN SALSA ‘BALLANDO CON GLI ARZILLI’ PER LA VITTORIA DI UNA CROCIERA

Uomini e Donne - I Vecchietti ballano per vincere la crociera

Chi ha avuto per anni in mente l’immagine di Maria De Filippi come conduttrice di successo per via del suo stile sobrio, quasi in sottrazione, deve ammainare le bandiere e prepararsi alla rivoluzione. Sarà l’aria di fine anno ma la Maria nazionale sembra in vena di rinnovamento, è tutta un friccicorìo di battutine, un baluginìo di ammiccamenti sagaci. Pulizie di Pasqua e apertura a nuove avventure? Che cosa bolle in pentola? Lo scopriremo solo vivendo, ma l’assaggio dato oggi a Uomini e donne è degno sicuramente di nota.

Sul leit motiv dell’allegra balera di paese che spesso anima le puntate over della sua trasmissione pomeridiana oggi la De Filippi ha lanciato un concorso di ballo, una sorta di versione popolare del Ballando con le stelle di Bibi Ballandi, più volte lodato dalla stessa conduttrice. Pettorine bordeaux, reggiseni volanti e fritto misto di arzilli e maturi… e via col ballo. A giudicare l’agone danzereccio l’assistente coreografa di Garrison Rochelle, Claudia, oggi in prima fila come ribaltamento parodico di Zazzaroni e Mariotto.

Il concorso porta in pista agguerrite signore e temerari cavalieri: la crociera sulle fantasmagoriche navi dello sponsor dell’iniziativa fa gola a tutti, quindi nessun timore e tutti in sala. Si aggiudicano il premio lo spigoloso nonno Arnaldo dalla coppola rossa e la ringalluzzita compagna d’avventura Maria Stella, che si rivela una decana solcatrice dei mari d’Oriente al momento della scelta dell’itinerario-premio. L’altra coppia a portare a casa bottino pieno è quella capeggiata da Patrizia, pochi minuti prima protagonista di un moto di sincera commozione verso gli amici che grazie al paraninfo De Filippi sono in odor di nozze.


21
dicembre

‘GRANDI BESTEMMIE’ A CONFRONTO: MASSIMO SCATTARELLA E IL DIRITTO AL REINTEGRO SUL LUOGO DI LAVORO

Massimo Scattarella, GF 10

Il regno dell’impunità da insulto chiamato reality scrive un’altra epica pagina da non tramandare ai posteri. Se la depenalizzazione del mortacci tua sembrava aver risolto le querelle giurisprudenziali del Grande Fratello, un nuovo orizzonte spinoso si pone davanti al giudizio degli autori. A rilanciare il sasso nello stagno delle polemiche create ad arte per tornare a scaldare qualche poltroncina televisiva è Massimo Scattarella che con la sua sonora esclusione nella passata edizione aveva smosso mari e monti per rivendicare alibi e attenuanti.

Don Pitbull infatti ha deciso di azzannare la palla al volo dopo l’ennesimo misfatto verbale della casa. Intervenuto a Mattino Cinque, il barese ha rivendicato quasi un diritto alla retroattività della legge che lo riabilitasse agli occhi del pubblico, ma soprattutto all’occhio della telecamera (cosa non si fa per campare?!). A Scattarella sarebbe sfuggita la differenza tra i due sproloqui, e dunque la giusta causa del differente trattamento riservato a Matteo, da cui discende questa sua fantomatica richiesta di appello, ospitata da Federica Panicucci dopo l’ultima ’sentenza’ gieffina.

L’aut aut che Pittbull pone agli autori difficilmente avrà ripercussioni sulle dinamiche del gioco, a meno che dalle parti di Cinecittà si intraveda un margine di ‘riattizzamento’ del sacro fuoco dell’appeal che questa edizione non ha. Quello che però l’energumeno dalle ‘o’ chiuse ignora è che, contemporaneamente alla sua resurrezione catodica di stamane, il suo purtroppo famoso scivolone verbale profanatore è stato citato da Pietro Titone, nei confronti del quale adesso si pone un ulteriore problema di sanzione disciplinare. Aprire virgolette per citare rappresenta comunque peccato, reato e trasgressione del regolamento? Anche per questo Natale le menti del Gf avranno un bel da fare per districare la matassa.