Massimo Giletti, conduttore che nella domenica di Raiuno che muta di anno in anno, si è ritagliato la sua bella fetta di pubblico resistendo a tutte le burrasche interne ed esterne alla rete, forte della conferma come cavalcatore dei manicheismi italiani, di cui la sua Arena è testimonianza emblematica, già a livello scenografico, attraverso le pagine di Oggi rivela il sogno del balzo all’approfondimento con la a maiuscola.
Come se a questo punto della carriera gli mancasse quell’emancipazione da uomo di infotainment a giornalista di peso, quelli che con la loro autorevolezza conquistano il sostegno dell’opinione pubblica più colta e che ogni tanto si concedono il piacere degli editoriali. Nella sua lunga pagella alla televisione a lui contigua per genere e per controprogrammazione questa voglia di cambiamento Giletti fa fatica a celarla.
Si definisce un allievo di Gianni Minoli e riabbracciando le radici del mentore si candida con piacere ad un programma stile Mixer. In fondo nemmeno un Annozero gli dispiacerebbe, infatti, proprio a proposito di Michele Santoro dichiara:
“In Servizio Pubblico Santoro interpreta se stesso: d’impatto, teatrale, provocatorio. Ma la sua assenza in Raidue fa tristezza. Michele alcune volte si fa demiurgo, ma la sua professionalità non si discute. Il suo Annozero apriva orizzonti diversi e faceva il 20 per cento di share su una rete che ora ne fa la metà.”