La nonna, una fantastica Piera Degli Esposti, che all’annuncio dell’arrivo di nuovi nipotini prenota una crociera in giro per il mondo al grido: ”Non mi avrete”, la coppia delle zie pie, pettegole e zitellone alle prese con la svolta emo della piccoletta di casa, fratello e sorella che in bagno si giocano a sorte l’ultimo preservativo a disposizione in casa, i genitori sorpresi ad amoreggiare nella casa dei figli, gli inserti da musical di cui spesso si è parlato e che tanto hanno contribuito al marchio.
Tutti pazzi per Amore, nonostante il peso della serialità che si allunga come il proverbiale rotolone delle pubblicità, può contare ancora su una sceneggiatura brillante. Se ne confrontiamo le dinamiche con il resto dell’intrattenimento che più o meno avvolge i palinsesti della vecchia tv generalista il tocco straniante, quel brechtismo pop, sembra proprio una grandissima boccata d’aria. Quale altra fiction italiana chiuderebbe con una rappresentazione degli spermatozoi del protagonista che causa pensionamento giocano a scacchi?
Il tema dell’omosessualità ad esempio è portato al grande pubblico in punta di piedi, tra una sorta di vignetta onirica e un surreale confronto tra ragazzi non proprio glamour che sfoggiano un lessico da Vanity Fair. Erotismo frizzantino ma mai sguaiato, uno sguardo non convenzionale su un’Italia che rimane spesso fuori dagli schermi, ma esiste, tanto quanto quella iper rappresentata di coatti, tradizionalisti o truffaldini.