E’ a nostro parere una delle operazioni più interessanti degli ultimi tempi. L’acquisto di Switchover Media da parte di Discovery dà vita ad un interessante polo televisivo che diventa, dati alla mano, il terzo editore italiano con 12 canali, tra free e pay, che sfiorano il 6% di share. Non potevamo non parlarne con l’amministratore delegato di Discovery Italia e General Manager Southern Europe Marinella Soldi.
Dove volete arrivare?
(ride, ndDM) Stiamo già dove volevamo essere. Per noi è anche un grande obiettivo che si fa realtà e la testimonianza di come un gruppo americano vuole investire in Italia, mantenere e creare lavoro, canali e un portafoglio di prodotti, sia free che pay.
L’esperienza free italiana di Real Time e DMax quanto ha influito sulle strategie di Discovery a livello globale?
Discovery è un’azienza prevalentemente pay, come stategia, dna, modello di business, futuro, partnership. Ma in mercati come quello italiano e, più in generale, sud europeo, nei quali la pay si evolve in maniera diversa con discontinuità di mercato importanti, ci sono altre opportunità, oltre al pay, da poter cavalcare. Abbiamo, infatti, dei contenuti straordinari e la capacità di creare dei canali che abbiano una coerenza tra branding, delivery, concept, marketing e posizionamento abbastanza unici. Mentre l’italia era tra i tanti piccoli paesi due anni fa, adesso è nel top three su oltre 200 paesi a livello internazionale.
Quindi, quanto incide nel core business di Discovery?
In Spagna dove avevamo un unico canale pay (Discovery Channel), e dove il pay più di tanto non è potuto crescere, l’esperienza free è dominante. In Italia, dove il mercato pay fa fatica a crescere numericamente, abbiamo 6 canali sul free e 6 sul pay e la nostra strategia è quella di mantenere una diversificazione. Bisogna vedere se questo modello è replicabile in altri mercati. Per quanto ci riguarda, siamo presenti su più di 200 paesi ma ognuno ha una sua dinamica. I canali kids, ad esempio, li abbiamo in India, in America e, ora, con questa acquisizione, anche in Italia (pur non chiamandosi Discovery Kids), ma non esistono altrove.
Con questa acquisizione, i canali di Discovery, pur nella loro tematicità, vogliono essere una sorta di contenitore generalista?