E pensare che c’è chi lo considera solo un concorso di bellezza. Mentre Miss Italia, o meglio il fatto che la Rai dopo venticinque anni le abbia dato il benservito, sta diventando un affare di stato. Nel vero senso della parola: la senatrice Silvana Armati ha presentato al riguardo un’interrogazione parlamentare al Ministro dello Sviluppo Economico, come ha dichiarato ieri mattina alla conferenza stampa tenuta da Patrizia Mirigliani a Roma. E in effetti al Parlamento italiano, in questo momento, avanza di certo tempo per preoccuparsi della più bella del reame.
Ma ancor meno opportuna è la reazione del direttore Giancarlo Leone, che di fronte all’offerta della Mirigliani di cedere gratis la kermesse e, ora, a questa provocazione, pubblica un tweet che dice: Tv. La vera bellezza è dentro le donne. Abbiamo già raccontato troppo quello che c’è fuori. E’ tempo di cambiare. Parole che regalano un serio brivido, dove è impossibile non riconoscere la spontaneità ed il tocco originale della tipica concorrente che a chi le domanda quale sia il suo sogno nel cassetto, risponde: la pace nel mondo.
Quella che si appresta a diventare la nuova guerra dei Roses parte da presupposti quantomeno curiosi. Da una parte la Mirigliani, che vedendo sgretolarsi la certezza di poter vivere tutta la vita di Miss Italia ne parla come se non fosse lavoro ma una missione umanitaria, dicendo “una donna come me, che lavora seriamente e onestamente per le donne merita rispetto“; dall’altra la Rai, che cancella uno dei pochi eventi mediatici italiani nonché l’ultimo baluardo del nazionalpopolare senza fare lo sforzo di provare a riformularlo per adattarlo al tempo che è passato. E che per giustificarsi tira fuori il rifiuto per lo sfruttamento del corpo femminile, come se tutte le conduttrici e le super ospiti della tv di Stato fossero brutte, racchie, ma qualificate.