Quest’intervista nasce da una riflessione. Con la ‘dismissione’ delle sperimentazioni dell’era Marano, Rai 2 ha perso negli anni immediatamente successivi un’identità che non solo ha fatto perdere appeal alla seconda rete pubblica ma l’ha trasformata anche in un bersaglio (facile) per gli attenti osservatori della tv. Succede, poi, che sfogliando i palinsesti della prossima stagione televisiva, tra una Rai 1 foriera di rimpasti piuttosto che di palinsesti e una Rai 3 con qualche difficoltà evidente, spicchi la cenerentola della tv di Stato che in silenzio ha iniziato a ritrovare una propria ‘dimensione’. Da Boss in Incognito a Pechino Express, da Costantino Della Gherardesca a J-ax, Rai 2 ha dei nuovi ‘marchi di fabbrica’ che unitamente ad alcune felici intuizioni su altrettanti volti nuovi hanno contribuito a riaccendere il canale. E’ questo lo spunto per un approfondimento con il Direttore di rete, Angelo Teodoli, che racconta a DavideMaggio.it le ragioni alla base delle scelte per la prossima stagione.
Soddisfatto della tua Rai2?
Direi di si. La perfezione assoluta non c’è mai, c’è parecchio lavoro da fare, ma abbiamo iniziato un percorso, completato per il 70/80%, che ci sta portando verso la strada che ci eravamo dati. Abbiamo innovato il linguaggio e questo è un elemento di soddisfazione. Cosa che non significa che non si debba andare avanti ancora.
C’è un programma di cui sei particolarmente orgoglioso?
Le prime serate sono andate tutte abbastanza bene. Il problema iniziale era riportare la produzione su Rai 2, che si era un po’ persa per vicende aziendali e cambi di direzione. La produzione è quella che ti connota maggiormente rispetto a tutto il resto, rispetto alla massa delle specializzate. Sono contento di The Voice, sono contento della rivisitazione in veste di servizio pubblico di Pechino Express e molto soddisfatto di Boss in Incognito, un fuori-schema totale nell’offerta delle reti generaliste.
C’è anche Made in Sud che ha trovato il successo su Rai 2 dopo il debutto sul satellite…
Stra-soddisfatto. Non mi pare di ricordare tante prime serate di comicità in Rai, soprattutto negli ultimi 10/15 anni. Essere riusciti a riportare al successo un programma del genere è importante, così come è importante il modo in cui è realizzato. Made in Sud è una compagnia che costruisce un racconto con la musica. L’elemento essenziale è Carpentieri che dà i tempi ai comici: tutto viene legato e costruito con la musica. Abbiamo avuto anche il tempo di farlo crescere con delicatezza, senza sbattere subito il ‘mostro’ in prima… serata! Non era detto che un programma del genere, con un’offerta così ampia, potesse funzionare. Siamo riusciti con calma a farlo crescere in seconda serata, poi lo abbiamo promosso con due speciali in prima serata, poi rimandato ancora in onda in seconda serata e ancora quattro in prime time fino a serializzarlo quando tutto era a posto e i meccanismi erano collaudati.
Mi parlavi di un percorso completato al 70/80%. Cosa manca per il 100%?