Pasquale Romano, Toro Produzioni
E’ un addetto ai lavori noto anche al grande pubblico, quanto meno per la sua fama. E’ stato infatti il celebre ‘dottore’ di Affari Tuoi, colui che in sostanza contrattava con i concorrenti del game dell’access di Rai1 per… risparmiare il più possibile. Da qualche anno a questa parte, agli impegni autorali si sono aggiunti quelli produttivi con la fondazione, nel 2009, insieme a Marco Tombolini, di Toro Produzioni, società partecipata da Sony Pictures. Parliamo di Pasquale Romano che racconta in esclusiva a DavideMaggio.it le prossime produzioni made in Toro.
Da dottore a produttore. Cosa è cambiato per Pasquale Romano?
Il dottore (autore di Affari Tuoi, ndDM) è stata una specie di maschera. Diciamo che ora sono aumentate le responsabilità e c’è alla base una sfida avvincente: entrare nella macchina produttiva in un momento in cui l’offerta televisiva deve per forza variare, vista la crisi delle generaliste, l’evoluzione del satellite, del digitale e della frammentazione degli ascolti, penso sia una scelta importante. D’altro canto, il ruolo degli autori credo sia destinato a cambiare radicalmente sino ad estinguersi, come accade già in tanti paesi d’Europa e del mondo. L’autore è morto, e noi l’abbiamo ucciso, direbbe Nietzsche (ride, ndDM).
Sul satellite e sul digitale ci sono tanti piccoli programmi che accendono l’interesse del pubblico. Se andassero in onda sulle generaliste verrebbero criticati?
Criticati no. Forse sacrificati. Sono prodotti fortemente targettizzati, connotati per una fetta di pubblico. In una chiave generalista dovrebbero inevitabilmente modificare il linguaggio. XFactor, ad esempio, che sul satellite fa 500.000 spettatori è un enorme successo, ma probabilmente su Rai2, dovendo fare numeri maggiori, non ce la farebbe strutturalmente più. Forse è meglio fare quel prodotto in maniera più raffinato e più giovane su una tv satellitare, con ascolti qualitativamente più validi, piuttosto che sacrificarlo in una chiave generalista. E’ una nuova ottica che apre nuovi scenari. C’è anche un’evoluzione del linguaggio in base al quale pure le generaliste devono iniziare a modificarsi; altrimenti corrono il rischio di perdere sempre più terreno.
Però è come se ci fosse da parte del satellite (vedi Skyuno) la voglia di ‘generalizzarsi’ un po’…
Bisognerebbe ripensare al termine ‘generalista’. Ogni prodotto cerca di allargare lo spettro di interesse, cercando di aprirsi ad un pubblico sempre più vasto. E’ chiaro, però, che non devi neppure invecchiare quel prodotto soprattutto in considerazione della rete sulla quale va in onda. Nel caso di XFactor, per rimanere in tema, usi quel marchio perchè ha un valore di riconoscibilità e lo applichi ad un pubblico che è fortemente targettizzato. Non e’ generalista, ma e’ sicuramente un’operazione larga.
Secondo te cosa è cambiato dall’Xfactor di Rai2 a quello di Sky?