28
novembre

DMLIVE24: 28 NOVEMBRE 2013. LA D’AVENA VUOLE ESSERE REMIXATA DA SINCLAR (BOB, REMIXALA TUTTA!) – CANNAVACCIUOLO E PIERACCIONI INSIEME PER NATALE SU FOXLIFE

Foxlife - Natale Con Cannavacciuolo e Pieraccioni

Foxlife - Natale Con Cannavacciuolo e Pieraccioni

Il DM Live 24 è un post pubblicato ogni giorno (a mezzanotte circa) nel quale, tramite i commenti, vengono raccolte in tempo reale le segnalazioni degli utenti su qualunque programma in onda e, più in generale, in relazione a qualsivoglia notizia televisivamente rilevante. I più interessanti verranno pubblicati nel DM Live 24 del giorno successivo.

Cristina D’Avena vuole il remix di Sinclar

roberto ha scritto alle 10:34

A Mattino 5 Cristina D’Avena dichiara che le piacerebbe essere remixata da Bob Sinclar!

Cannavacciuolo e Pieraccioni insieme per Natale su FoxLife

A Natale siamo tutti più buoni. E anche il burbero Chef Cannavacciuolo, prima di tornare in primavera sugli schermi di FoxLife con la seconda stagione di CUCINE DA INCUBO, ha deciso di regalare al suo pubblico un menù di Natale molto speciale.

In esclusiva assoluta su FoxLife (canale 113 di Sky) mercoledì 11 dicembre alle 21.00 arriva lo speciale NATALE CON CANNAVACCIUOLO, durante il quale lo chef pluristellato aprirà le porte della sua cucina di Villa Crespi ad un ospite d’onore, Leonardo Pieraccioni che sarà suo complice e aiutante nella preparazione di un menù natalizio.

Leonardo Pieraccioni – nelle sale dal 12 dicembre con il suo nuovo film UN FANTASTICO VIA VAI – irromperà nella cucina del “Canna” – come lo chiama il regista e attore toscano – proponendo i suoi cavalli di battaglia culinari in uno scontro di culture gastronomiche regionali e di caratteri.




1
ottobre

CUCINE DA INCUBO 2: CANNAVACCIUOLO ALLA RICERCA DI NUOVI RISTORANTI DA SALVARE

Cucine da Incubo - Casting

Antonino Cannavacciuolo

Lo chef  Antonino Cannavacciuolo sta per tornare su FoxLife (canale Sky 114), più cattivo e severo del solito, il più “grande” chef italiano si prepara ad affrontare la seconda stagione di Cucine da Incubo nella quale con tutto il peso della sua autorevolezza cercherà di risollevare le sorti di 10 ristoranti sull’orlo del fallimento.

La stagione che bolle in pentola sarà piena di tante novità e intanto lo chef Cannavacciuolo – due stelle Michelin e proprietario della lussuosa Villa Crespi sul lago d’Orta - è pronto per fare irruzione nei ristoranti di tutta Italia, per aiutare proprietari incompetenti a risollevare le sorti dei loro locali, che potranno così conoscere i segreti dello chef in cucina e imparare dalle sue indiscusse doti manageriali.

La prima edizione di Cucine da incubo è stata un successo per FoxLife ed è diventato un appuntamento seguito sui principali social network: suTwitter da subito ha preso piede l’hashtag  #CucinedaincuboIT con i tormentoni tipici di Chef Cannavacciuolo, come il celebre “addios” e “seguimi su twittè”.

Cucine da Incubo 2 – Come partecipare ai casting

Condivi questo articolo:
  • Facebook
  • Twitter
  • Digg
  • Wikio IT
  • del.icio.us
  • Google Bookmarks
  • Netvibes

,


17
luglio

CUCINE DA INCUBO: NELL’ULTIMA PUNTATA CANNAVACCIUOLO ATTERRA A LO ZODIACO DI FIUMICINO

Cucine da Incubo

Pista d’atterraggio per Cucine da Incubo. Oggi alle 21:50 su Fox life andrà in onda l’ultima puntata dedicata ai ristoranti da incubo da trasformare in sogni. Tutto è cominciato a Roma, al ristorante Pane e Olio, ma poi Antonino Cannavacciuolo, lo chef stellato che ha vissuto così tanti incubi da farci venire il dubbio che Morfeo abbia mangiato al suo ristorante e digerito male, ha avuto modo di apprezzare l’incapacità di svariati proprietari e chef. L’avventura della prima stagione di Cucine da Incubo si conclude a Fiumicino nella pizzeria Lo Zodiaco, in cui, dicono nel loro sito, lavorano anche le pregiati carni danesi e argentine. Quelle simpatiche. Quelle antipatiche invece le affogano nell’aceto balsamico.

Inutile dirvi quello che succederà nella puntata. Cannavacciuolo ordinerà mezzo menù, annuserà i piatti serviti, li sevizierà con una forchetta e poi assumerà l’aria disgustata, rimandando al mittente tutto quello che ha ordinato. Chef, proprietario e camerieri si incolperanno a vicenda del disastro e ammetteranno con l’ingenuità di quelli convinti che il programma si chiami “Cucine da incubo ma non troppo” che si, si aspettavano qualche critica, ma non così tante. Poi arriveranno i consigli di Cannavacciuolo, un nuovo look al ristorante e un nuovo menù composto da piatti che il super chef definirà semplici. Una bruschetta, in fondo è una bruschetta. Pure se devi insaporirla con una composta di pomodori tagliati a cubetti 1 mm x 1 mm e piccole fettine d’aglio insaporite al 75 % con il basilico e al 25 con il rosmarino posizionate perpendicolarmente al pane, ottenuto da un impasto di farina di kamut, di grano saraceno e di farina integrale.

Comunque, a Lo Zodiaco mancano le basi. Non bisogna essere degli attivisti de La prova del cuoco e nemmeno aver preparato tutti i menù di Benedetta per essere a conoscenza che mettere la panna nella pasta è un crimine contro il palato (stellato). Lo sappiamo bene, infatti, che quando si fa casino con gli ingredienti di un primo piatto, con un po’ di panna, tutto si amalgama e i sapori svaniscono. Per fortuna.





10
luglio

CUCINE DA INCUBO: CANNAVACCIUOLO A LE LANTERNE DI ROMA

Cucine da Incubo

Antonino Cannavacciuolo è nervoso nella nona puntata di Cucine da Incubo. Ma poteva andare peggio. Poteva essere donna e arrivare al ristorante Le Lanterne di Roma con i tacchi a spillo, affrontando la sfida con i sampietrini del centro della Capitale. In questo caso allo staff non sarebbe rimasta altra alternativa che cercare una via di fuga.

Il ristorante ha uno chef che si ispira alla filosofia della relatività. “Ognuno ha il palato suo“. Quindi, non è che se una cosa non piace a Cannavacciuolo vuol dire che non è buona. E potremmo essere pure d’accordo se non fosse stato lo chef di un ristorante che ha richiesto l’intervento del programma che salva i ristoranti dagli incubi. Supponiamo quindi che quello di Cannavacciuolo non sia l’unico palato a non aver gradito i piatti serviti.

Durante l’usuale prova menù in cui Antonino Cannavacciuolo assaggia i piatti del ristorante, troviamo lo chef stellato seduto al tavolo a braccia conserte con una faccia che spaventerebbe pure Gordon Ramsay. Secondo voi su sei piatti mandati dalla cucina, quanti Cannavacciuolo ne ha rimandati indietro? Sei, ovviamente. Lo chef però è “capa tosta” e decide di affrontarlo direttamente. E così coraggioso, oltre che testardo, gli serve direttamente lui l’orata agli agrumi. E Cannavacciuolo si arrabbia. All’orata non gli ha nemmeno messo un paio di stivali per aiutarla a camminare nell’olio.


3
luglio

CUCINE DA INCUBO: UN TRIANGOLO PER CANNAVACCIUOLO. NAPOLI – TUNISIA – MILANO

Cucine da Incubo

Il ristorante da incubo dell’ottava puntata di Cucine da Incubo è Cuore e Sapore di Milano. La presenza di un proprietario napoletano e di uno chef tunisino ci intimorisce parecchio. Stavolta finisce a margherita con il cous cous sopra e poi altro che le espressioni di disgusto di Antonino Cannavacciuolo. Dunque, riassumendo, un tunisino e un napoletano che gestiscono insieme un ristorante nel centro di Milano.

Potrebbe essere un’ottima trovata di marketing. Il proprietario napoletano attira i clienti tradizionalisti, quelli che lo sanno “che la pasta cresciuta come la fanno a Napoli da nessuna altra parte”, lo chef tunisino quelli fashion, “che il sugo fatto con i pomodorini freschi freschi è buono, ma se cucinato da un tunisino acquisisce quel tocco fusion che lo rende meno cheap”! Potrebbe. Abbiamo usato il condizionale, perchè se non ci fossero dei problemi ovviamente adesso non staremo parlando di Cannavacciuolo alle prese con la sua ennesima, disastrosa, prova menù. Pure lui, però, ogni puntata diventa sempre più schizzinoso. Appena vede nel piatto qualcosa di indefinito, dalla dubbia consistenza e con un odore che non è esattamente un profumo subito lo rimanda indietro.

Comunque, la vita al ristorante è difficile e tra chef e proprietario i dissapori sono sempre più profondi e non sono di quelli che si sistemano cambiando le proporzioni tra curry, cumino, sale e olio d’oliva. Guest star di questa puntata, il secchio della spazzatura, che quasi ruba la scena a Cannavacciuolo. No, niente a che fare con la raccolta differenziata. E’ una questione di piatti, o meglio del loro contenuto, che dribbla lo stomaco dei clienti e va a finire direttamente nelle discariche milanesi. “E io pago”, dice Cannavacciuolo, che in questa settimana si concede un tocco di umorimo british.





26
giugno

CUCINE DA INCUBO – RISTORATORE IN RIVOLTA: “CANNAVACCIUOLO NON CI CAPISCE NIENTE”

Cucine da Incubo

Il nostro consiglio è di prendervi una camomilla prima di approcciarvi alla visione della nuova puntata di Cucine da Incubo. C’è agitazione nelle cucine. Sì lo sappiamo che ormai siamo abituati e abbiamo visto di tutto, ma alla trattoria pizzeria Piave forse è davvero il caso che diminuiscano le quantità di caffè o di qualsiasi altra cosa renda tutti più irascibili di un politico seduto al tavolo della Annunziata, che con le sue interviste farebbe incavolare perfino il presidente del partito ABEG, Anime Buone e Generose.

Comunque, qui parliamo di cibo e non di politica. E per la prima volta in sette puntate le capacità culinarie stellate di Antonino Cannavacciuolo vengono messe in dubbio dal proprietario/cameriere del locale. “Per me questo non ci capisce niente“, è la sentenza del vecchietto. Sette anni senza patate e interdizione dalle pubbliche cucine per il nostro Cannavacciuolo. No, non è vero. Il buon Antonino se l’è cavata con una puntata condita da doppio incubo: la cucina disastrosa e l’arroganza di quelli che ci lavorano.

Lo chef ha dovuto attingere a dosi extra di pazienza per riuscire ad aiutare l’anziano signore e il suo staff a recuperare un ristorante che tutti pensavano potesse vivere della rendita dei fasti del passato. Si però almeno la spesa avrebbero dovuto rifarla. E avrebbero dovuto anche considerare che la polvere non fa vintage, ma sporco.



19
giugno

CUCINE DA INCUBO: ANTONINO CANNAVACCIUOLO AL RE ARTU’

Cucine da Incubo

La sesta puntata di Cucine da Incubo è dedicata al ristorante Re Artù. I cavalieri della tavola rotonda sono i tre fratelli proprietari del ristorante, la spada è un coltello, rimasto infilzato in un prosciutto che, stagionatura dopo stagionatura, è diventato roccia. La speranza è che nessuno dei tre riesca ad estrarlo perchè con l’aria che tira in cucina, lo userebbero per accoltellarsi. In realtà, i tre fratelli non parlano mai di accoltellarsi ma per descrivere le cose che uno deve fare all’altro attingono al repertorio delle immagini sessuali. “Fammi una …. “, tanto per dirne una.

Nella parte di Re Artù, Antonino Cannavacciuolo, quello che va nei ristoranti e li “schifa da cap’ a per’“. Scusate ma noi qui siamo in pieno Pupetta mood e Cannavacciuolo da Vico Equense non ci aiuta ad allontanarci dalle atmosfere partenopee della fiction. Dunque, come vi abbiamo accennato, anche questa settimana, il nostro chef ha a che fare con dinamiche familiari disastrose. I tre fratelli non solo hanno perso l’entusiasmo nel gestire la loro attività, ma proprio la testa. E senza testa non vogliamo proprio immaginare come le cucinino le lasagne.

Ormai siamo abituati a vedere Cannavacciuolo seduto a un tavolo sempre con le mani sugli occhi. E mai per giocare a “cucusettetè”. Anche questa volta lo chef aspetta disilluso i piatti che gli verranno serviti e che naturalmente non mangerà. Altro problema con cui ci siamo già confrontati è la disorganizzazione, ma, in questo caso, il Re Artù vince per creatività. Per indicare gli ordini, il tavolo viene indicato con la descrizione del cliente. Si, avete capito bene. Una lasagna al tavolo del pelato.


12
giugno

CUCINE DA INCUBO: ANTONINO CANNAVACCIUOLO AL RISTORART

Cucine da Incubo - Ristorart

Il nome del ristorante visitato da Antonino Cannavacciuolo nella quinta puntata di Cucine da Incubo, ci ha fatto tremare. Abbiamo temuto di trovarci di nuovo di fronte a uno chef convinto di essere la reincarnazione di Picasso. Con un mestolo in mano al posto del pennello. E invece no. Il Ristorart è infatti collegato all’arte, ma non per questioni culinarie. Infatti, lo spazio viene utilizzato per allestire mostre di artisti, si direbbe nel gergo di quelli che organizzano gli eventi. Per appendere i quadri alle pareti, nello slang di quelli che organizzano una mangiata tra amici al ristorante.

Siamo a Roma. E i protagonisti della puntata sono due fratelli che vivono un rapporto conflittuale. Aspirano entrambi ad avere il comando. No, non sono Romolo e Remo. I due fratelli di Cucine da Incubo aspirano sì a ottenere la sovranità, ma si accontentano di quella dei fornelli del loro ristorante. E se non bastassero i due fratelli a creare una tensione che non si taglia nemmeno con il coltello più affilato di quelli di cui Cannavacciuolo è dotato, ci sono anche le due mogli. E, si sa, quando le donne si mettono in competizione, sarebbero capaci di giurare che il supplì di riso è fatto con le patate. E il fiore di zucca. Che poi non è detto che non sia così. Il dubbio è lecito. D’altronde hanno chiamato Cannavacciuolo. Mica quelli della Michelin.

Assodato che i due fratelli non sono Romolo e Remo e che quindi al loro sostentamento non ha provveduto una lupa, ecco che nel ristorante troviamo anche la genitrice. Con fattezze umane. E l’emotività di una protagonista di melodramma. Infatti, piange e si dispera perché vorrebbe che i suoi figli dividessero uno spaghetto come Lilly e il Vagabondo e invece i due fratelli gli spaghetti li scolano scotti nella speranza che siano più duri e riescano allo scopo per cui li hanno cucinati. Strozzarsi a vicenda.