“Ritorna da martedì 1 dicembre in prima serata su Raiuno Medicina Generale 2. La seconda serie della fiction medica di maggiore successo della televisione italiana“: recita così il claim di presentazione del telefilm di Raiuno sul suo sito internet. In realtà, escludendo l’ipotesi per cui soffriamo di vuoti di memoria tali da aver rimosso gli strepitosi successi della prima serie, è più probabile che la presentazione di cui sopra sia solo una trovata dell’ufficio marketing della Rai per innestare sul prodotto quell’appeal che di fatto non ha mai avuto.
Si, perchè in verità la prima serie di “Medicina Generale” fu vittima di molti spostamenti di palinsesto ed il fatto che molte delle tredici serate (26 episodi in tutto) andranno in onda (da stasera, il martedì e il mercoledì) fuori dal periodo di garanzia, la dice lunga sull’affidamento che Mauro Mazza e company fanno su questo prodotto. Un pò E.R., un pò Grey’s anatomy, la serie medica basata sulla storia di Anna Morelli, infermiera caposala (Nicole Grimaudo) e del dottor Giacomo Pogliani (Andrea Di Stefano), non brilla per originalità nonostante un buon cast che vede, tra gli altri, Francesca Reggiani e Antonello Fassari.
Se aggiungiamo al “confino” della fiction con la Grimaudo a dicembre, la stagione tiepida del “Dr House” e l’iniziale interruzione della nuova serie di Grey’s, si potrebbe dire che il genere medical non stia in realtà vivendo un grande momento. La fine di un genere? Non esageriamo. Il tema ospedaliero rimane pur sempre un evergreen della produzione seriale (straniera e nostrana); è pur vero però che il genere sta subendo un’evidente flessione di gradimento, a causa di storie oramai trite e ritrite, e di un minore appeal sul pubblico degli aspetti più “pulp” e “diagnostici” delle trame.