Alessandro Greco non ha digerito le accuse che Teo Mammucari gli ha lanciato dalla pagine del Corriere della Sera (leggi qui). Per questo ci ha contattati per una replica al conduttore di The Cube che pubblichiamo di seguito.
Innanzitutto, suggerirei a Mammucari di aggiungere un paio di “furore” ai tre che ha menzionato quando, nell’intervista che ha rilasciato al Corriere della Sera, si chiedeva ”Guarda Alessandro Greco: ha fatto Furore, Furore, Furore, e poi?”. Non per altro, ma visto che di edizioni ne ho fatte cinque in quattro anni, tutte con ascolti forti e importanti, sarebbe più corretto. Per quanto riguarda l’ “e poi?” potrebbe, invece, andarsi a documentare su ciò che ho fatto e che sto facendo, non ho voglia di fare la lista della spesa.
Non parlasse, però, di mancanza di coraggio a sperimentare. Perchè è sicuramente facile sperimentare quando hai un contratto di esclusiva con un’azienda e, conseguentemente, quest’ultima ti deve sfruttare per ammortizzare i costi. Anche se mi chiedo che senso abbia continuare a sperimentare dei programmi che alla fine restituiscono all’azienda ascolti praticamente inesistenti.
Io lo faccio pur non avendo nessun rapporto continuativo in questo momento. L’ho fatto con Mediaset quando avevo un accordo di esclusiva nell’anno e mezzo successivo alla mia partecipazione a La Talpa (ho testato ‘Se citofonando’ e un altro game show legato alle estrazioni del lotto ad esempio), e continuo a farlo adesso. Cosa c’è di più innovativo e sperimentale della divulgazione e dell’intrattenimento della musica classica, andando a sollecitare l’interesse di quelli che sulla carta sarebbero i destinatari più lontani, ovvero i ragazzi?
Non a caso il mio programma, il Gran Concerto, riprende con la quarta edizione l’8 ottobre, per 12 puntate. Finirà il 24 dicembre e il 25 andra’ in onda lo speciale in prima serata su Rai3 che è stato il programma per ragazzi più visto della rete lo scorso anno. Se Mammucari lo ha visto ma non lo ha ritenuto sufficientemente sperimentale, probabilmente è perchè io con i ragazzi ci gioco e ci scherzo in tanti modi, ma di sicuro non ho mai dato loro microfonate in testa.