Guida tv – 26 ottobre 2014
Rai1, ore 21.30: Il restauratore 2
Verità sepolte: Basilio si ritrova a dover indagare in ambito universitario, nel mondo degli scavi archeologici. Toccando una statua di marmo policromo, il restauratore ”vede” una giovane aggredita da un uomo e il corpo di una donna senza più vita, in prossimità di uno scavo… Il prezzo della verità: Emma, indagando sull’assassino del marito, ha attirato su di sé i sospetti di Nadia, la escort che sembra sapere la verità. Basilio scopre che anche Magrini, il precedente restauratore, aveva ”il dono” e toccando il bauletto di Emma, prima la ”vede” sul punto di uccidere Magrini, quindi imbavagliata e legata a una sedia.
Rai2, ore 21.00: NCIS / Hawaii Five-O – (11×17, 4×20)
La stella del rock: Un ordigno esplosivo crea il panico durante le prove per un concerto di beneficenza organizzato dalla Marina. L’N.C.I.S. si trova ad indagare nel mondo del Rock’n'Roll… In mezzo a noi: L’omicidio di un addetto alla piscina di una villa porta la Five-0 a scoprire una cellula terroristica formata da insospettabili studenti americani indottrinati da Al-Qaeda…
Rai3, ore 21.45: Report
Le due grandi inchieste che hanno messo sottosopra gli organigrammi delle galassie che vivevano intorno ai lavori per l’Expo di Milano e alla maxi diga del Mose di Venezia, rischiano di arenarsi nelle secche dei patteggiamenti e delle prescrizioni. Stefania Rimini ricostruisce un sistema trasversale, che tocca politici, funzionari di amministrazioni locali e di aziende partecipate, ma anche alti ufficiali dello Stato, faccendieri, imprenditori pronti a pagare. Alla fine ognuno ha un proprio tornaconto a spese dei contribuenti. Vedremo le tecniche di tangenti a 2.0 che sono molto più sofisticate della vecchia valigetta di contanti da portare in Svizzera. Ma soprattutto ci chiederemo: com’è possibile che per tanti anni nessuno si accorga di niente? Uno dei pilastri di questo sistema di corruzione organizzato è fornito proprio dalla normativa. A volte sembra quasi che le norme siano state disegnate da esperti in corruzione, attenti a individuare la scorciatoia migliore per consentire l’elusione delle regole. E d’altra parte, chi legifera, chi deve mettere in pratica le regole e chi deve controllare in questa brutta storia è, in buona parte, anche il beneficiario di questo sistema che non lascia scampo alle imprese che si rifiutano di stare al gioco. Eppure la stessa Associazione nazionale Costruttori a più riprese ha proposto nuove regole per gli appalti che garantiscano trasparenza e pari opportunità: la politica ha sempre nicchiato. Anzi, proprio in contemporanea con gli scandali Expo e Mose, entra in vigore la legge delega 67/2014, che introduce la “messa in prova”, una norma che di fatto consente di estinguere reati puniti con pene fino a 4 anni di reclusione tra cui addirittura l’omessa dichiarazione, la dichiarazione infedele, il falso in bilancio, le false comunicazioni sociali, la corruzione tra privati: il passo verso l’impunità totale è breve. E ancora: a fine puntata Milena Gabanelli intervista Arnaldo Forlani, già segretario della Democrazia Cristiana, presidente del Consiglio e più volte ministro, condannato a due anni e 4 mesi nell’ambito del Processo Enimont per finanziamento illecito al partito. Ormai novantenne, Forlani è l’ultimo sopravvissuto del CAF (l’alleanza Craxi, Andreotti, Forlani) un testimone storico di quasi quarant’anni di vita politica italiana che continua a difendere la sua versione di assoluta inconsapevolezza di quanto accadeva intorno a lui nel suo partito. Tuttavia, ammette che le tangenti di allora non le intascava il politico, mentre nelle attuali storie di corruzione, come per Expo e Mose, a suo giudizio, “sono in evidenza gli aspetti personali ed affaristici”. Alla domanda “la corruzione di oggi è figlia vostra, siete voi che ci avete insegnato che va avanti solo chi sa oliare”, risponde con un secco “no, oggi è tutt’altra storia”. Ministro degli esteri nel Governo Andreotti in carica al momento del rapimento di Aldo Moro, Forlani respinge la tesi del complotto per impedire la liberazione dell’allora presidente della DC: “può darsi che non lo abbiamo fatto bene – dice Forlani del tentativo di salvarlo – ma certamente non c’è un elemento che possa far giudicare doloso un impegno mirato alla non liberazione di Moro”.
Canale5, ore 21.30: I Cesaroni 6