Se non fosse stato per l’irrompere dell’attualità, con le violente proteste in diretta da Napoli, il debutto di Titolo V sarebbe passato ancor più sotto silenzio. Il nuovo talk show di Rai3 si è aggiunto ieri al panorama informativo senza lasciare il segno ed anzi dando l’impressione di essere l’ennesimo esperimento informativo destinato ad avere vita breve.
Recensioni
Matrimonio a Prima Vista 5: la pazienza non basta
Gli equilibri di Matrimonio a Prima Vista sono sempre stati instabili. Raramente, nella passate edizioni, un coppia formata a tavolino ha mantenuto costante il proprio andamento: molti sono partiti bene ed hanno finito per detestarsi a vicenda, altri sembravano incompatibili e poi pian piano hanno tentato di trovare punti di incontro. Quest’anno, invece, e almeno fino alla quarta puntata che sarà trasmessa questa sera da Real Time, tutto procede così come era iniziato: i sei novelli sposi stanno confermando volta per volta il loro atteggiamento, sia nel bene che nel male, e questo rende gli epiloghi già un po’ troppo prevedibili.
L’Atelier delle Meraviglie?
Una volta su Real Time c’erano solo Randy Fenoli e Abito da Sposa Cercasi, che aiutavano le spose americane a trovare il loro vestito perfetto nella cornice elegantissima di Kleinfeld Bridal a Manhattan. Adesso è arrivata la famiglia Celli, proprietaria di un grande atelier a Pavona, vicino Roma, protagonista del nuovo docureality L’Atelier delle Meraviglie. E non è la stessa storia.
Young Dylan è l’erede di Willy, il Principe di Bel-Air
27 anni fa faceva il suo debutto sul piccolo schermo italiano Willy, Il Principe di Bel-Air, una serie destinata a diventare cult e che avrebbe segnato l’avvio della carriera di Will Smith. Una commedia intramontabile, entrata nell’immaginario collettivo, tanto originale per l’epoca quanto semplice e un po’ ingenua, se giudicata nell’attuale panorama seriale. In attesa del reboot drammatico, che poco potrebbe riproporre del sapore originale della serie, è apparso su Nickelodeon un personaggio che ricorda molto Willy e che risponde al nome di Young Dylan.
Il Segno delle Donne: la ricostruzione storica si fa fiction
Rai Cultura prova a raccontare il passato italiano non soltanto attraverso documenti, testimonianze e immagini di repertorio, ma anche attraverso la fiction. E’ partito ieri in prima serata su Rai Storia un nuovo progetto in sei puntate, Il Segno delle Donne, in cui altrettante attrici italiane impersonano figure femminili che hanno fatto la storia del nostro Novecento, e le raccontano in un’intervista fittizia ma fatta di parole pronunciate davvero dalle stesse, e ritrovate in lettere, diari e discorsi pubblici. Funziona, ed è convincente.
Io ti Cercherò: l’interpretazione salva una storia senza fantasia
Alessandro Gassmann ha offerto nella prima puntata di Io ti Cercherò una delle sue prove più intense, merito anche di un personaggio forte e spiccio, che ha saputo rendere perfettamente: Valerio, un padre “orfano”, porta con sé una storia sporca, dura, senza fronzoli, dolorosa, che né la sceneggiatura né il dialetto romano hanno potuto alleggerire. Un grande lavoro attoriale per un progetto che lui stesso aveva definito atipico per Rai 1, adatto a piattaforme streaming, ma che, invece, a primo impatto sembra fin troppo nelle corde dell’ammiraglia, almeno del nuovo percorso intrapreso da diversi anni ormai. Durante la visione i fedelissimi di Rai 1 si saranno più volte domandati: dove l’ho già visto, dove l’ho già sentito?, e non si riferivano tanto agli attori, quanto a dei meccanismi specifici, precisi, che accomunano questa fiction ad altri precedenti successi della rete.
Seconda Linea: il debutto è frenetico, la Fagnani una ‘belva’ in gabbia
La Seconda Linea di Rai2 non avanza poi così spedita. Il nuovo talk show del servizio pubblico si è incartato proprio su quella che avrebbe dovuto essere una sua peculiarità: la sperimentazione, intesa come rottura rispetto alla sintassi degli abituali dibattiti tv. Pur partendo da ottime premesse e da ospiti di tutto rispetto, il programma condotto da Francesca Fagnani e Alessandro Giuli non è riuscito a risaltare per originalità, al netto di alcune intuizioni valide ma non adeguatamente sviluppate.
L’Allieva 3: godibile, ma è sempre la stessa storia
La terza stagione de L’Allieva è partita da un cambiamento importante, almeno sulla carta: la protagonista, finito il tirocinio, è diventata un medico legale, dunque al posto della ragazzina insicura di un tempo ci si poteva aspettare una donna più sicura, pronta a prendere in mano le redini della propria vita e del proprio lavoro. Così non è: Alice Allevi (Alessandra Mastronardi), anche al suo primo incarico ufficiale, resta bisognosa di rassicurazioni, si sente sempre un’allieva e non va meglio sul fronte privato, perchè nella sua storia con il dottor Conforti (Lino Guanciale) è eternamente in attesa di qualcosa.