Politica in TV


14
settembre

BASTA APPLAUSI NEI TALK SHOW. MASI CHIEDE AI CONDUTTORI L’IMPARZIALITA’ NEI DIBATTITI POLITICI

Applausi

Fermi immobili, applaudirete solo quando lo dico io! Mauro Masi fa come Giucas Casella, e non ha neppure bisogno dell’ipnosi. Nei giorni scorsi il Direttore Generale della Rai ha emesso una delibera con la quale ha chiesto ai direttori di rete e ai conduttori che i talk show della stagione televisiva appena cominciata siano i più imparziali possibile. Insomma, niente applausi, commenti o interventi non previsti da parte degli spettatori in studio: potrebbero influenzare il dibattito, contaminando l’obiettività che dovrebbe caratterizzare tutte le trasmissioni di approfondimento politico in onda sulla tv pubblica.

Il DG Rai, nella nota, richiama tutti ad un “rigoroso rispetto delle regole aziendali” chiedendo che il pubblico non diventi “parte attiva” del confronto tra gli ospiti, soprattutto se si tratta di esponenti politici. La disposizione è arrivata, sotto forma di lettera, a pochi giorni dalla riapertura dei principali talk della tv pubblica. Stasera, infatti, torneranno Porta a Porta e Ballarò, poi a ruota toccherà a In 1/2 ora (19 settembre), Annozero (23 settembre, salvo imprevisti) Parla con me (28 settembre). A ottobre inizieranno Articolo 3 (il 15) e Report (il 17). Dopo le accuse di imparzialità di certi programmi piovute su Viale Mazzini nella scorsa stagione, stavolta Mauro Masi ha voluto mettere le cose in chiaro sin da subito.

Resta solo da capire fino a che punto le raccomandazioni ’silezia-pubblico’ possano risultare applicabili. Infatti, pare impossibile immaginare lo studio di Ballarò (composto in parte da una claque che i politici si portano dietro) in completo silenzio, inerte alle arringhe dei leader, impassibile di fronte alle loro risse dialettiche. E che dire del pubblico di Annozero, che esplode in un boato da stadio a sostegno dei monologhi di Marco Travaglio, o di quello di Parla con me, pronto a sbellicarsi dalle risate per le battute politiche della Dandini? Intanto l’aziendalista di ferro Bruno Vespa ha dichiarato che Porta a Porta si uniformerà alla disposizione dell’azienda, ma ha anche precisato che “se qualcuno non lo rispettera ci adegueremo“.




13
settembre

OTTO E MEZZO, DA STASERA RIPARTE SU LA7 IL PROGRAMMA DI LILLI GRUBER. SARA’ IL SOLITO TALK?

Lilli Gruber

E’ il segno che le vacanze stanno ormai finendo. Lilli “la rossa”, infatti, è già pronta. Giusto il tempo di chiudere l’ombrellone e tac, dall’Ultima Spiaggia tornerà all’access prime time. A differenza dell’approfondimento televisivo, l’attualità non è mai andata in ferie ed ora, tra case a Montecarlo e crisi di governo, l’informazione non può più attendere. Lilli Gruber sarà tra le prime a ripartire: da stasera la giornalista tornerà su La7 con una nuova edizione del suo talk show Otto e mezzo. Anche quest’anno formula confermata, il programma andrà in onda tutti i giorni alle 20:30, dal lunedì al venerdì.

Le novità riguarderanno lo studio, che avrà una grafica completamente rinnovata. Come noto, alla Gruber i “lifting” sono sempre piaciuti. Ogni sera la trasmissione aprirà una finestra sull’attualità, sulla politica interna ed internazionale, senza trascurare l’economia e la cultura. Alla corte di Lilli “la rossa” sfileranno e si confronteranno politici e protagonisti della cronaca, accanto a editorialisti ed esperti. Come in ogni talk del Bel Paese, la tele-rissa sarà una variabile da considerare, pronta a innescarsi quando meno la si attende.

Per gli spazi dedicati all’approfondimento tornerà anche “il punto”, una rubrica sull’argomento del giorno condotta da Paolo Pagliaro, co-autore di Otto e mezzo. Il resto della trasmissione sarà affidata alla Gruber, alle sue provocazioni e a quelle frecciatine dal sapore vagamente politico, al dibattito tra gli ospiti presenti in studio. Grazie ad un’interazione tra tv e web, gli spettatori potranno anche rivedere  le repliche delle puntate in rete.

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6
agosto

TG3 LINEA NOTTE E L’ESTATE CALDA DEI FINIANI IN TV: RISSA SFIORATA TRA LUPI E RAISI (CALIENDO IN COLLEGAMENTO TELEFONICO)

TG3 Linea Notte, Caliendo in collegamento telefonico

Non fa in tempo ad aprire bocca che si becca una tirata d’orecchie, ormai è così. Povero Minzo. Stavolta il direttore del Tg1 la marachella l’ha combinata sulla cronaca parlamentare degli scorsi giorni. Durante il cosiddetto pastone politico, il notiziario di Augusto Minzolini ha annoverato le voci di “Futuro e libertà” (il movimento dei finiani nato dal divorzio con Pdl, ndDM) tra i gruppi dell’opposizione, fra coloro che mettono il bastone tra le ruote al Cavaliere, per disarcionarlo. Benedetto della Vedova, vice-capogruppo vicario alla Camera di Fli, non ha gradito la sintesi del Tg1 e ha dichiarato il proprio disappunto ai microfoni di Radio Radicale. Ne è nato un piccolo scontro con Minzolini.

Io mi auguro che aver messo Fli all’opposizione sia stata una maliziosa svista” ha detto Della Vedova, che ha poi aggiunto sibillino “se dovesse continuare questo trattamento sarebbe inqualificabile e inaccettabile perché strumentale e infondato, e la Commissione di vigilanza e il Cda Rai dovranno esserne investiti”. Ancora uno sgambetto e i finiani chiameranno l’arbitro. Ma Minzolini che, come noto, non si fa mettere all’angolo e si rafforza a furia di prenderle, non ha fatto attendere la sua replica: “Non è accettabile che si pretenda di suggerire anche come strutturare il racconto politico violando così l’autonomia dei singoli giornalisti. Tutti i giornali dicono che, con l’astensione di Fli il governo non ha più la maggioranza. Forse sono loro che non hanno capito bene cosa fare”. Sottolineando la confusione che regna tra le fila dei finiani, Augusto sembra aver colto nel segno. E la prova, ancora una volta, ce l’ha data la tv.

Bastava guardare Linea Notte dell’altro ieri per rendersene conto. Nella trasmissione condotta da Bianca Belinguer rissa sfiorata tra Maurizio Lupi (Pdl) ed Enzo Raisi (Fli). La lite si è scatenata sul sottosegretario Caliendo e sull’inopportunità della sua presenza ad una cena con faccendiere Flavio Carboni, non propriamente uno stinco di santo. “Potresti fare un patto con Di Pietro”, “Fai demagogia”: i due esponenti di centrodestra se ne sono dette di tutti i colori in diretta, e il dibattito si è acceso ulteriormente dopo la telefonata dello stesso Caliendo, intervenuto per difendersi. Accanto a loro, le telecamere catturavano un Enrico Letta impietrito come una bella statuina. Ad agosto la politica in tv si fa rovente, ma non per tutti.





5
agosto

RAITRE TAGLIA LA DIRETTA SUL VOTO ALLA CAMERA. E IL SERVIZIO PUBBLICO CONTINUA A FARLO SKY TG24

Rai Parlamento

Si è fermata proprio sul più bello, come la pellicola inceppata di quei cinemini di periferia che trasmettevano film un poco osè. Ecco, forse è stato quello il motivo: l’atmosfera si stava facendo troppo caliente, anzi, Caliendo. Così, la diretta dello speciale di Rai Parlamento dedicata al voto di sfiducia al sottosegretario Giacomo Caliendo (tenutosi ieri alla Camera) ha riservato un’amara sorpresa ai telespettatori e si è interrotta proprio quando non doveva. Zac, tagliata a pochi minuti dalla resa dei conti, dall’atteso esito della consultazione. Un colpo basso per chi da giorni seguiva morbosamente la vicenda incollato ai Tg, unica fonte di informazione che il piccolo schermo offre in questa estate politicamente torrida.

La giornata di ieri era un banco di prova fondamentale per il Governo e per la sua stabilità dopo la defezione dei finiani; a metà pomeriggio il telespettatore trovava su Rai3 una diretta dell’appuntamento parlamentare, a partire dalle dichiarazioni di voto (un bla bla bla abbastanza faticoso da reggere ai primi di agosto). A stento si sorbiva gli scleri di Antonio Di Pietro, i predicozzi di Dario Franceschini e di Fabrizio Cicchitto, che la tv rende ancora più soporiferi. Alla fine del supplizio si arrivava al voto, il momento più atteso. Mentre il Presidente della Camera dava inizio alla consultazione, Rai3 ci regalava in presa diretta la tensione tra i banchi della maggioranza. Un’ansia che neanche alla domanda finale del Milionario.

Proprio in quel momento, a pochi minuti dal voto, succedeva l’imprevisto. Il giornalista Giuseppe Morello interveniva per riprendere la linea ed avviarsi alla chiusura del collegamento. Ma come, proprio sul più bello? A quel punto al cronista non restava che approntare uno sbrigativo commento sui possibili esiti del voto (che poi ha salvato il sottosegretario Caliendo, ndDM) e congedarsi dal pubblico. La linea veniva data ad un’interessante puntata di Geo Magazine. Dagli animali della politica a quelli delle foreste tropicali.


2
agosto

RAI: I TALK SHOW NON RIAPRONO. FLORIS: “PECCATO, AVEVAMO UNA PUNTATA PRONTA”

Silvio Berlusconi vs Gianfranco Fini

La situazione politica italiana è piuttosto critica, ma i talk show della Rai non riapriranno i battenti nella calura agostana. Se ci saranno approfondimenti, saranno affidati ai tg e ai direttori delle varie testate. È l’esito della riunione a viale Mazzini fra il direttore generale, Mauro Masi, e i direttori di telegiornali e giornali Radio Rai.

“I direttori delle testate potranno chiedere ampliamenti degli spazi previsti e, ove ritenuto necessario, anche variazioni di orario nei palinsesti” sottolinea la nota diffusa dalla Rai. Le proposte che arriveranno da Minzolini & Co. dovranno essere vagliate prima dal Vicedirettore Marano chiamato a coordinare le iniziative fra le diverse testate e poi dal Dg Masi che dovrà dare l’ok definitivo. 

In sostanza dovrebbe cambiare poco: il Tg1 approfondirà l’evoluzione del quadro politico all’interno di Tv7 e di Speciale Tg1, mentre il tanto atteso ritorno di Ballarò non ci sarà. Queste le parole di un rammaricato Giovanni Floris. «Peccato, un vero peccato» commenta Floris. «La puntata era pronta, avevamo coinvolto ospiti autorevoli, avevamo dei bei servizi da far vedere, come sempre sarebbe stata una puntata rigorosa ed equilibrata. Sarebbe stata insomma secondo noi un’ottima puntata»





1
agosto

MASI CONVOCA I DIRETTORI DEI TG: SITUAZIONE POLITICA DELICATA. LA RAI VALUTA UNA RIAPERTURA ANTICIPATA DEI TALK SHOW

Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini

Se succede il patatrac, l’informazione Rai non deve farsi trovare impreparata. Mauro Masi ci tiene, vuole tutti sul pezzo. Il Direttore Generale della tv pubblica infatti ha convocato per domani, lunedì 2 agosto, alle ore 11.00 i direttori di Tg1, Tg2, Tg3, Tgr, Rainews e Gr Radio Rai. Il motivo è presto detto: le vicende politiche di questi giorni, culminate con il divorzio tra Berlusconi e Fini, annunciano un periodo incandescente e pieno di colpi di scena, di fronte al quale i talk show e i programmi d’approfondimento della prima serata non possono attendere. Se dovessero aspettare l’autunno, campa cavallo. Non c’è tempo da perdere.

Una nota di Viale Mazzini diramata in queste ore giustifica la convocazione da parte di Masi con un bisogno urgente di “un approfondimento sugli impegni della comunicazione del gestore del servizio pubblico radiotelevisivo in relazione agli sviluppi della situazione politica nazionale“. Basta con le repliche a random e con i programmi frivoli tipici del periodo estivo, nel giro di pochi giorni i palinsesti potrebbero subire un sensibile aggiustamento in funzione di un’informazione più completa. Nel vertice di domani, cioè, si parlerà della possibilità di (ri)mettere in piedi già dalle prossime settimane alcuni programmi d’approfondimento, per raccontare meglio i futuri scenari politici del Paese.  

Giovanni Floris, da maestrino diligente, è stato il primo a rispondere all’appello: “Noi siamo pronti: se ci danno il via libera, Ballarò è pronta ad andare in onda martedì” ha detto il giornalista, il quale ha poi aggiunto “d’intesa con la rete abbiamo chiesto di fare uno speciale perché ci sembra che il momento politico lo meriti“. Floris si è poi dichiarato favorevole alla messa in onda sia dei talk serali che degli appprofondimenti da parte dei Tg perchè -ha detto- “non siamo mai stati  alternativi l’uno all’altro“. L’Usigrai, invece, non è dello stesso avviso, e vorrebbe che dell’informazione sugli avvenimenti politici di questi giorni si occupassero solo i tg.


31
luglio

MI CONSENTA, I POLITICI E LA TV: UN BINOMIO IMPRESCINDIBILE RACCONTATO MAGISTRALMENTE DA “GLI ARCHIVI DELLA STORIA”

La Grande Storia, Gli Archivi della Storia

C’era un tempo in cui l’uomo politico, la sua vita privata, il suo stesso corpo si guardavano bene dall’esporsi di fronte al video, considerato ancora qualcosa di arcano e potenzialmente pericoloso. Mentre la Politica, quella delle alte sfere, ordiva dall’interno della neonata Rai le sue trame di controllo e dominio, l’Uomo Politico evitava il contatto ravvicinato con il piccolo schermo, con quel “pubblico che non si vede” (parole di Aldo Moro) e con il quale è preclusa qualsivoglia interazione. Questo storico quanto controverso binomio tra politica e televisione è stato magistralmente analizzato dallo speciale “Mi Consenta” de ”Gli Archivi della Storia” (Venerdì, ore 21.10, Raitre), documentario attualmente in onda in veste grafica rinnovata e con contenuti aggiornati. Novità principale, il commento in studio, affidato al giornalista Vladimiro Polchi ed affiancato in ogni puntata da un esperto nell’argomento trattato.

“Mi consenta. I politici e la tv” prende le mosse dal periodo precedente all’avvento della tv, considerando quindi l’importanza assunta dalla radio e poi dal cinegiornale nella comunicazione politica, per poi trattare approfonditamente il rapporto tra classe dirigente e piccolo schermo, una relazione non sempre pacifica, ma con il mutare dei tempi sempre più stretta e irrinunciabile. Il documentario, che ha il pregio della precisione storiografica senza però cadere in pedanti ricostruzioni, mostra come il leader politico si sia gradualmente adattato alle logiche televisive, ai suoi tempi e alle sue regole, intuendo quindi che il consenso è ormai passato “dal piano ideologico a quello estetico”.

Ecco, allora, Andreotti che svela a Costanzo intimi particolari della sua vita sentimentale (in una famosa puntata di “Bontà loro“), o Tina Anselmi che sfida a colpi di eloquenza una tenace casalinga in “Italia parla”, trasmissione di Tortora del 1983. E’ l’uomo politico che si spoglia del suo abito istituzionale, per apparire più umano, più quotidiano, insomma più cittadino italiano. Un costume che nella televisione odierna è stato portato all’eccesso, sino a configurare quella particolare modalità televisiva che in molti chiamano “politica-spettacolo“.


30
luglio

TG1, NUOVO EDITORIALE DI MINZOLINI: “SIAMO ALLA DERIVA GIUSTIZIALISTA”. E GARIMBERTI LO BACCHETTA

Video dell'editoriale di Augusto Minzolini

Che estate sarebbe senza un editoriale di Augusto Minzolini? I suoi interventi, in fondo, sono come l’amore o il colpo della strega, se preferite: arrivano quando meno te l’aspetti. Un anno fa il ‘direttorissimo’ del Tg1 era intervenuto sull’inchiesta di Bari (“Solo ipotesi e chiacchiericci”), ieri invece lo ha fatto sul divorzio tra Fini e Berlusconi, ma non solo. Ormai è così, quando Augusto parla stanno tutti ad ascoltare, a centellinare le parole, poi non passa nemmeno un minuto e partono le polemiche, le accuse di faziosità, le repliche, gli sfottò. Le posizioni del direttore del Tg1 diventano un caso, ribalzano dalla tv ai giornali, come agitano loro i contestatori non lo fa nessuno. Tutti col dito puntato, dagli al Minzo. Alla faccia della libertà di espressione.

Nell’editoriale trasmesso durante il tg delle 20 di ieri, Augusto Minzolini ha sùbito parlato della manovra economica approvata dal Governo, “varata nonostante le polemiche dell’opposizione e degli enti locali (…) misure impopolari ma necessarie, che hanno avuto il plauso dell’Europa”. A questo punto il direttore ha fatto una personale analisi del momento politico attuale: “in queste settimane la confusione sui giornali è aumentata a dismisura, sono fioccate previsioni pessimistiche sul futuro del governo, si è parlato di esecutivi tecnici o di larghe intese, sono state enfatizzate inchieste dai contorni confusi. Insomma, la solita cappa mediatica tenta di condizionare gli equilibri paese”. Poi ha denunciato:”Siamo alla deriva giustizialista”. Parole che del tutto legittime e ben argomentate, anche quando non pienamente condivisibili.

Da qui, con un assist che neanche Sneijder all’Inter, è passato al divorzio tra Fini e Berlusconi che sta consumando il Pdl in questi giorni. “Un elemento positivo lo determina, la chiarezza - ha detto - e in questo momento c’è bisogno di chiarezza, non di tatticismo esasperato”. Parole destinate ad animare il dibattito, a scaternare le ire dei trombettieri della libera informazione. Nemmeno il tempo di terminare l’editoriale e gli esponenti di Pd e Idv dichiaravano ai cronisti la loro indignazione. Tra gli interventi critici su Minzolini, il più autorevole è stato quello che il Presidente della Rai Paolo Garimberti ha espresso in serata, durante un’audizione in Commissione di Vigilanza.