In un modo o nell’altro Michele Santoro tornerà in tv. Parola sua. Dal prossimo autunno il giornalista dispenserà libera informazione via etere, incanterà il pubblico, infastidirà il potere. E certamente lo farà in modo ‘scomodo‘, sennò che gusto c’è? Inutile chiedersi su quale rete avverrà il ritorno, anche perchè al momento il giornalista è più precario di un operaio della Fiom: abbandonato da mamma Rai ed emarginato da La7. Porello. Non resta quindi che credere al suo nuovo grido di battaglia; una promessa lanciata stamane dalla pagine del Fatto Quotidiano: “se Rai e La7 non ci vogliono, dobbiamo essere noi a dire ‘rivogliamo la Rai’ e a riprenderci il servizio pubblico privatizzato dai partiti” ha detto.
Il conduttore non ha nemmeno escluso la possibilità di trasmettere da una piattaforma internet-digitale-satellite. Anche perchè il mercato della tv generalista sarebbe ormai bloccato da un conflitto di interessi mostruoso, da un gran manovratore che ha un nome preciso. “Un’azienda, Mediaset, occupa il governo, il Parlamento, le Autorità, la Rai e piega tutto al proprio tornaconto” ha denunciato Santoro, il quale ha parlato dell’emittente di Silvio Berlusconi come di una forza accentratrice. Ecco dunque svelato chi si nasconderebbe dietro l’improvvisa interruzione della sua trattativa con la tv di Telecom. Ecco il promotore dell’”intervento esterno per bloccare un acquisto importante per realizzare un terzo polo televisivo che poteva diventare dirompente per il duopolio Rai-Mediaset“.
Nel racconto di Santoro, la definizione del nuovo contratto con La7 sembrava destinata a concludersi positivamente ma “all’improvviso sono ricomparsi i vincoli e le diffidenze iniziali, che avevamo già dissipato“: tutele legali e necessità di visionare in anteprima scalette, argomenti e ospiti da parte dell’emittente. Su questi punti l’accordo si sarebbe interrotto. A noi resta da capire fino a che punto si siano realmente spinte le esigenze della tv di Telecom e quelle del giornalista. Anche perchè, secondo la teoria santoriana della “dittatura di Mediaset“, sarebbe inconcepibile che La7 continuasse a mandare in onda personaggi non certo vicini al Governo come Gad Lerner, Lilli Gruber, Ilaria D’Amico, Maurizio Crozza…