Politica in TV


1
settembre

SAVIANO E MENTANA, A OTTOBRE INSIEME IN UNO SPECIALE SU LA7? IL DIRETTORE TOMBOLINI: “SE NE STA PARLANDO”

Roberto Saviano

Il ritorno di Roberto Saviano sarà uno dei piatti forti della prossima stagione. A La7 si studia il modo migliore per giocare l’asso nella manica che, senza ombra di dubbio, potrebbe regalare alle rete grandi soddisfazioni. In attesa delle quattro puntate previste a gennaio in prime time, l’autore di Gomorra potrebbe tornare in video già ad ottobre, in uno speciale firmato da Enrico Mentana.

A rivelarlo è stato Lillo Tombolini, il direttore uscente de La7, che dal 10 ottobre lascerà la poltrona a Paolo Ruffini, uno dei tanti “macachi” del banano Rai che nei prossimi mesi sbarcheranno sulla rete di Telecom Italia Media. L’occasione dell’annuncio è stata la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione de L’infedele, al via lunedì 5 settembre in prima serata.

Tombolini ha poi precisato che “se ne sta parlando“, confermando che il progetto è ancora in stato embrionale, ma coinvolgerà direttamente il direttore del telegiornale della rete, indicato da Gad Lerner come il vero autore che ha reso possibile la straordinaria crescita d’ascolti dell’ultimo anno. Anche senza la ciliegina di Michele Santoro, la più piccola delle generaliste ha tutte le carte necessarie per mettere a segno la sua migliore stagione di sempre.




30
agosto

FEDELE CONFALONIERI RIVELA: MENTANA VOLEVA MINZOLINI AL TG5. SANTORO? LO PREFERIVO SUL PONTE DI BAGDAD

Enrico Mentana e Augusto Minzolini

Chi l’avrebbe mai detto: nel suo harem di telegiornalisti del TG5, tra Lamberto Sposini, Emilio Carelli e Cesara Buonamici, Enrico Mentana avrebbe voluto anche Augusto Minzolini. Lo ha rivelato Fedele Confalonieri in un intervento radiofonico nel corso del programma ‘La Zanzara’ condotto da Giuseppe Cruciani su Radio 24. E chissà che il Presidente Mediaset non abbia volutamente punto Chicco Mentana ripescando un vecchio scheletro dall’armadio:

Minzolini a Mediaset? I direttori gia’ li abbiamo, sta bene lì dov’è. E poi a Mediaset voleva portarlo Mentana una decina di anni fa, quando era alla Stampa e Mentana era il direttore del Tg5. Voleva assumerlo. Oggi e’ un’altra storia“.

E com’è andata la storia è sotto gli occhi di tutti: Mentana che ha riconquistato la scena imponendosi come l’anti-Minzolini, raccogliendo consensi proprio grazie al suo telegiornale che si è nettamente contrapposto al modello minzoliniano per stile e per scelta delle notizie. Confalonieri ha parlato anche del futuro di Emilio Fede, per il quale si era vociferato di una possibile sostituzione alla direzione del TG4:

No, per ora resta lì. E poi quelli di una certa età vanno ascoltati. Una volta erano i consiglieri, nel villaggio di Asterix erano quelli con la pozione magica che danno i consigli ai giovani”.


30
agosto

PRIVILEGI DELLA CHIESA IN TV. A PARLARNE PERO’ E’ LA RETE FRANCESE TF1

Mario Staderini intervistato da Tf1

Non tende a calmarsi il ping pong di botta e risposta tra Radicali e Chiesa sulla questione privilegi fiscali e tassazione. Il dibattito televisivo chiesto dal segretario Staderini alla Rai non è arrivato e non ci sono state neanche note che spiegassero meglio i termini televisivi della questione, perché questa querelle non possa essere risolta dando lo spazio adeguato davanti alle telecamere. In Italia il teleschermo tace (anche se è doveroso ricordare che il gruppo di Report in passato ha dedicato parecchia attenzione al tema). Unica e relativa eccezione il tg di Enrico Mentana che ha dedicato un servizio per spiegare ai suoi telespettatori cosa si stesse agitando nell’opinione pubblica.

Il clamore anziché placarsi continua a crescere, con la pagina Facebook di Vaticano pagaci tu la manovra finanziaria giunta in questo momento a quasi 140 mila adesioni. Ecco allora che arriva da oltralpe una mano a sostegno di Staderini e compagni, forse termine non adattissimo data la posizione interlocutoria della sinistra quantomeno sulla necessità di parlarne in tv, anche dei seguaci più ligi del Marx più convinto demolitore del senso religioso. Tf1 ha infatti dedicato nell’edizione di ieri un servizio di due minuti e mezzo all’argomento che insieme ai privilegi della casta e dei calciatori scioperanti sta facendo infiammare un bel po’ di italiani.

La posizione dei francesi è abbastanza chiara. Nel loro sottolinare l’ambiguità del nostro apparato normativo in materia di tassazione delle attività commerciali legate a luoghi religiosi e nella relativa lucida disamina degli abusi che l’escamotage di giustificazioni religiose può fornire ai contribuenti si esprime una sorta di solidarietà a color che chiedono almeno di intervenire nuovamente sui codici per ridurre al minimo le furbate e gli sconti ingiusti.





30
agosto

PASQUALE D’ALESSANDRO PUNTA SU CABELLO E FACCHINETTI: “SANTORO E VENTURA SONO DUE ASSENZE PESANTI. MINOLI E PARAGONE IN PRIMA SERATA”

Simona Ventura, Victoria Cabello, Francesco Facchinetti e Michele Santoro

Non sarà facile per Pasquale D’Alessandro, neodirettore di Rai2, raccogliere l’eredità di Massimo Liofredi: la sua rete affronterà la nuova stagione senza due jolly come Michele Santoro e Simona Ventura a trainare gli ascolti della prima serata. Da sempre divisa tra linguaggi innovativi e l’istituzionalità del servizio pubblico, la nuova Rai2 riparte da Francesco Facchinetti e Victoria Cabello: il primo proverà a rilanciarsi con Star Academy, al via il 27 settembre in diretta concorrenza con Baila di Barbara D’urso:

Sarei ipocrita se non dicessi che mi dispiace non aver ritrovato Santoro e la Ventura, due assenze pesantiha dichiarato Pasquale D’Alessandro all’Ansa. Ma sono stato felicissimo di aver trovato Facchinetti e la Cabello. Li avrei scelti anch’io. (Star Academy, ndr) è il papà di tutti i talent, una sorta di Operazione trionfo riveduta e corretta, con esibizioni collettive ed eccellenti ospiti musicali, italiani e stranieri. Ne abbiamo posticipato la partenza perché con Endemol stiamo riflettendo sulla giuria, che avrà un ruolo diverso rispetto a X Factor“.

L’ex vj di Mtv, invece, dovrà dimostrare di saper tenere il timone di Quelli che il calcio. Per lo storico contenitore domenicale di Rai2 si parla di un ritorno allo stile di Fabio Fazio, meno “caciarone” rispetto alle ultime edizioni condotte da Simona Ventura. La regia sarà affidata a Paolo Beldì, in omaggio alla tradizione, e per i collegamenti dagli stadi il programma si servirà non solo di inviati famosi, ma anche di gente comune.


29
agosto

TGCOM24 AL VIA A NOVEMBRE, VENT’ANNI DOPO LA PRIMA DIRETTA MEDIASET. MARIO GIORDANO: “AVREMO UN FLUSSO CONTINUO E PIU’ COPERTURA DI SKY”

Mario Giordano

Sono le 11.30 del 1 settembre 1991 quando negli studi Mediaset di Milano 2, Emilio Fede conduce per la prima volta in diretta l’edizione meridiana di Studio Aperto, aprendo con queste parole il telegiornale: “Dopo 12 anni ci viene riconosciuto un diritto. Nessun regalo. Comunque, grazie“. Inizia ufficialmente una nuova epoca, quella delle trasmissioni in diretta che acuisce la concorrenza tra la Rai e le reti private di Silvio Berlusconi. Vent’anni più tardi, i vertici Mediaset hanno scelto quello stesso studio per ospitare il nascente Tgcom24, primo canale all-news del Biscione che inizierà a trasmettere dal prossimo novembre:

Debutterà a novembre - racconta Mario Giordano, direttore di Tgcom24 - il canale tv che andrà in diretta dalle 6 del mattino all’1 di notte, con ospiti e collegamenti e soprattutto le hard news in primo piano: cercheremo di dare tutte le notizie con tempestività, prima degli altri e meglio degli altri, riducendo al minimo gli spazi ingessati e lasciando il più possibile spazio al flusso. Saremo una finestra costantemente aperta sul mondo, nella logica dello studio aperto, proprio come ai tempi della Guerra del Golfo. E’ nella nostra tradizione, nel nostro Dna“.

Si tratta di un progetto ambizioso con cui l’azienda di Cologno proverà a sfidare i rodati RaiNews24 e SkyTg24 di Sarah Varetto, tenuto a battesimo proprio otto anni fa da Emilio Carelli che nel 1991 era vicedirettore di Studio Aperto, e che poi è passato al TG5 come vice di Enrico Mentana prima di dirigere la testata Tgcom nel 2000. La sfida a distanza tra i due canali all-news potrebbe giocarsi ancor prima che in televisione, sulla copertura di tablet e smartphone:





27
agosto

GIOVANNI STELLA SU SANTORO: “E’ FACILE CHIEDERE LIBERTA’ COI SOLDI DEGLI ALTRI. MICHELE HA BISOGNO DI UN NEMICO E SE NON LO TROVA LO CERCA NEL PROPRIO EDITORE”.

Giovanni Stella

Scalzato dal cavallo di viale Mazzini, Michele Santoro sembrava destinato a finire tra le braccia di Giovanni Stella, amministratore delegato del gruppo Telecom Italia Media che controlla -tra le altre reti- anche la “zona franca” dell’informazione chiamata La7. E invece Santoro le stelle le ha viste ma solo metaforicamente quando le trattative per il suo nuovo contratto sono cadute in un nulla di fatto. Colpa del Premier, dice qualcuno: Mister B. contrario ad un nuovo avvento dell’anchorman di Annozero, avrebbe fatto pressioni su La7 affinchè Santoro non trovasse spazio sull’emittente di TI Media.

Il dottor Stella, da quattro anni alla guida del gruppo, respinge le accuse e in un’intervista pubblicata oggi dal Giornale, nega di aver ceduto alle pressioni di Berlusconi e attacca Santoro che ancora oggi, a pochi giorni dal via della nuova stagione, resta un precario senza contratto:

Se mi avessero chiesto una cosa del genere avrei dato le dimissioni. Con Santoro non abbiamo chiuso il contratto solo perchè lui pretendeva libertà assoluta, nessun controllo su scaletta, ospiti e filmati. E’ stato lui a venire da me. Io ho una regola: nulla chiedere, nulla rifiutare, tutto verificare. Eravamo d’accordo su tutto: corrispettivo economico, collaboratori, tipo di prodotto, costo puntate. Ma nessun editore può dare carta bianca perchè ha la responsabilità finale di quello che va in onda“.

E continua:

(In Rai, ndr) gli facevano solo dei buffetti. Con me avrebbe avuto un osso ben più duro. Le regole si applicano a tutti: da Lerner a Piroso. Solo Mentana non deve riferire a me perchè, in quanto direttore, si assume tutte le responsabilità“.

Come a dire che in Rai si è fatto tanto rumore per nulla. Nonostante gli attacchi più o meno velati di Mauro Masi, e gli allarmismi sui contratti che puntualmente non venivano rinnovati, Annozero è sempre tornato in onda, almeno fino a quando l’azienda e Santoro non si sono accordati su un lauto compenso di buona uscita. Insomma per Giovanni Stella La7 non è la Rai, e se Santoro vuole totale libertà, dovrà arraggiarsi da solo:


22
agosto

IN ONDA VIRA A DESTRA: FUORI LA COSTAMAGNA, DENTRO NICOLA PORRO

Nicola Porro

[Dagospia] Atti di “cannibalismo catodico” a La7: il boss dell’emittente di Telecom Italia, Giovanni Stella, nomignolato per i suoi modi sentimentali “Er Canaro”, s’è magnato la tosta Luisella Costamagna. Anzi, visto che co-conduceva con Luca Telese “In Onda“, l’ha proprio affogata. La striscia di informazione che segue le smorfie tricologiche di Lillibotox Gruber (il volto è da un pezzo “paralizzato”) avrà, a partire dal prossimo ottobre, un nuovo conduttore al fianco di Ciccio Telese: il vispo Nicola Porro.

Essì, sarà il vicedirettore del berluschino “Il Giornale”, ben collaudato da plurimi ospitate ad “Annozero” e a “Ballarò”, a fare il controcanto al “sinistro” giornalista de “Il Fatto”. Telese, da parte sua, appiccicandosi un minuto sì e un altro pure con la precisina Costamagna, aveva lasciato intendere, a dispetto di Aldo Grasso, di possedere una attitudine buffa a fare una “Casa Vianello” in chiave politica.

Non si sa ancora dove verrà ricollocata la signora Costamagna – rispetto a coscialunga D’Amico non ha a disposizione una rete di salvataggio come Sky. Quello che è certo è che l’operazione ‘Porro Seduto’ è stata pensata e condotta a termine dall’amministratore delegato de La7 senza – e sottolineo senza – che ne fosse coinvolto il neo direttore del palinsesto, il transfuga di Rai3 Paolo Ruffini…


17
agosto

LA 7: E’ SCATTATA L’ORA X PER ‘L’ASSEDIO FINALE’ A BERLUSCONI?

Silvio Berlusconi sotto l'assedio di La 7

Giorni caldissimi per la politica e per la storia economica italiana. Mentre cominciano a delinearsi gli effetti di una raffica di misure di austerità per salvare la finanza e l’economia del Paese e lo stesso Silvio Berlusconi ammette di aver dovuto cedere il passo snaturando la sua filosofia liberale (o forse liberista), c’è una sola emittente che sta seguendo in maniera febbricitante ogni piccola sfumatura ed evoluzione del nuovo quadro.  Parliamo ovviamente di La 7. Una costruzione sempre più coerente quella dell’astro ‘rinascente’, ben consapevole che solo nel solco di questo momento può diventare veramente il terzo polo televisivo italiano.

Il faro ‘rosso’ della rete è sicuramente il telegiornale di Enrico Mentana, unico baluardo dell’informazione ‘alternativa’ degno di creare un asse con il Tg 3 di Bianca Berlinguer, che ha dedicato un lungo speciale alla riunione fatale del Consiglio dei Ministri sui tagli mettendo in scena la ‘crocifissione’ del ‘povero’ ministro Rotondi costretto a cadere e rialzarsi sotto i colpi di domande e polemiche provenienti anche dagli amici Tosi e Formigoni, opportunamente stuzzicati dal padrone di casa.

Non è da meno però la pungente intraprendenza giornalistica di Luisella Costamagna. Se per Luca Telese eravamo abituati a un profilo di osservatore abbastanza frizzantino nelle ultime sere la bionda compagna d’avventura ha ben affilato le lame verbali non arrendendosi di fronte al politichese dei suoi ospiti. E’ apparsa incalzante, a tratti quasi stizzita dinanzi agli artifici retorici dei malcapitati mandati a giustificare l’apoteosi dell’impopolarità: le tasse. Quasi un sarcasmo santoriano, come a voler far capire da che parte pendesse e quanto poco tollerasse questa retromarcia politica di coloro che dovevano liberare dalle tasse e che invece ora sono esattori come e peggio degli altri.