Politica in TV


13
ottobre

BLOG – LA VERSIONE DI BANFI: OPERAI AGGREDISCONO IN DIRETTA LA TROUPE DI RETE4

Blog - La versione di Banfi, rivolta in diretta

Quando si incazzano, gli indignados muovono pure le mani. Ne sa qualcosa la giornalista Monica Giandotti, che stasera si è trovata in mezzo ad una rivolta durante il programma Blog – La versione di Banfi, in onda su Rete4. La giovane inviata era in collegamento con Genova per raccontare in diretta la situazione precaria dei lavoratori della Fincantieri, quando gli stessi operai hanno iniziato a manifestare il loro malcontento con toni accesi e incivili. Ne è scaturita una rissa.

A scatenare la reazione violenta dei lavoratori, in particolare, sarebbe stata la scelta del programma di privilegiare gli interventi dei politici, rinviando ad un secondo momento l’esposizione delle loro rimostranze. Sentire le ‘elucubrazioni’ di Enrico Letta prima e di Silvio Berlusconi poi, ha fatto saltare i nervi agli indignados genovesi, i quali si sono scagliati contro le telecamere di Rete4, assalendo la coraggiosa inviata Monica Giandotti.

Siamo stufi di sentire le chiacchiere dei politici… Avete giocato sul nostro futuro!” sbraitano i lavoratori della Fincantieri. E dal quel momento parte l’autogestione in diretta tv. La telecamera traballa, poi viene travolta, volano spintoni mentre gli operai accerchiano la giornalista di Rete4 e la sua troupe. Alessandro Banfi, da studio, cerca di capire cosa stia accadendo in mezzo a tutta quella concitazione e manda la pubblicità.




7
ottobre

GIANLUIGI PARAGONE A DM: MI SONO ROTTO DEL TALK SHOW E DEI POLITICI CHE TIRANO IL GUINZAGLIO. TRA SANTORO E LA POLITICA HA VINTO SANTORO.

Gianluca Paragone, L'Ultima Parola

A voler fare il corsaro, Gianluigi Paragone si è trovato in mano la sciabola. Il suo programma L’Ultima Parola, infatti, sta mettendo a punto una formula sempre più tagliente, in grado di infilzare il vecchio concetto di salotto politico in tv. “Smetto i panni del giornalista di centrodestra e torno a fare il cronista” aveva annunciato il conduttore prima di lanciarsi all’arrembaggio. E così è stato. Ad un mese dal suo esordio, la trasmissione di Rai2 ha già mandato a ramengo l’attitudine dei politici al monologo, restituendo il microfono alla gente comune. Roba da far invida alle compiante scorribande di Michele Santoro. Senza fare il Paragone col teletribuno, si noti solo il titolo della puntata odierna dell’Ultima Parola (23.40, Rai2), che è tutto un programma: “Politici, ora basta!“. E, guarda caso, l’annunciata presenza in studio del sindaco leghista Attilio Fontana non è stata confermata. Ci saranno invece  Daniela Santanchè, Pietrangelo Buttafuoco, Maurizio Landini, Maurizio Zamparini e Luigi Furini.

Direttore, un netto cambiamento di prospettiva, annunciato e avvenuto, per la tua trasmissione. Come lo stai vivendo?

“Sono contento perché rischiamo di vincere la scommessa più azzardata, cioè quella di far sviluppare il racconto della politica dal pubblico e non dai politici, che hanno parlato per 15 anni. Penso che la politica si sia dimenticata della quotidianità di questo Paese, trascurando gli studenti, i lavoratori, gli imprenditori, i dipendenti pubblici e le famiglie… Noi portiamo in televisione le loro lamentele e chiediamo ai politici presenti di darvi una risposta“.

Credi che questa ‘inversione di rotta’ abbia in qualche modo spiazzato i telespettatori?

“No, il pubblico ha reagito bene e il programma ha fatto quello che doveva fare. Se analizziamo gli ascolti dei tre talk debuttanti, mi sembra che rispetto al programma di Banfi siamo andati decisamente meglio, mentre rispetto alla trasmissione di Formigli bisogna considerare che lui è durato un’ora in più rispetto alla nostra puntata d’esordio. Storia diversa è la seconda serata: grafici alla mano, noi prendiamo la rete al 3% e la riconsegnamo con una curva che è sempre sul 17-18%, e la media è del 10,5%. Questo nelle prime puntate, per il futuro mi tocco… (ride)”

Con questi risultati speri che L’Ultima Parola possa tornare in prima serata?

“Col senno di poi dico che il nostro è un programma che ha cambiato totalmente formula e punti di appoggio. E’ una trasmissione completamente diversa che cerca di destrutturare il concetto di talk show. Io mi ero rotto le scatole del talk e l’avevo detto sin dall’inizio. Poi, alla luce dell’ultima puntata, credo che la strada che stiamo seguendo sia giusta, anche se non siamo ancora arrivati a destinazione. Quando avrò terminato e messo in equilibrio quello che vuole essere L’Ultima Parola, allora chiederò all’azienda di appoggiare questo nuovo prodotto”.

In questo processo di rinnovamento stai attingendo solo da tue risorse o ti ispiri anche ad altri format? Qualcuno parla di “santorizzazione”…


5
ottobre

MICHELE SANTORO: DA RAI2 A TELECAPRI

Michele Santoro

(AGI) – Milano, 5 ott. – Da Raidue a TeleCapri, dalla tv di Stato alla consolidata emittente locale, da ‘Annozero’ a ‘Comizi d’amore’. Michele Santoro compie definitivamente il trasloco a partire dal 3 novembre, iniziando un’avventura che ogni giovedi’ alle 21, per 25 puntate, lo vedra’ protagonista della tv dei faraglioni. “La disponibilita’ di TeleCapri a trasmettere il nuovo progetto di Michele Santoro – ha detto il direttore del canale, Costantino Federico – conferma sia la fama che l’emittente si e’ costruita negli anni con grande sforzo e spirito di sacrificio, sia la ferma volonta’ di dimostrare che la televisione non e’ fatta soltanto dei soliti big players che hanno affossato la libera concorrenza, ma di molte importanti tv locali che, in questo mercato, hanno una forza ed una penetrazione strategica, unica per gli investitori e che le tv nazionali leader non raggiungono”. (AGI)





2
ottobre

L’ULTIMA PAROLA: MAI PIU’ UN LEGHISTA DA PARAGONE. PAROLA DI UMBERTO BOSSI

Umberto Bossi e la guerra a L'ultima parola

L’ultima parola più che a Gianluigi Paragone stavolta spetta ad Umberto Bossi e per il talk show nato per fare da contraltare a Michele Santoro sono cavoli amari. Dal quartier generale della Lega Nord vento di guerra contro il conduttore de L’ultima parola, nonchè vicedirettore della seconda rete della tv di Stato. Il Senatur è stato chiaro, e un quotidiano amico come Il Giornale gli attribuisce questo monito:

Da Paragone non bisogna andarci, se qualcuno ci va è per farsi vedere, vuol dire che pensa a sé e non alla Lega.

A monte dell’improvviso cambiamento di rotta c’è il dietrofront di Paragone, d’ispirazione maroniana, che ha pubblicamente preso le distanze dalla recente politica della maggioranza, un esecutivo che naviga da mesi in acque sicuramente turbolente. Lui deluso dalla centralizzazione del partito che ha smarrito man mano la propria forza propulsiva contro i guai della politica italiana, loro delusi dalla sua disobbedienza e dal suo riversarsi nell’antipolitica generalizzando il malcontento.


29
settembre

SILVIO BERLUSCONI SI GIOCA TUTTO: “VADO IN TV ED ESPLODO”. MA SOLO IL CONTRADDITTORIO LO PUO’ SALVARE

Silvio Berlusconi, Porta a Porta

Ecco, gli ci vorrebbe un bel condono. Oppure una leggina ad personam per sospendere il compleanno a data da destinarsi. Se potesse, dicono che oggi Silvio Berlusconi farebbe carte false per non spegnere le sue 75 candeline. E te credo: con l’aria che tira c’è il rischio che stavolta a fargli la festa siano i magistrati. Tra intercettazioni, accuse, processi e smottamenti politici, il Cavaliere non se la passa poi così bene. A quanto si apprende, infatti, le ultime cronache avrebbero abbattuto l’umore del premier come uno stormo di pernici in tempo di caccia. Silvio si sentirebbe sempre più vittima di un accanimento giudiziario; da qui la decisione di reagire e di sferrare una controffensiva mediatica.

Già nei giorni scorsi si vociferava che Berlusconi fosse pronto a metterci la faccia, andando in tv a spiegare le sue ragioni. Tali rumors si sono intensificati ieri, dopo il voto sulla mozione di sfiducia al ministro Saverio Romano. Il premier, in particolare, si sarebbe sfogato con alcuni deputati del Pdl. “C’è una gara delle Procure contro di me, prima mi vogliono come testimone ora come indagato. Non ce la faccio più, uno di questi giorni vado in tv ed esplodo” avrebbe detto il Cav, secondo quanto riportato dal Giornale. Parole che suonano quasi come una dichiarazione di guerra, come l’inizio di una battaglia senza esclusione di colpi. Mors tua, Lavitola mea…

E allora tv sia. Pare proprio che Berlusconi possa apparire presto (molto presto) in un salotto televisivo, magari sulle poltroncine di Porta a Porta oppure a Matrix, da Alessio Vinci. L’intenzione sarebbe quella di raccontare agli italiani la sua versione dei fatti, denunciando una persecuzione dei giudici nei suoi confronti. Allo stesso tempo il Cavaliere potrebbe spiegare i dettagli del manovrone economico, dopo l’ennesima modifica apportata dal Governo. Diciamolo subito: in questa operazione mediatica saranno fondamentali i toni utilizzati, sui quali Silvio si giocherà tutto. Ma proprio tutto.





28
settembre

VALTER LAVITOLA SI DIFENDE A BERSAGLIO MOBILE: C’E’ UNA TELEFONATA NON TRASCRITTA CHE MI SCAGIONA

Enrico Mentana, Valter Lavitola. La7

Toh, chi si rivede. Come annunciato, stasera su La7 vanno in onda le confessioni di Valter Lavitola, il faccendiere coinvolto nel caso di estorsione al premier Silvio Berlusconi. L’ex direttore dell’Avanti, sul quale pende un’ordinanza di cattura, in questo momento è collegato da Panama con Bersaglio mobile, il programma che Enrico Mentana ha inaugurato per l’occasione. Nella puntata in corso, il direttore del Tg La7 è affiancato dai giornalisti Marco Travaglio, Marco Lillo, Carlo Bonini e Corrado Formigli, tutti pronti a scaricare una raffica di domande scomode sul super ospite della trasmissione.

In apertura di programma Lavitola è subito entrato nel merito delle intercettazioni telefoniche che lo riguardano assieme al premier Berlusconi e all’imprenditore Tarantini. Secondo il faccendiere ci sarebbero conversazioni che proverebbero la sua innocenza ma che al momento non risultano trascritte nelle carte della Procura. “Vorrei capire perché non è stata intercettata o trascritta, forse c’è stato un guasto tecnico…” ha affermato Lavitola, sibillino.

Nel frattempo Marco Travaglio carica le sue cartucce giornalistiche e spara in successione tre domande. Quale era o è il suo grado massonico rispetto al presidente del Consiglio? Quando ha saputo che i magistrati si stavano interessando di lei? Cosa voleva dire in quella telefonata con Tarantini quando vi mettevate d’accordo per mettere con le spalle al muro il Presidente del Consiglio? Lavitola parte proprio dall’ultimo interrogativo e spiega:

Quelle parole vanno inquadrate… Bisogna considerare che i Tarantini erano ragazzi viziati, che sperperavano. Il loro interesse - per il quale pressavano - era quello di vedere continuamente Berlusconi, quindi io dicevo così in senso metaforico, per spiegare che in quel caso si sarebbero creati dei problemi anche a me“. Chiaro, no?


28
settembre

BERSAGLIO MOBILE SCOVA VALTER LAVITOLA. IL LATITANTE SARA’ IN COLLEGAMENTO CON MENTANA

Valter Lavitola

Dura Lavitola, soprattutto se sulla testa ti pende un provvedimento di cattura e sei ‘costretto’ a vivere da latitante. Dell’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola si sono perse le tracce ormai da qualche tempo, almeno da quando i magistrati di Napoli hanno emesso un ordine di custodia cautelare a suo carico per il coinvolgimento nel presunto ricatto ai danni del premier Silvio Berlusconi. Probabilmente le autorità di Polizia lo stanno cercando in lungo e in largo, battendo invano lo Stato di Panama, dove si sarebbe rifugiato. Eppure – miracolo del piccolo schermo – l’unico a scovare il controverso faccendiere pare sia stato Enrico Mentana.

Valter Lavitola, infatti, stasera sarà ospite di Bersaglio Mobile, il nuovo programma di La7 condotto dal prodigioso Mitraglietta. Il latitante sarà in collegamento col direttore del TgLa7 nel corso della trasmissione che andrà in onda oggi a partire dalle 21.00, proprio nel giorno in cui sarebbe dovuto partire Niente di personale con Antonello Piroso (slittato al 2 novembre). Come si può intuire, si tratterà di un’esclusiva coi fiocchi, visto che da tempo sia la stampa sia i magistrati stanno inseguendo Lavitola senza successo. Alla luce dei recenti risvolti dell’inchiesta che lo riguarda, le domande da porre al soggetto sarebbero molte: a quante di esse il faccendiere sarà disposto a rispondere?

Staremo a vedere, anche perchè pare che ora Lavitola abbia intenzione di raccontare la sua versione dei fatti, soprattutto in merito ai suoi rapporti ‘istituzionali’ con il premier. Che ci faceva sull’aereo presidenziale nella visita di Berlusconi a Panama? Ah, ultime notizie: secondo il tribunale del Riesame, l’affarista e il Cav avrebbero istigato l’imprenditore Giampaolo Tarantini a mentire davanti all’autorità giudiziaria. Nel corso del suo Bersaglio mobile Enrico Mentana sarà affiancato alcuni dei più noti giornalisti d’inchiesta italiani che lo aiuteranno ad interloquire con l’ex direttore dell’Avanti.


28
settembre

BALLARO’…E IL PAESE IN CUI I MINISTRI SMENTISCONO I COMICI TELEVISIVI (VIDEO DI CROZZA)

Maurizio Crozza- Ballarò

Stilettata decisa e profonda quella di ieri sera di Maurizio Crozza nella copertina di Ballarò (video dopo il salto) a Berlusconi, Gelmini e Brunetta, come prevedibile del resto dopo i mille assist che i rappresentanti dell’esecutivo hanno fornito negli ultimi giorni alla comicità del web e dei media. Ce n’è anche per la Cei, accusata dal comico genovese di continuare a fare il bello e il cattivo tempo. Perchè i giambi diretti contro il Premier e l’ipocrisia di non nominarlo esplicitamente?

L’irresistibile ripescaggio del personaggio Zichichi per schernire la nota ministeriale sul finanziamento ad un fantasmagorico e risibile tunnel per neutrini, l’imitazione del ministro in miniatura, con tanto di inserto mafioso stile Padrino, per dirimere la querelle sul certificato antimafia per l’azienda. Naturalmente la comicità per sua natura caricaturizza ad effetto parole, fatti e personaggi e non è strano che una risata globale conquisti la platea.

Tocca al ministro Ignazio La Russa, pallido e ingessato come mai nello sforzo di non ridere alle gustosissime parodie dell’apertura, dover smentire i tormentoni delle gaffe dei ministri ridimensionando l’entità e, a suo dire, i malintesi. Sul tunnel non c’entra Maria Stella, il temerario Brunetta è stato frainteso. Giovanni Floris senza scaldarsi più di tanto piazza lì una battutina eloquentissima, facendo riferimento al caos generale che ci rende il Paese in cui i ministri smentiscono i comici.