Dietro le Quinte


21
aprile

INVERIGO: NON SOLO LA VILLA DEI RENGONI DI UNA GRANDE FAMIGLIA. ANCHE VILLA AURORA (RAMAZZOTTI), ORA IN VENDITA

Villa Aurora (Ramazzotti)

Villa Aurora (Ramazzotti)

Avete presente Inverigo, la cittadina in provincia di Como nella quale è ambientata Una Grande Famiglia? Bene! E avete presente la villa della celebre casata di Rai 1? Altrettanto bene! Ma la residenza dei Rengoni non è l’unica dimora di rilievo della zona.

Ad Inverigo, infatti, c’è anche Villa Aurora, la casa in cui, ai tempi del loro matrimonio, vivevano Eros Ramazzotti e Michelle Hunziker. Il nome della villa fu scelto in onore della figlia della coppia, oggi diciottenne e spesso al centro delle cronache mondane (!).

Ora, una parte di Villa Aurora è in vendita. Il prezzo è abbordabile: 450.000 Euro per un appartamento al piano terra di 135 mq con 1000 mq di giardino di proprietà. Ecco alcune foto.

Villa Aurora in vendita – le foto

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17
aprile

NIENTE AMICI PER CARLO CONTI. LIBERATORIE PRIMA CONCESSE POI REVOCATE DALLA RAI. ‘COLPA’ DELLA FERILLI

Carlo Conti

Carlo Conti

A questo punto, ve la diciamo tutta. La mancata concessione da parte della Rai delle liberatorie a Carlo Conti per la partecipazione ad Amici di Maria De Filippi ha una ragione. E questa ragione è Sabrina Ferilli.

La TV pubblica, infatti, dopo aver inizialmente accordato il permesso al conduttore fiorentino di prender parte alla puntata del talent show di Canale 5 in onda il 25 aprile (ma in registrazione domani, 18 aprile), ha chiesto – pochi giorni fa – una ‘contropartita’: la partecipazione di Sabrina Ferilli allo speciale di Fabio Fazio, in onda su Rai 1 nella stessa sera.

L’attrice romana, giudice del programma di Maria De Filippi, avrebbe dovuto partecipare – per pochi minuti in apertura di puntata – alle celebrazioni del settantesimo anniversario della liberazione dell’Italia che, per l’occasione, prenderanno il posto di Antonella Clerici e del suo Senza Parole. Il problema? Sabrina Ferilli sarebbe stata in onda contemporaneamente su Rai 1 e Canale 5.

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25
marzo

LE INVASIONI BARBARICHE, STASERA L’ULTIMA PUNTATA. DARIA BIGNARDI E CAIRO: NON E’ CHIUSURA ANTICIPATA

Daria Bignardi

Stop a Le Invasioni. Non è l’ultimo slogan anti-immigrazione di Matteo Salvini, ma la sorte del programma televisivo condotto da Daria Bignardi su La7. Dopo una stagione caratterizzata da ascolti molto bassi (media del 3% di share con 660 mila spettatori), Le Invasioni Barbariche si congedano dal pubblico con la decima puntata in onda stasera, mercoledì 25 marzo.

Le Invasioni Barbariche: chiusura anticipata?

Per alcuni si tratterebbe di una chiusura anticipata rispetto ai dodici appuntamenti di prima serata inizialmente prospettati. Non solo: il sito del Gruppo Cairo Communication riporta tutt’ora il programma in palinsesto fino al primo aprile prossimo. L’editore, però, ha smentito la tesi dello stop anzitempo, precisando all’Ansa: “erano previste dieci puntate, come da contratto con Endemol. Poi potevano essere anche undici, ma il programma ha fatto la sua stagione“. E per il futuro – ha aggiunto – si vedrà.

Sull’argomento è intervenuta anche la stessa Daria Bignardi, che su Facebook ha commentato:

Divertiti e compiaciuti dall’interesse generale sulla durata delle Invasioni, come se dopo undici anni fare dieci o undici o dodici puntate in una stagione fosse una notizia rilevante. La realtà come al solito è sfumata e noiosa, quindi non la riprenderà nessuno: la Rete ha sempre pensato a dieci puntate, il produttore inizialmente ne preferiva dodici (per me, con questo formato, sei sarebbero più efficaci, ma mi adatto alle esigenze produttive ed editoriali)…

Strano. Anche perchè, in relazione alla stagione scorsa, rispondendo proprio a noi su Twitter, Daria parlava di ’solite 12 puntate’…

Le Invasioni Barbariche: ospiti e interviste di stasera





13
marzo

MEDIASET PREMIUM NOVITA’: JOI E MYA DIVENTANO FUN E DRAMA E ARRIVA PREMIUM ONLINE?

Mediaset Premium

Mediaset Premium

Nuova gestione (si fa per dire) e nuovi restyling in arrivo per Mediaset Premium. Con la nascita della società – con Telefonica nuovo socio con l’11% e in attesa di nuovi investitori esteri – , per il Biscione è tempo di rivedere la propria strategia nel segmento pay, anche in vista delle novità calcistiche in arrivo in esclusiva. Con l’acquisto della Champions League per il prossimo triennio, soffiata a Sky a suon di milioni, la piccola pay tv vuole fare la parte da leone e convincere gli abbonati satellitari a passare al digitale terrestre, con l’obiettivo di raggiungere il più in fretta possibile l’agognato e desiderato pareggio di bilancio.

Mediaset Premium – Joi diventa Fun, Mya diventa Drama

Si parte con il rebranding di Joi e Mya, ancora in mano a RTI, che – stando a quanto risulta a Daily Media – dovrebbero cambiare nome in vista dell’ennesimo riposizionamento (più di forma che di sostanza però): Mya potrebbe diventare Drama, e acquisire un taglio più drama (appunto) concentrandosi maggiormente sul pubblico femminile -, mentre per Joi si punta maggiormente sulla comicità, e potrebbe cambiar nome in Fun. Insomma, due nuovi brand assolutamente anonimi con lo scopo di suggerire immediatamente il taglio dei contenuti proposti nei rispettivi palinsesti.

Mediaset Premium – I canali cinema perdono il prefisso. Nuovi canali calcio in HD

Anche sul versante cinema diverse le ipotesi in campo, come rivelato da E-duesse: tutti i canali dovrebbero definitivamente perdere il prefisso Premium o Premium Cinema, lasciando invariati i brand già assegnati anzitempo con il lancio della nuova offerta. Per quanto riguarda il calcio, allo studio vi sarebbero invece dei nuovi canali dedicati alla Champions League (questi insieme alla Serie A in capo invece a Mediaset Premium SpA), oltre al fatto che si punterà maggiormente sull’alta definizione con l’acquisto di nuova banda.

Nasce Premium Online, ispirato a Sky Online

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13
marzo

RAI VS SKY: AGCOM IMPONE ACCORDO ECONOMICO E LO STOP ALL’OSCURAMENTO DEI CANALI RAI SU SATELLITE

Canali Rai non più oscurati su Sky

Canali Rai non più oscurati su Sky

Si conclude finalmente la battaglia tra Rai e Sky. Come riportato da Repubblica, l’AGCOM ha finalmente posto fine alla querelle che vedeva da una parte l’azienda pubblica richiedere a gran voce che i suoi palinsesti venissero trasmessi nella loro totalità sul satellite (dietro ad un lauto compenso ovviamente), dall’altra Sky che invece si ritrovava oscurati i programmi di cui non erano disponibili i diritti per la visione. Ma tra i due litiganti da oggi gli spettatori godono e nel giro di qualche settimana non dovranno (si spera) più ricorrere alla digital key né allo switch tra decoder satellitare e decoder terrestre per godere dei palinsesti delle reti generaliste Rai.

L’azienda pubblica dovrà inviare entro 30 giorni una proposta di contratto “equa e ragionevole” a Sky per la trasmissione dei suoi canali e non potrà più ricorrere a giustificazioni sui diritti pur di oscurare i propri canali sulla pay tv, mentre Sky dovrà appunto pagare viale Mazzini per i canali pubblici che mostra ai propri clienti. D’altronde – come si legge nella delibera approvata a maggioranza – è un diritto e un dovere per la Rai chiedere un compenso economico per il rilievo dei programmi e per il valore reputazionale del brand.

Per Luigi Gubitosi si tratta di una vittoria importante della sua gestione, anche se rimane ancora aperta la questione relativa alla rinuncia del rinnovo contrattuale tra Rai e Sky per i canali Rai e l’offerta RaiSat ad opera di Mauro Masi, canali passati successivamente free sul digitale terrestre. I dipendenti hanno infatti presentato un esposto alla Corte dei Conti della Regione Lazio per danno erariale (350 milioni di euro per 7 anni) e per violazione del principio di universalità della diffusione delle trasmissioni, chiedendo un risarcimento da parte dello stesso Mauro Masi e dei componenti del Consiglio di Amministrazione.

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12
marzo

RAI, LA RIFORMA DI RENZI: NUOVO CDA, UN MANAGER, TRE RETI SPECIALIZZATE

Matteo Renzi

Il premier Renzi passa all’azione: è tempo di riformare la Rai. Quest’oggi l’annunciata riorganizzazione del servizio pubblico approderà sul tavolo del Consiglio dei Ministri con un dossier che costituirà poi la base di confronto con i partiti. Il testo, di cui i quotidiani riportano le prime indiscrezioni, trasforma Viale Mazzini in un’ottica manageriale che prevede un Amministratore Delegato forte, un Consiglio d’Amministrazione più snello e tre reti ’specializzate’ (di cui una senza spot). Una rivoluzione copernicana, che oggi Renzi presenterà ai suoi collaboratori di governo.

Riforma Rai: arriva l’AD con potere di voto

Alcune bozze informali circolate a Palazzo Chigi auspicano una Rai più snella e competitiva, guidata da un responsabile “che possa decidere”. Con ogni probabilità, questa intenzione si tradurrà nella proposta di introdurre a Viale Mazzini un Amministratore Delegato con ampia autorità (in materia editoriale ed economica), che faccia parte del CdA con potere di voto e non solo di proposta, come invece accade oggi. Per la sua nomina si prevedono candidature trasparenti e curriculum pubblicati sul web.

Riforma Rai, cambia il CdA

Lo stesso criterio dovrebbe essere adottato per il CdA, altro punto forte della riforma in arrivo. Stando ad indiscrezioni, il numero dei Consiglieri dovrebbe passare da nove a sette (o cinque), con importanti novità sulle modalità di nomina. Secondo il Corriere, in futuro tre Consiglieri (tra cui l’AD) saranno nominati dal Consiglio dei ministri su proposta del ministero dell’Economia, tre saranno scelti dalle Camere in seduta comune e uno votato dai dipendenti Rai. Non solo: ciascuno di essi dovrà essere scelto in base alla propria specializzazione negli ambiti dell’informazione, dell’intrattenimento, della cultura, del bilancio aziendale. Secondo un’altra ipotesi, invece, a nominare il CdA potrebbe essere un Consiglio di sorveglianza con membri nominati dal governo e dall’Autorità di garanzia.

Riforma Rai: tre reti specializzate (una senza spot)

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10
marzo

HACKERATO IL SITO DI THE VOICE. MA DALLO SCREENSHOT DI FACCHINETTI…

Sito di The Voice hackerato - lo screenshot di Facchinetti

Sito di The Voice hackerato - lo screenshot di Facchinetti

Il sito di The Voice of Italy è stato hackerato. Ma la notizia, tuttavia, è un’altra: Francesco Facchinetti postando lo screenshot di thevoice.rai.it ci fa conoscere tre particolari interessanti relativi alle sue ricerche in rete. Facchinetti junior cerca:

- Piero Pelù senza mutande

- Noemi Letizia

- J-Ax canta il capitano

Il sospetto, manco a dirlo, è che Facchinetti abbia architettato per bene la pubblicizzazione dell’hackeraggio: dubitiamo fortemente che il coach di The Voice cerchi notizie sui suoi colleghi contemporaneamente. Però “Noemi… Letizia” è divertente. Piero Pelù senza mutande un po’ meno!


6
marzo

NETFLIX ARRIVA IN ITALIA: QUALE SAREBBE LA RIVOLUZIONE?

Netflix in Italia

Netflix in Italia

A leggere i giornali in queste settimane, sembrerebbe che il mondo del televisivo stia per subìre una rivoluzione. Invece l’arrivo di Netflix in Italia potrebbe sì portare a qualche scossa di assestamento al sistema, ma con la forza pubblicitaria di Sky Online e Infinity Tv, e soprattutto i variegati contenuti in dote, sembrerebbe assai difficile che il gigante della televisione on demand a stelle e strisce riesca ad imporsi nel Belpaese a tal punto da cambiare le abitudini degli spettatori. Telecom Italia però ci crede e, come confermato dall’Amminstratore Delegato Marco Patuano, Netflix non solo arriva (entro l’anno), ma sarà il diamante dell’offerta televisiva su fibra ottica dell’azienda.

Netflix in Italia nel 2015 – Catalogo ridotto a 10 euro al mese

Al prezzo (si vocifera) di circa 10 euro al mese, come i competitor d’altronde, il servizio non potrà però contare su diversi contenuti e quindi – rispetto ai restanti paesi europei in cui è già presente ma, soprattutto, rispetto al paese oltreoceano – avrà inevitabilmente un catalogo in versione ridotta che potrebbe risultare poco interessante, e che potrebbe non giustificare la (seppur ridotta) spesa da parte dell’utenza italiana. Per Telecom si tratta, comunque, di un brand fondamentale per trainare lo sviluppo della fibra ottica e, come riportato dal Corriere, per sbloccare un mercato determinante per la digitalizzazione del nostro paese.

Netflix in Italia nel 2015 – Telecom punta anche su TimVision

Se non fosse che il mercato, ancora in sviluppo e non propriamente attraente per un pubblico molto abitudinario come quello italiano, sembrerebbe già saturo di servizi. La stessa Telecom offre TimVision per i clienti Tim e Telecom Italia (ad oggi conta 240 mila abbonati) che, con seimila titoli tra film, serie e cartoni, un prezzo piuttosto vantaggioso, e la possibilità di guardare i contenuti in mobilità senza intaccare il proprio piano dati, rischia di far concorrenza allo stesso Netflix nella fascia bassa. E’ vero, si può pur sempre pensare che Netflix sia destinato ad una tipologia di utenza diversa ma, ammesso che Telecom riesca a sviluppare le due offerte in parallelo, non è chiaro allora come riesca ad inserirsi in questo contesto anche Sky.

Nextflix in Italia nel 2015 – Telecom pure con Sky su fibra