Non è solo un’allenatrice, come ieri ha dichiarato ai microfoni di DM TV (qui la prima delle nostre interviste direttamente dal concorso): Milly Carlucci è una vera e propria rivoluzionaria! Di più. Potremmo definirla “la pasionaria di Miss Italia“. Prese in mano le redini del concorso di bellezza, ci sta riservando una sorpresa dietro l’altra. E, così, intervista dopo intervista, motto dopo motto, mentre la gara si avvicina, la Carlucci, come una prestigiatrice del piccolo schermo, tira fuori ancora qualche coniglio dal suo cappello cotonato.
L’ultima delle novità di questa 70esima edizione ha un nome; anzi, un nome e cognome. Perché se talent deve essere (come dichiarato pochi giorni fa), deve esserlo con tutti i crismi del caso. Pollice verso, dunque, a parlare di candidate numero 18, 54, 76, ecc. e pollice alzato, invece, a declinare le generalità delle aspiranti reginette. Detto altrimenti, Milly ha deciso quanto segue: ”Non ci sentirete mai chiamare una ragazza con un numero, le miss si chiameranno con il loro nome, non la numero 1 o 60. Abbiamo quindi abolito il numero di identificazione, perché è una questione di rispetto e di dignità. Le miss sono persone, non numeri e sono ugualmente riconoscibili senza questi“.
D’altronde, dopo un momento di sgomento nel veder cadere nel dimenticatoio anni di ragazze senza carta d’identità ma solo con pettorina d’ordinanza, questa dell’appello, come nelle migliori scuole (ed accademie televisive!), ci sembra la svolta più giusta e naturale che il concorso di Miss Italia potesse prendere una volta scelta la via del talent. Quindi, riassumendo: se per la bellezza erano sufficienti solo un corpo ed un numero, ora per dimostrare tutto il proprio il talento bisogna avere anche un volto e, soprattutto, un nome (e cognome). Sul loro reale talento artistico, aspettiamo, però, di vederle fattivamente all’opera.