Giornalista, discografico, conduttore televisivo e persino componente di un gruppo musicale. Massimo Bernardini nella sua carriera ha spaziato in tutti i campi sino a prendere in mano le redini di un programma che noi telemaniaci non possiamo trascurare: Tv Talk, piccolo gioiellino per intenditori, prodotto da RaiEdu e trasmesso da Rai 3. Non poteva non venirci a trovare su davidemaggio.it per una delle nostre “chiacchierate” in cui a farla da padrona ci sono state una schiettezza e una sincerità alle quali non può che andare il nostro plauso.
Dottor Bernardini, ho una curiosità impellente. Quest’anno ha cambiato look, non mi dica che è diventato vanitoso…
Andando in onda al pomeriggio, hanno deciso sulla mia testa e mi hanno imposto le maniche arrotolate (sorride, ndDM). Sono uno che non ha nessuna idea sul proprio look e mi limito a giacca (grigia o blu), camicia (possibilmente azzurra) e cravatta. E’ questo il mio unico orizzonte possibile. Quando vado a comprare i calzoni mi viene l’angoscia al sol pensiero di doverli provare una seconda volta.
Se dovesse inviare un suo CV domani, come si qualificherebbe?
In una maniera semplicissima, scrivendo ciò che faccio da tanti anni: il giornalista. Non mi definisco e non mi sento altro.
Che ne pensa del massiccio “utilizzo” dei giornalisti in televisione?
Credo che ci sia qualcosa di inquinato, in questo momento, nell’uso dei giornalisti. Lo dico senza puntare il dito contro nessuno, ma non trovo che sia una grande idea far dirigere le reti televisive ai giornalisti.
Perchè?
Perchè non sanno nulla di programmi, ancorchè si tratti di giornalisti televisivi o radiofonici (come era nel caso di Ruffini). Si continuano, dunque, a scegliere delle figure bravissime ma che hanno bisogno di un lungo apprendistato prima di arrivare ad una propria politica di rete. Poi sono quasi sempre dei microfoni del potere. E’ un’anomalia del sistema.
Così come è un’anomalia del sistema il fatto che Carlo Freccero sia relegato a dirigere una rete come Rai4?