TG/Informazione


10
aprile

RAI: RITARDI SUI CONTRATTI DI FAZIO, FLORIS E GABANELLI

Fabio Fazio, Giovanni Floris

Ma non era Michele Santoro quello da mandare fora dai ball? Adesso sembra che a Viale Mazzini abbiano cambiato idea, e che i conduttori a rischio panchinamento per la prossima stagione televisiva siano altri. Tra giugno e agosto, infatti, scadranno i contratti di Fabio Fazio e Giovanni Floris, per i quali la tv pubblica non ha ancora avviato le trattative di rinnovo. Si dice che siano in bilico anche le conferme di Milena Gabanelli e Serena Dandini, a poco più di un mese dalla presentazione dei palinsesti autunno-inverno da parte della concessionaria pubblicitaria Sipra. Sono indiscrezioni senza fondamento o c’è un fondo di verità? Dagli uffici della direzione generale tutto tace. Così, alcuni già lanciano l’allarme e denunciano un presunto manovrone politico per far fuori i giornalisti anti-Cav, altri invece la prendono con filosofia visto che i contratti siglati all’ultimo minuto fanno ormai parte della tradizione Rai.

Nel caso la teoria della “vittima sacrificale” dovesse mai realizzarsi, il braccio di ferro che deciderà le sorti dei sopra citati conduttori di Rai3 sarà soprattutto tra il DG Mauro Masi ed il portafoglio della tv pubblica. A gravare sull’ago della bilancia, come riportato stamane da alcuni quotidiani, c’è il fatto che i loro programmi convengono all’azienda, tanto più che i costi di produzione sono inferiori rispetto agli introiti pubblicitari. Fazio, Floris, Gabanelli portano in Rai tanti bei soldini… Le 66 puntate di Che tempo che fa, ad esempio, incassano 17 milioni e 600 mila euro mentre ne fanno spendere 10 milioni e 400 mila euro. Ballarò garantisce a Viale Mazzini 8 milioni in pubblicità (e ne spende 3 milioni e mezzo). Bene anche la Gabanelli che, con gli ascolti in crescita del suo Report, porta entrare per 4 milioni e 100 mila euro e ne costa 2 milioni e 200 mila. Discorso a parte, aggiungiamo noi, per la Dandini che ha dei costi e una produzione (ben 14 autori) sproporzionati rispetto alla tipologia di programma.

I piani del Direttore Generale dovranno dunque confrontarsi anche con evidenti interessi di natura economica, gli stessi per cui al momento il seguitissimo Michele Santoro non sembra rientrare tra i conduttori a rischio. Da valutare bene anche l’eventualità che i giornalisti decidano di prendere contatti con altre emittenti, La7 e Sky in primis, dal momento che la Rai non offre loro condizioni favorevoli. In questo caso la tv pubblica perderebbe in un solo colpo programmi d’inchiesta e show a cui il pubblico è affezionato, come pure Vieni via con me con Roberto Saviano. Questo non significa che palinsesti e conduttori siano intoccabili (come vorrebbe qualcuno) ma piuttosto che ogni decisione porta con sè conseguenze e responsabilità ben precise.




8
aprile

CIELO: SKY TG24 SI (RI)SPOSTA ALLE 19, SKY SPORT24 CANCELLATO

Sky TG24 su Cielo si sposta alle 19

Sky TG24 su Cielo si sposta alle 19

I risultati deludenti di Cielo, il canale free del digitale terrestre edito da Sky Italia, stanno già mietendo le prime vittime. Puntare su un palinsesto generalista che strizza l’occhio ai canali tematici non fa altro che disorientare il telespettatore, se poi ci aggiungiamo la copertura del segnale non eccezionale (ma la colpa è del Gruppo l’Espresso), la frittata è fatta.

E già da lunedì su Cielo sono previste delle piccole ma importanti modifiche nella programmazione giornaliera. La più rilevante riguarda il “fiore all’occhiello” di tutto il palinsesto: Sky TG24. La all news diretta da Emilio Carelli, presente su Cielo con quattro finestre giornaliere, scappa letteralmente dalla concorrenza delle 20 (dove verrà sostituito da Top Chef) e sposta nuovamente l’edizione della sera alle 19 (30 minuti), dove dovrà vedersela con il solo Tg3 di Bianca Berlinguer. Mossa prevedibile vista la sovrapposizione di ben tre telegiornali (che insieme raccolgono più del 50% della platea televisiva) e sinonimo allo stesso tempo di un fallimento.

Archiviato del tutto, invece, Sky Sport 24. L’altro cambiamento riguarda proprio lo slot delle 18: lo sport abbandonerà – almeno per il momento – il canale italiano in DTT di News Corp e tornerà un’esclusiva della piattaforma satellitare. Il suo slot verrà occupato da Project Runaway.


6
aprile

CASO RUBY: INIZIA IL GRANDE PROCESSO (MEDIATICO). MA SILVIO NON C’E’

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

Inizia il grande kolossal, lo show dei record. Lo scandalo in guêpière arriva oggi in tribunale, e così l’orchestrina togata dell’accusa darà  finalmente fiato a trombe e tromboni. Soffia il vento e urla la bufera, ma a Milano è piena primavera. Stamane l’assolato capoluogo lombardo ospiterà la prima udienza dello scottante processo sul caso Ruby che vede imputato, tra gli altri, il premier Silvio Berlusconi. I pm, in particolare, contestano al Presidente del Consiglio i reati di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile: coi bunga bunga si era lasciato prendere la mano, dicono. Gli obiettivi delle tv di mezzo mondo sono già puntati sul Palazzo di Giustizia per raccontare in diretta l’evento mediatico e giudiziario più atteso degli ultimi anni. Ma le aspettative verranno deluse: le star del processo non ci saranno, e allora buonanotte ai suonatori (con o senza tromba).

Giornalisti, cameramen, tecnici, microfonisti, fotografi… attendono tutti lo show che oggi non ci sarà. Sono più di 110 le testate che in questi giorni hanno chiesto l’accredito per seguire l’udienza di stamane. A quanto pare staranno tutte fuori dal tribunale, visto che i magistrati milanesi hanno deciso che gli occhi indiscreti delle tv non potranno esserci. Il motivo della decisione è, evidentemente, quello di evitare un’eccessiva esposizione mediatica che potrebbe in qualche modo pesare sullo svolgimento del processo. Il rischio, infatti, è che il delicato dibattimento sul Ruby Gate si trasformi in uno spettacolo a puntate, con tanto di passerelle e illustri comparsate da parte dei numerosi vip chiamati a testimoniare. Un’esibizione inutile, alla quale la tv dovrebbe avere il buon gusto e la serietà di non contribuire.

Di fronte a questo processo il piccolo schermo privilegi la cronaca giudiziaria ed eviti il gossip, pane quotidiano (anzi, pomeridiano) di casalinghe annoiate e in genere pure poco informate. L’invito, ovviamente, vale anche e soprattutto per quei talk show e approfondimenti politici che sparano sentenze preventive in prima serata, con tanto di requisitorie o arringhe difensive utili solo a piegare la realtà dei fatti all’ideologia. Michele Santoro e Giuliano Ferrara sono avvisati. Stamane, in ogni caso, la prima udienza inizierà in sordina, visto che non sarà presente nemmeno Silvio Berlusconi, principale imputato.





31
marzo

TOP SECRET: CLAUDIO BRACHINO TORNA AL CRIME E AL MISTERY DA STASERA SU RETE4. IL PORNO AL CENTRO DELLA PRIMA PUNTATA

Claudio Brachino

Claudio Brachino al timone di Top Secret

Il primo amore non si scorda mai. Claudio Brachino, al timone del segmento giornalistico di Domenica Cinque e Direttore della testata Videonews, torna su Rete4 al timone della trasmissione che l’ha lanciato nell’etere televisivo nel lontano 2002: Top Secret.

Per festeggiare le 10 candeline, il programma dedicato al crime e al mistery torna eccezionalmente in prima serata nel pieno della garanzia primaverile cercando, nonostante la forte concorrenza del giovedì, di eguagliare i risultati dell’ultima edizione, che ha toccato anche il 10% di share e più di 2 milioni di spettatori, assestandosi su una media tutto sommato positiva dell’8%.

La prima puntata, in onda questa sera alle 21.10, sarà incentrata su un tema piuttosto caro alla testata diretta dal conduttore: il mondo delle luci rosse. “Un mondo dove si vede tutto ma di cui si sa poco – racconta il padrone di casa - un ambiente che affascina molti, scandalizza altri, ma semisconosciuto a livello di funzionamento, regole e personaggi. Di sicuro un mondo che frutta molto danaro”.


28
marzo

TIZIANA FERRARIO CAPOREDATTORE DI UNO MATTINA: SPEDIZIONE PUNITIVA DI MINZOLINI?

Tiziana Ferrario

Sembra destinato a durare per tutta la reggenza di Augusto Minzolini il conto che Tiziana Ferrario ha aperto proprio con la direzione del Tg1. Dopo la sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma che aveva chiesto l’applicazione della legge in merito alle pratiche di demansionamento professionale per motivi discriminatori (qui per i dettagli) con l’immediato reintegro, lo scontro tra la giornalista e il direttore si arricchisce di nuovi capitoli. Un braccio di ferro in cui lui descrive lei come una arroccata sulle sue posizioni che rifiuta pretestuosamente ogni incarico pur di arrivare alla guerra. Di contro lei continua a lamentare un’atmosfera ostile nei suoi confronti, come se l’astio politico fosse così forte da non poter esser superato nemmeno con una sentenza giuslavoristica.

Ma c’è di più. Minzolini ha trovato finalmente la sua soluzione al reintegro: niente ritorno alla conduzione del tg serale, ma una promozione a caporedattore di Uno Mattina (di cui vi abbiamo rivelato i nuovi conduttori estivi). Sulla carta un premio sicuramente, in realtà secondo chi conosce bene alcuni meccanismi una spedizione punitiva all’alba. Il nuovo ruolo comporterà infatti un caos all’interno delle gerarchie della redazione satellite del Tg1, dotata già di per sé di un caporedattore centrale, oltre che di quello normale di redazione, e l‘impossibilità per la Ferrario di tornare a metterci la faccia in quel telegiornale che ha cambiato radicalmente il suo volto dopo l’arrivo dell’attuale direttore. Praticamente una doppia beffa: lontano dagli schermi e per di più con un ruolo tendenzialmente sovrannumerario. Ennesima ripicca dunque?

Per ora la giornalista ha manifestato l’intenzione di accettare il nuovo incarico, nonostante dichiari di non aver mai ricevuto le proposte alternative che Minzolini invece dice di averle sottoposto più volte. Alla base di questa tregua molto effimera solo quel dovere di obbedienza, sancito dal Codice civile. La Ferrario sembra aver capito come continuare a lottare senza pregiudicare la sua posizione futura con comportamenti che un rapporto di subordinazione vieta. La prospettiva però sembra quella di un nuovo ricorso alle vie legali per ottenere il reintegro vero e proprio sul luogo di lavoro.





23
marzo

CASO AIAZZONE, LE IENE MORDONO ANCHE I ‘FURBETTI DEL COMODINO’. APERTA INDAGINE PER TRUFFA

Le Iene: caso Aiazzone

Il mobilificio con gli scheletri nell’armadio fa scandalo, così finisce in tv e poi dritto in Procura. Sconti à gogo, pagamenti agevolati senza interessi, offerte mirabolanti, cinque anni a tasso zero signoramia: “provare per credere!“. Dopo anni di chiusura, l’azienda di arredamenti Aiazzone era tornata sul mercato attraverso un’imponente campagna di spot pubblicitari. Rassicurate dall’apparente solidità di quel marchio, migliaia di persone avevano effettuato acquisti e versato caparre in attesa della consegna. Ma col passare dei mesi la mobilia ordinata non si vedeva nemmeno col binocolo e la faccenda assumeva sempre più i contorni della truffa. Che Aiazzone stesse prendendo per il comò i suoi clienti? Il programma di Italia1 Le Iene si è occupato del caso, portandone alla luce i retroscena.

L’inviato della trasmissione, Mauro Casciari, ha raccolto la testimonianza di alcune famiglie che, in attesa di ricevere la merce già acquistata, sono state costrette ad abitare case rimaste spoglie e ad arrangiarsi con fornellini da campeggio, appendiabiti, materassi e frigoriferi improvvisati. “Aiazzone incassava il malloppo, cioè tutti i soldi dei clienti, non pagava fornitori e dipendenti perchè ovviamente anche noi abbiamo sofferto” ha rivelato ai microfoni delle Iene un impiegato del noto mobilificio. Così anche le rischieste di risarcimento cadevano nel vuoto, dopo essere state rimbalzate da un muro di scuse e motivazioni pretestuose. Inutile quindi rincorrere Gian Mauro Borsano e Renato Semeraro (responsabili del gruppo B&S a cui apparteneva il gruppo Aiazzone, rilevato poi dalla società Panmedia, ndDM) per chiedere loro spiegazioni davanti alle telecamere. In questi giorni i “furbetti del comodino“, come sono già stati soprannominati, non hanno intenzione di parlare.

Le Iene hanno così portato nuovamente all’attenzione del pubblico su un caso che ha coinvolto migliaia di famiglie incappate in quella che ormai pare a tutti gli effetti una fregatura senza agevolazioni. Altro che tasso zero. Meritoria dunque l’attenzione riservata al disagio di tanti consumatori da tempo sul piede di guerra contro Aiazzone. Alcuni di loro hanno depositato delle querele in Procura a Torino ed i magistrati hanno aperto un fascicolo d’indagine, chiedendo l’intervento del  Tribunale Fallimentare. Ancora una volta il programma di Italia1 ‘asseconda’ la Giustizia o addirittura la anticipa, come invece era accaduto con il caso di Adelaide Ciotola. In quell’occasione, allertate da una segnalazione anomima, le Iene avevano sollevato alcuni sospetti sulla vicenda, inducendo la Procura di Napoli ad aprire un’inchiesta conclusasi con l’arresto di Luisa Pollaro, madre della bambina (maggiori info qui).


23
marzo

QUI RADIO LONDRA, FERRARA SFIDA SANTORO SUL FLOP GIUDIZIARIO DI DE MAGISTRIS: MICHELE CHIEDI SCUSA, HAI FATTO NUMERI DA CIRCO MEDIATICO

Giuliano Ferrara, Qui Radio Londra

Qui Radio Londra chiama Michele Santoro e tuona via etere: il paladino della libera informazione deve delle scuse al pubblico. Ieri sera, durante il suo spazio d’approfondimento su Rai1, Giuliano Ferrara ha bacchettato l’ex magistrato Luigi De Magistris assieme al conduttore di Annozero, suo sponsor televisivo. Il motivo dell’invettiva barrita dall’Elefantino è stato, come di consueto, un episodio d’attualità. Pochi giorni fa il gip di Catanzaro Maria Rosaria di Girolamo aveva infatti accolto la richiesta di archiviazione della Procura per la maxi inchiesta «Toghe Lucane», l’ultima svolta dal pm poi sceso in politica.  Trenta archiviazioni per altrettanti indagati: una disfatta totale per De Magistris e forse un motivo di imbarazzo per Santoro, che nella sua trasmissione aveva concesso ampio spazio alle congetture del giudice.

Ferrara ha così commentato la notizia giudiziaria, riservando un affondo severo a De Magistris: “Non sarebbe nessuno se avesse indagato scrupolosamente e con successo, se avesse impostato le sue inchieste su cose concrete, vere, anzi sarebbe stato quello che un magistrato dovrebbe essere, un eroe anonimo della giustizia giusta” ha affermato il conduttore di Qui Radio Londra, che ripercorrendo in poche parole la sua carriera ha detto: “si è dato alla politica perchè era la politica il suo core business…“. Poi l’Elefantino si è rivolto direttamente a Michele Santoro, reo di aver ospitato De Magistris più volte ad Annozero e di avergli permesso di declinare in lungo e in largo le trame  del presunto “comitato d’affari” sul quale l’ex pm aveva indagato. In diretta tv si raccontavano inciuci, losche contaminazioni tra politica, malavita e massoneria… ma alla luce della recente archiviazione quelle parole assumono tutto un altro significato. Anche i giudici responsabili del provvedimento hanno infatti parlato di “enorme risalto mediatico” e di “distorta e infedele rappresentazione delle reali risultanze delle prove”.

Giovedì Santoro andrà in onda, spero con grande successo come spesso accade, visto che fa rumore” ha premesso Ferrara con tono quasi bonario. Poi ha lanciato la sfida al giornalista di Rai2: “Gli proporrei di chiedere scusa ai suoi telespettatori. Michele, dì la verità, spiega ai tuoi telespettatori che hai fatto numeri da circo mediatico-giudiziario e hai fatto con De Magistris tanto rumore per nulla. Fallo, almeno in memoria di Enzo Tortora, un cittadino che è stato preso, ammanettato, massacrato dalla giustizia. Una vita rovinata, ma le vittime in Italia non hanno mai risarcimento” ha detto l’Elefantino mostrando un’immagine del grande giornalista e conduttore televisivo condannato ingiustamente. “Scusati, Michele. Lo farà? Non so“.


22
marzo

TG2, MARIO ORFEO LASCIA LA DIREZIONE. BRACCIO DI FERRO PDL-LEGA SUL SUCCESSORE

Mario Orfeo

Al Tg2 c’è una poltrona vacante. Ieri Mario Orfeo ha infatti lasciato la direzione del notiziario Rai di cui era responsabile, per approdare al quotidiano romano Il Messaggero. Da lunedì prossimo sarà il nuovo direttore del foglio edito della famiglia Caltagirone. Il giornalista torna dunque alla carta stampata, dopo l’esperienza alla redazione di Rai2 iniziata il 23 luglio 2009 col voto unamime del Cda ed il placet del DG Mauro Masi. In attesa che sgomberi la cadrega, nei corridoi di Viale Mazzini si discute già della sua successione. Non c’è tempo da perdere: voci e nomi si rincorrono e, come accade puntualmente nella tv pubblica, raggiungono anche i Palazzi della politica, là dove il toto-direttore diventa una faccenda seria.

Stavolta a chi tocca? La nomina del nuovo responsabile del Tg2 è una partita destinata a giocarsi all’interno della maggioranza. Pdl e Lega, infatti, si contenderanno il primato per la designazione di un giornalista gradito alle loro rispettive aree di influenza. In particolare, i berlusconiani tifano per l’attuale direttore dei Gr Rai Antonio Preziosi, ma anche per Gennaro Sangiuliano, vice di Minzolini o Susanna Petruni, anchorwoman del Tg1. Fino a qualche tempo fa, però, quest’ultima sembrava piuttosto quotata per la guida di Rai2. Sul fronte Lega, invece, gli esponenti del Carroccio promuovono Gianluigi Paragone, attualmente conduttore del talk show L’Ultima Parola e vicedirettore della seconda rete. A quanto pare la poltroncina in questione è molto ambita.

La nuova nomina potrebbe inoltre permettere a Mauro Masi di procedere all’assegnazione di altri incarichi, ad esempio la direzione di Rai Parlamento, che da tempo attendono di essere ’sbloccati’. La posta in gioco è dunque alta, ma la redazione del Tg2 chiede ai vertici Rai di non temporeggiare ad oltranza. “Il Cdr chiede l’impegno dell’azienda a nominare il più presto possibile il successore di Mario Orfeo. La guida del Tg2 non può e non deve essere affidata in un momento così delicato ad un direttore pro tempore che non avrebbe la possibilità di prendere decisioni determinanti per il futuro di questa testata che da anni svolge un importante ruolo all’interno del servizio pubblico” si legge in un comunicato diramato ieri per dar voce ai redattori del notiziario.