TG/Informazione


18
luglio

GABANELLI VS TREMONTI: IL MINISTRO USA IL SUO POTERE PER OSTACOLARE REPORT?

Milena Gabanelli, conduttrice di Report

Report è “inciampato” nella cosiddetta copertura legale. Al momento, sembra essere questa la motivazione per giustificare la situazione di stallo cui è costretto il programma di Rai 3, condotto da Milena Gabanelli. Ufficializzata nei palinsesti autunnali della terza rete Rai, e forte del successo ottenuto nella precedente edizione, la squadra di Report non sa ancora se e quando tornerà in onda: “Di solito iniziamo a maggio per le puntate di autunno. Siamo a metà luglio, e quello che so lo leggo sui giornali, a me nessuno ha detto nulla direttamente” ha dichiarato la conduttrice a Il Fatto Quotidiano.

E a proposito della discussa copertura legale (che, stando a quanto calcolato dall’ufficio legale, si aggira attorno ai 12 milioni d’euro), la Gabanelli cerca di fare chiarezza, precisando che la somma non è altro che “un accantonamento che l’azienda si ritroverà, visto che in 14 anni abbiamo ricevuto solo una condanna di 30.000 euro (e abbiamo fatto ricorso) per una presunta violazione della privacy, ma nessuna sentenza definitiva a nostro sfavore”. Dunque, chi c’è dietro a tutta questa bagarre contro Report? La conduttrice, forte degli attestati di stima ricevuti da Lorenza Lei, non ha dubbi: “Deduco che l’azionista, ovvero Giulio Tremonti, stia usando il suo potere per creare ostacoli.

Il motivo? “Report ha un taglio molto economico, entra spesso nei temi legati alle decisioni di Tremonti, il ministro che da quasi 10 anni firma la politica economica del Paese. In diverse occasioni lo abbiamo criticato e lui, più di altri, non ama essere contraddetto e sbugiardato ha proseguito. E infatti, tempo fa, proprio Tremonti presentò all’Agcom due esposti contro il programma domenicale di Rai 3. Un fatto che, per la Gabanelli, rafforza l’idea del presunto complotto: “Non essendoci gli estremi per rivolgersi a un tribunale ordinario perchè abbiamo raccontato fatti incontestabili, ha preferito l’Agcom, dove le poltrone sono assegnate per appartenenza politica, e contestare un mancato pluralismo informativo. E così sta passando il principio che un giornalista può fare il cane da guardia a condizione che scodinzoli anche un pò, pena la sanzione”.




17
luglio

ROMANO PRODI TORNA… IN TV. IL PROF IN TRATTATIVA CON LA7 PER UN TALK GEOPOLITICO

Romano Prodi

Arieccolo: Romano Prodi torna. Come il Fantasma dell’Opera riappare sulla scena all’improvviso, quando meno te lo aspetti. Ussignur, che ansia. In realtà, nel dietro le quinte del teatrino Italia, da tempo si vociferava che il Professore fosse pronto a comparire in qualità di maître à penser illuminato e portentoso. Ma non si capiva dove, come, né tantomeno quando. Gli indizi arrivano ora, a seguito di un’indiscrezione secondo cui l’ex Presidente del Consiglio sarebbe in trattativa con La7 per condurre un nuovo talk show geopolitico.

La notizia, lanciata oggi dal Corriere di Bologna, suscita interesse e fa già fantasticare sul format del ‘prode’ programma. I rumors rivelano di una decina di puntate, da due o tre ore ciascuna, che il Professore dovrebbe registrare in un ambito a lui piuttosto familiare, quello delle aule accademiche di Bologna. L’idea sembra dunque quella di mandare in onda un remake de  Il tempo delle sceltelo spazio d’approfondimento economico che lo stesso Prodi condusse nel 1992 in seconda serata sulla prima rete Rai.

Diciannove anni fa analizzavo le trasformazioni dell’economia che avrebbero portato alla nascita dell’euro. Oggi mi piacerebbe fare il punto su come sono andate le cose” ha dichiarato l’ex Presidente del Consiglio, confermando di valutare il progretto anche se “per adesso nulla è stato firmato“. Nel nuovo programma di La7 dovrebbero intervenire diverse voci di ospiti ed esperti, tutti dal mondo dell’economia e della geopolitica.

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14
luglio

LA VERSIONE DI BANFI, DA STASERA IL TALK SHOW POLITICO DI RETE4

Alessandro Banfi

Mentre i talk show tradizionali abbassano la serranda e vanno in verie, su Rete4 ne apre uno nuovo di zecca. Stasera esordisce infatti La versione di Banfi, uno spazio d’approfondimento sui principali temi d’attualità che tengono banco nell’estate torrida della politica, delle inchieste bomba e dell’economia traballante. Il nuovo programma di prima serata sarà condotto da Alessandro Banfi, vicedirettore del Tg5, poi condirettore di Videonews e curatore di Matrix, e si protrarrà per tre settimane. Se l’esperimento estivo dovesse funzionare, la trasmissione tornerà in palinsesto nella prossima stagione tv.

Nell’estate televisiva delle super repliche a profusione, La versione di Banfi sarà l’unico spazio di prima serata che settimanalmente farà il punto sulla situazione della politica e in generale dell’attualità italiana ed internazionale, con commenti, servizi, ospiti in studio, reportage. Un’esperienza nuova per Rete4 e, prima ancora, per lo stesso conduttore Alessandro Banfi, giornalista sconosciuto al grande pubblico che per la prima volta andrà in onda come anchorman. In realtà parliamo di un professionista non certo digiuno del mezzo televisivo, che ha anche lavorato per il Tg5 di Enrico Mentana, coordinato Videonews, lanciato Mattino Cinque e Pomeriggio Cinque.

Se necessario, La versione di Banfi non si sotrattrà dall’offrire al pubblico la propria lettura dei fatti. Come annunciato da Mediaset, il conduttore  proporrà anche il suo un punto di vista in modo tagliato, schietto, talvolta persino “irruente“. Gli argomenti di approfondimento e di discussione tra gli ospiti certo non mancheranno, suggeriti dalle recenti cronache politiche e di governo ma anche dai contraccolpi dell’economia. 





13
luglio

TG1, ASCOLTI IN CALO: LORENZA LEI ALLERTA IL CDA, GARIMBERTI LITIGA CON MINZOLINI

Augusto Minzolini

Hanno sgamato il Minzo. Al Consiglio d’Amministrazione Rai si sono accorti che gli ascolti del Tg1 sono in calo e che forse i telespettatori si stanno disaffezionando al notiziario della prima rete. Allarme a Viale Mazzini: meglio tardi che mai, direte. Eppure c’è chi ha affrontato la questione con sorpresa e reale preoccupazione, attribuendole priorità per la prima volta. E’ il Direttore Generale della tv pubblica, che ieri ha annunciato di voler aprire una riflessione interna sulle performance delle reti e delle testate Rai, a cominciare proprio da quella diretta da Augusto Minzolini. L’argomento sarà all’ordine del giorno nel Cda di domani.

Quella del Consiglio sarà un’analisi ”complessiva su tutta Rai1 ha precisato Lorenza Lei, la quale ha mostrato una particolare attenzione ai dati auditel relativi al Tg1. Il DG ha annotato che nella stagione televisiva 2010-2011 l’edizione delle 13.30 ha avuto uno share medio del 26,45% e quella delle 20 del 25,21%. Poi ha confrontato queste cifre con le corrispettive della annata 2009-2010. “Per l’edizione meridiana si rileva una flessione di -1,2 punti% di share” mentre “l’edizione delle ore 20 evidenzia una flessione di -2.7 punti di share, pari a -438mila telespettatori“. Il calo d’ascolti del ‘TgMinzo’ ha messo all’erta la Lei: “quando il Tg1 delle 20 registra un ascolto vicino al 20%, mi chiedo cosa sia successo” ha affermato.

Ancora più espliciti i toni usati da Paolo Garimberti, che ha definito il calo degli ascolti del Tg1 “un problema molto serio“. Il Presidente della tv pubblica ha poi ricordato il sorpasso che settimana scorsa il Tg5 ha effettuato ai danni del competitor di Rai1: “vuol dire che lo spettatore sente che l’informazione non è completa e adeguata a quella della rete ammiraglia” ha commentato. La replica di Augusto Minzolini non si è fatta attendere: “se fossi in Garimberti, mi preoccuperei più della rete, di Rai1” perchè “se il Tg1 ha perso nove punti dal 2008 ad oggi (come ieri ha fatto notare Paolo Gentiloni del Pd, ndDM), la rete in prima serata ne ha persi 16, cioè quasi il doppio. E’ evidente che tutto questo non può non ripercuotersi anche nei dati del tg“.


7
luglio

MICHELE SANTORO E’ FUORI DALLA RAI. MA RESTA L’IPOTESI DELLA COLLABORAZIONE ESTERNA

Michele Santoro

Ufficialmente Michele Santoro è fuori dalla Rai. Ma attenzione, il portone di Viale Mazzini rimane ancora socchiuso. Con il voto odierno del Collegio dei Sindaci, è stato riconosciuto come valido l’accordo stipulato tra l’emittente pubblica ed il conduttore di Annozero. Il Cda ha confermato dunque l’intesa raggiunta dal giornalista con il DG Lorenza Lei per il suo addio alla tv di Stato con una buonuscita di 2,3 milioni di euro. Il paladino della libera informazione, quindi, non fa più parte della scuderia Rai ma non è esclusa la possibilità che egli possa tornavi collaborare da esterno (come peraltro previsto e consentito dal patto siglato).

La validità e la competenza del contratto sono state poste oggi all’attenzione del Cda. In particolare, l’ordine del giorno prevedeva la votazione della proposta di impegnare il Dg a tenere Santoro in Rai, come richiesto dal consigliere di minoranza De Laurentiis. La richiesta è stata respinta. Hanno votato contro i cinque consiglieri di maggioranza di centrodestra mentre il Presidente Paolo Garimberti si è astenuto.

Si pone ora, più insistente di prima, la questione del futuro professionale di Santoro. Dove lavorerà il conduttore nella prossima stagione televisiva? L’approdo a La7 sembra ormai sfumato, dopo l’interruzione repentina delle trattative con l’emittente e la denuncia, da parte del giornalista, di pressioni e conflitti di interessi che avrebbero ostacolato la contrattazione. C’è poi la possibilità che l’arcangelo Michele costituisca una nuova Telesogno, una tv a sua immagine e somiglianza per diffondere libera informazione in piena autonomia.





7
luglio

LUCIA ANNUNZIATA TORNA A RAI3. PACE FATTA CON RUFFINI

Lucia Annunziata

Pace fatta, anzi Annunziata. Sono bastati un chiarimento ed un colloquio vis à vis a ricucire lo strappo “definitivo” tra la conduttrice di Rai3 ed il direttore di rete Paolo Ruffini: Lucia Annunziata tornerà in Rai, piu’ precisamente sulla terza rete, con il suo programma d’approfondimento In mezz’ora. La riconciliazione tra l’esponente di Viale Mazzini e la giornalista dovrebbe essere ufficializzata nel corso del Cda Rai riunito oggi pomeriggio.

A quanto si apprende, Lucia Annunziata e Paolo Ruffini si sono incontrati ieri mattina a casa della conduttrice per tentare un riavvicinamento dopo le dimissioni presentate giovedì scorso dalla giornalista in aperta polemica con il direttore della terza rete. Nei giorni precedenti la Annunziata aveva denunciato come a Rai3 esistessero “piccole mafie e privilegi” (cosa intendeva precisamente?) e si era scornata con Ruffini per la scomparsa del suo programma dalla presentazione dei palinsesti.

Scurdammoce ‘o passato. La rottura creatasi, che pareva clamorosa e insanabile, è invece durata ben poco. Tempo una settimanella e Ruffini avrebbe assicurato di non aver mai pensato di toccare In mezz’ora, così come la Annunziata avrebbe chiarito del tutto le sue dichiarazioni. Pace fatta, dunque. In base alla ritrovata concordia, la giornalista sarebbe ormai prossima al ritorno su Rai3. Manca solo l’accordo formale, che dovrebbe essere ufficializzato da oggi con la lettura di un appunto scritto dal direttore della terza rete al DG Lorenza Lei e al Presidente Garimberti.


4
luglio

ENRICO MENTANA RISPONDE A SANTORO: DIVERSAMENTE LIBERI? LA LIBERTA’ E’ UNA SOLA.

Enrico-Mentana

Doveva essere il nuovo binomio dell’informazione libera, di fatto al momento c’è solo un vivace botta e risposta come tra due illustri sconosciuti che per potersi fidare l’uno dell’altro devono prima annusarsi per bene. Enrico Mentana pur di portare Annozero a La7 si era offerto di tenere il programma sotto la testata del suo telegiornale. Per Michele Santoro invece, abituato com’è ai vaffanbicchieri di Masi, è inaccettabile che l’editore possa mettere un veto ai contenuti del suo programma.

Dalla prospettiva di Santoro, anche Mentana dopo aver difeso la politica del suo editore, è da rivalutare come un giornalista diversamente libero. Come promesso ieri sera nel corso del suo telegiornale, il direttore del TGLa7 ha replicato alle accuse con una lettera pubblicata oggi dal Corriere della Sera:

Caro Michele nella tua lettera aperta a me indirizzata dalle colonne del Fatto Quotidiano, dopo la rottura delle trattative per il tuo arrivo a La7, affermi che siamo «diversamente liberi». Non so cosa voglia dire: non abbiamo mai lavorato insieme, e per quanto mi riguarda so che la libertà non è mai relativa. Dirigo un telegiornale, non una struttura clandestina: e tutti quindi possono misurare la libertà di cui godo, e che mi sono presa attraverso la garanzia di risultati che porto all’editore.


3
luglio

LA7 CHIARISCE: SANTORO VOLEVA MODIFICARE IL PROGRAMMA SENZA PREAVVISO

Michele Santoro

Michele Santoro voleva fare il diavolo a quattro e La7 non c’è stata. Spuntano nuovi particolari sulla mancata firma del contratto tra il giornalista più ’scomodo’ del piccolo schermo e l’emittente di Telecom Italia Media. Dettagli che si aggiungono a quelli riportati nei giorni scorsi dal conduttore e che in parte li smentiscono. Il paladino della libera informazione aveva infatti dichiarato di aver abbandonato le trattative perchè La7 non intendeva assumersi responsabilità legali e voleva interferire sulla sua attività giornalistica. Colpa di pressioni esterne e del conflitto di interessi, si era detto. Oggi la società del Gruppo Telecom Italia proprietaria della rete terzopolista replica a quella versione. Dice la sua.

La rottura delle trattative è dovuta alla richiesta continua e perentoria effettuata dal dott. Michele Santoro di riservarsi il diritto, una volta individuato il tema della trasmissione, di modificare, anche in senso profondo, l’ eventuale ‘premessa’, gli ospiti in studio, la scaletta, i filmati da trasmettere e quanto altro fosse necessario per gestire in totale autonomia il programma da Lui condotto, senza alcun ragionevole preavviso (erano stati concessi solo alcuni minuti)” ha scritto l’editore in una nota. Secondo La7, dunque, il conduttore avrebbe tirato troppo la corda e lì sarebbero iniziati i problemi sul contratto. 

Le richieste esigenti di Santoro sarebbero state infatti in contrasto con “le regole interne che presiedono i rapporti con tutti i volti della rete” e varebbero esposto l’editore a ”ingiustificati rischi legali di natura penale e civile“. Ecco dunque spiegato una volta per tutte il significato di quella formuletta incomprensibile e laconica con cui La7 annunciava di aver interrotto le trattative con il divin Michele per ”inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti fra autore ed editore“.

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