TG/Informazione


30
agosto

UN’ALTRA SE NE VA: SERENA DANDINI VICINA A LA7

Serena Dandini

L’estate sta finendo, un altro se ne va. Si rincorrono in queste ore le voci di un nuovo addio eccellente in quel di viale Mazzini. Dopo Michele Santoro e Paolo Ruffini, un altro volto noto della tv pubblica sarebbe pronto ad abbandonare la nave: Serena Dandini. Lo rivela l’agenzia TMNews, secondo la quale la conduttrice di Parla con me sarebbe ad un passo dall’uscita dalla Rai, per approdare direttamente a La7. La trattativa con l’emittente di Telecom sarebbe ormai vicina alla conclusione: ancora qualche giorno ed il trasferimento dovrebbe essere siglato.

Ufficialmente, la Dandini avrà tempo per decidere fino a martedì prossimo, cioè alla vigilia del Cda Rai nel quale il DG Lorenza Lei dovrebbe sbloccare il contratto della conduttrice con la Fandango, cioè una delle principali cause di frizione tra i produttori del programma ed i vertici di Viale Mazzini. Tuttavia, secondo TMNews, già questa settimana potrebbe essere presa la decisione finale in un senso o nell’altro. Da La7, di cui presto sarà nuovo direttore di rete, Paolo Ruffini starebbe insistendo per convincere Serena Dandini a scendere dal groppone del cavallo morente per lanciarsi in una nuova avventura professionale.

Nel caso il trasferimento all’emittente di Telecom dovesse concretizzarsi, la conduttrice sarebbe costretta a lanciare un nuovo programma dato che il suo Parla con me è di proprietà della Rai. Nonostante gli ascolti inferiori alla media di rete ed i costi di produzione tutt’altro che economici, la chiusura del programma sarebbe un colpo basso per la tv pubblica. L’ennesimo, dopo l’uscita dalla Rai di Santoro, Saviano (con Vieni via con me) e Ruffini.




30
agosto

FEDELE CONFALONIERI RIVELA: MENTANA VOLEVA MINZOLINI AL TG5. SANTORO? LO PREFERIVO SUL PONTE DI BAGDAD

Enrico Mentana e Augusto Minzolini

Chi l’avrebbe mai detto: nel suo harem di telegiornalisti del TG5, tra Lamberto Sposini, Emilio Carelli e Cesara Buonamici, Enrico Mentana avrebbe voluto anche Augusto Minzolini. Lo ha rivelato Fedele Confalonieri in un intervento radiofonico nel corso del programma ‘La Zanzara’ condotto da Giuseppe Cruciani su Radio 24. E chissà che il Presidente Mediaset non abbia volutamente punto Chicco Mentana ripescando un vecchio scheletro dall’armadio:

Minzolini a Mediaset? I direttori gia’ li abbiamo, sta bene lì dov’è. E poi a Mediaset voleva portarlo Mentana una decina di anni fa, quando era alla Stampa e Mentana era il direttore del Tg5. Voleva assumerlo. Oggi e’ un’altra storia“.

E com’è andata la storia è sotto gli occhi di tutti: Mentana che ha riconquistato la scena imponendosi come l’anti-Minzolini, raccogliendo consensi proprio grazie al suo telegiornale che si è nettamente contrapposto al modello minzoliniano per stile e per scelta delle notizie. Confalonieri ha parlato anche del futuro di Emilio Fede, per il quale si era vociferato di una possibile sostituzione alla direzione del TG4:

No, per ora resta lì. E poi quelli di una certa età vanno ascoltati. Una volta erano i consiglieri, nel villaggio di Asterix erano quelli con la pozione magica che danno i consigli ai giovani”.


30
agosto

PRIVILEGI DELLA CHIESA IN TV. A PARLARNE PERO’ E’ LA RETE FRANCESE TF1

Mario Staderini intervistato da Tf1

Non tende a calmarsi il ping pong di botta e risposta tra Radicali e Chiesa sulla questione privilegi fiscali e tassazione. Il dibattito televisivo chiesto dal segretario Staderini alla Rai non è arrivato e non ci sono state neanche note che spiegassero meglio i termini televisivi della questione, perché questa querelle non possa essere risolta dando lo spazio adeguato davanti alle telecamere. In Italia il teleschermo tace (anche se è doveroso ricordare che il gruppo di Report in passato ha dedicato parecchia attenzione al tema). Unica e relativa eccezione il tg di Enrico Mentana che ha dedicato un servizio per spiegare ai suoi telespettatori cosa si stesse agitando nell’opinione pubblica.

Il clamore anziché placarsi continua a crescere, con la pagina Facebook di Vaticano pagaci tu la manovra finanziaria giunta in questo momento a quasi 140 mila adesioni. Ecco allora che arriva da oltralpe una mano a sostegno di Staderini e compagni, forse termine non adattissimo data la posizione interlocutoria della sinistra quantomeno sulla necessità di parlarne in tv, anche dei seguaci più ligi del Marx più convinto demolitore del senso religioso. Tf1 ha infatti dedicato nell’edizione di ieri un servizio di due minuti e mezzo all’argomento che insieme ai privilegi della casta e dei calciatori scioperanti sta facendo infiammare un bel po’ di italiani.

La posizione dei francesi è abbastanza chiara. Nel loro sottolinare l’ambiguità del nostro apparato normativo in materia di tassazione delle attività commerciali legate a luoghi religiosi e nella relativa lucida disamina degli abusi che l’escamotage di giustificazioni religiose può fornire ai contribuenti si esprime una sorta di solidarietà a color che chiedono almeno di intervenire nuovamente sui codici per ridurre al minimo le furbate e gli sconti ingiusti.





30
agosto

MICHELE SANTORO IN ONDA “SENZA RETE”. UN FORMAT AUTOPRODOTTO DA TRASMETTERE SULLE TV LOCALI

Michele Santoro

Michele Santoro farà da sé. Scaricato da tutti e temuto più della febbre gialla, il Calimero della libera informazione affronterà la prossima stagione televisiva contando sulle proprie forze e sul seguito di pubblico conquistato negli anni. Secondo un piano diabolico ormai pronto all’attuazione, il giornalista avrebbe escogitato di andare in onda su un circuito di tv private che coprirà l’intero territorio nazionale. I suoi programmi verranno diffusi tramite il digitale terrestre e la rete di Internet. A divulgare l’indiscrezione il sito Dagospia, secondo il quale il conduttore scoprirà le sue carte l’11 settembre prossimo, nell’ambito di una tre giorni di festa organizzata dal Fatto Quotidiano a Marina di Pietrasanta.

Nel pieno della baldoria versiliana, Santoro sparerà il botto e annuncerà al mondo il suo nuovo progetto lavorativo, che dovrebbe chiamarsi “Senza Rete“. Si tratterebbe di un format autoprodotto che il teletribuno venderà alle emittenti interessate, creando così un’offerta nazionale tramite una distribuzione locale. Ad affiancare zio Michele nell’impresa – scrive Dagospia – ci sarà l’imprenditore Sandro Parenzo, che metterà a disposizione studi di registrazione, collegamenti, frequenze, ed anche la sua concessionaria pubblicitaria. Resta invece da capire se il canale digitale Sky Cielo si lascerà coinvolgere o meno dal piano santoriano, come anticipato da Libero nelle scorse settimane (leggi qui).

Santoro avrebbe partorito l’idea di “Senza Rete” ispirandosi ai successi di Raiperunanotte e di Tutti in piedi… Le due serate evento, infatti, ebbero un ottimo riscontro dal punto di vista economico, grazie agli introiti pubblicitari. Stavolta a sostenere la tv fai-da-te del giornalista ci sarà anche Il Fatto Quotidiano, con un contributo non inferiore ai 250mila euro. Se tutto dovesse andare secondo i piani, il progetto potrebbe rivelarsi una redditizia macchina acchiappa-ascolti. Così, anche da outsider, Michele Santoro continuerebbe ad influenzare il mercato televisivo. Sulla lotta a colpi di share, in particolare, pare che il giornalista sia stato inflessibile con i suoi stretti collaboratori: o state con me o contro di me.


30
agosto

PASQUALE D’ALESSANDRO PUNTA SU CABELLO E FACCHINETTI: “SANTORO E VENTURA SONO DUE ASSENZE PESANTI. MINOLI E PARAGONE IN PRIMA SERATA”

Simona Ventura, Victoria Cabello, Francesco Facchinetti e Michele Santoro

Non sarà facile per Pasquale D’Alessandro, neodirettore di Rai2, raccogliere l’eredità di Massimo Liofredi: la sua rete affronterà la nuova stagione senza due jolly come Michele Santoro e Simona Ventura a trainare gli ascolti della prima serata. Da sempre divisa tra linguaggi innovativi e l’istituzionalità del servizio pubblico, la nuova Rai2 riparte da Francesco Facchinetti e Victoria Cabello: il primo proverà a rilanciarsi con Star Academy, al via il 27 settembre in diretta concorrenza con Baila di Barbara D’urso:

Sarei ipocrita se non dicessi che mi dispiace non aver ritrovato Santoro e la Ventura, due assenze pesantiha dichiarato Pasquale D’Alessandro all’Ansa. Ma sono stato felicissimo di aver trovato Facchinetti e la Cabello. Li avrei scelti anch’io. (Star Academy, ndr) è il papà di tutti i talent, una sorta di Operazione trionfo riveduta e corretta, con esibizioni collettive ed eccellenti ospiti musicali, italiani e stranieri. Ne abbiamo posticipato la partenza perché con Endemol stiamo riflettendo sulla giuria, che avrà un ruolo diverso rispetto a X Factor“.

L’ex vj di Mtv, invece, dovrà dimostrare di saper tenere il timone di Quelli che il calcio. Per lo storico contenitore domenicale di Rai2 si parla di un ritorno allo stile di Fabio Fazio, meno “caciarone” rispetto alle ultime edizioni condotte da Simona Ventura. La regia sarà affidata a Paolo Beldì, in omaggio alla tradizione, e per i collegamenti dagli stadi il programma si servirà non solo di inviati famosi, ma anche di gente comune.





29
agosto

TGCOM24 AL VIA A NOVEMBRE, VENT’ANNI DOPO LA PRIMA DIRETTA MEDIASET. MARIO GIORDANO: “AVREMO UN FLUSSO CONTINUO E PIU’ COPERTURA DI SKY”

Mario Giordano

Sono le 11.30 del 1 settembre 1991 quando negli studi Mediaset di Milano 2, Emilio Fede conduce per la prima volta in diretta l’edizione meridiana di Studio Aperto, aprendo con queste parole il telegiornale: “Dopo 12 anni ci viene riconosciuto un diritto. Nessun regalo. Comunque, grazie“. Inizia ufficialmente una nuova epoca, quella delle trasmissioni in diretta che acuisce la concorrenza tra la Rai e le reti private di Silvio Berlusconi. Vent’anni più tardi, i vertici Mediaset hanno scelto quello stesso studio per ospitare il nascente Tgcom24, primo canale all-news del Biscione che inizierà a trasmettere dal prossimo novembre:

Debutterà a novembre - racconta Mario Giordano, direttore di Tgcom24 - il canale tv che andrà in diretta dalle 6 del mattino all’1 di notte, con ospiti e collegamenti e soprattutto le hard news in primo piano: cercheremo di dare tutte le notizie con tempestività, prima degli altri e meglio degli altri, riducendo al minimo gli spazi ingessati e lasciando il più possibile spazio al flusso. Saremo una finestra costantemente aperta sul mondo, nella logica dello studio aperto, proprio come ai tempi della Guerra del Golfo. E’ nella nostra tradizione, nel nostro Dna“.

Si tratta di un progetto ambizioso con cui l’azienda di Cologno proverà a sfidare i rodati RaiNews24 e SkyTg24 di Sarah Varetto, tenuto a battesimo proprio otto anni fa da Emilio Carelli che nel 1991 era vicedirettore di Studio Aperto, e che poi è passato al TG5 come vice di Enrico Mentana prima di dirigere la testata Tgcom nel 2000. La sfida a distanza tra i due canali all-news potrebbe giocarsi ancor prima che in televisione, sulla copertura di tablet e smartphone:


28
agosto

GHEDDAFI COME SADDAM: INCITA I SUOI IN TV, MA E’ GIA’ TRE METRI SOTTO TERRA

Gheddafi parla in tv

Tre metri sotto terra. I dittatori finiscono tutti così, in una buca. Nascosti tra le macerie dei loro regimi, braccati come conigli. Stavolta tocca a Muammar Gheddafi, il leader libico che fino all’altro ieri andava a braccetto coi paesi occidentali. Il Rais con la faccia stropicciata ha le ore contate: i ribelli e le forze internazionali gli stanno infatti dando la caccia da giorni e pare lo abbiano ormai circondato. Manca poco e lo acchiappano. Intanto lui fugge, si dilegua tra un bunker e l’altro, e affida alla televisione una compilation di messaggi rivolti ai suoi fedelissimi. Un copione che ci ricorda tanto quello inscenato da Saddam Hussein nelle settimane che precedettero la caduta del suo regime.

Nel 2003 le scorribande criminali del dittatore iracheno volgevano ormai al termine per mano degli Alleati occidentali. Ma guai a mostrare il petto sanguinante: dai suoi nascondigli sotteranei, Saddam rilanciava in tv un’immagine eroica ed incoraggiante di sè. Dagli schermi dell’emittente libanese al-Hayat annunciava: “la vittoria è vicina“. E ancora, a pochi giorni di distanza: “L’unica soluzione è quella di resistere all’occupazione per mezzo della jihad“. Il piccolo schermo usato come ultima arma di massa a disposizione del despota baffuto. La tv come piazza mediatica da rimepire con proclami di illusione e terrore: “altri soldati stranieri moriranno. Combatteterli è un compito legittimo, patriottico e umanitario“.

Oggi il rebus geopolitico porta la nostra attenzione in Libia. E anche lì, con un parallelismo inquietante e diabolico, troviamo riproposta la teatrale farsa del Raìs che tiene duro. Sono settimane che di Gheddafi non si vede nemmeno l’ombra. Il leader libico è indebolito e in fuga. Ma l’altro ieri la tv è tornata a far sentire la sua voce. “Bisogna resistere e scacciare questi ratti nemici che saranno sconfitti con la lotta armata” ha tuonato il dittatore, incitando i suoi alla jihad. Come aveva fatto Saddam. Davanti al televisore il mondo intero assiste agli ultimi giorni di un regime trentennale, e ne osserva ritratti i due volti.


28
agosto

MARCO TRAVAGLIO BACCHETTA L’AD STELLA: NON PRESE SANTORO A LA7 PER PAURA DI CRITICHE AI POLITICI ‘AMICI’

Marco Travaglio, Michele Santoro

Da “giustizialista” a giustiziere il passo è breve. E’ bastato che qualcuno mettesse in dubbio l’integrità di Michele Santoro per trasformare Marco Travaglio nel temibile Vendicatore brizzolato. La metamorfosi è avvenuta stamane sulla prima pagina del Fatto Quotidiano, innescata da alcune dichiarazioni che l’AD di La7 Giovanni Stella aveva rilasciato ieri al Giornale. “Con Santoro non abbiamo chiuso il contratto solo perchè lui pretendeva libertà assoluta… facile chiedere la libertà con i soldi degli altri” aveva proferito il vertice della tv di Telecom. Così il giornalista, compare televisivo del noto conduttore, ha impugnato la clava ed ha replicato al “Canaro” per fare giustizia.

Nel suo editoriale, Travaglio ha provato a smontare la versione di Stella, secondo la quale Santoro avrebbe preteso un’eccessiva autonomia dall’editore di La7. Il brillante vicedirettore del Fatto, in particolare, ha citato l’articolo 21 della Costituzione in riferimento alla tutela della libertà di espressione. E ha bacchettato il dirigente della tv terzopolista:

Non sappiamo quali editori conosca, a parte se stesso, il dottor Stella, ma in tutto il mondo libero funziona così: l’editore sceglie i giornalisti a proprio gusto secondo criteri professionali; dopodiché questi lavorano come meglio credono, in base alle regole fissate dal contratto nazionale (…) Se poi l’editore non è soddisfatto di loro, li licenzia per giusta causa. E alla fine è il giudice a stabilire se la causa era giusta o no

Se Michele Santoro è stato scaricato da La7 la colpa mica è sua. Piuttosto, ci saranno state altre motivazioni. Travaglio si è così messo a scandagliare le cause che avrebbero fatto saltare la trattativa tra il teletribuno e l’emittente. Per poi trarre una personale conclusione.