TG/Informazione


20
ottobre

E’ MORTO GHEDDAFI. AL JAZEERA LO MOSTRA SENZA VITA: UCCISO IN UNA SPARATORIA

Al Jazeera, Gheddafi morto

In Libia è di nuovo primavera. Araba. E’ di queste ora la notizia della morte di Muammar Gheddafi, il dittatore che per quarant’anni ha tenuto il Paese sotto il gioco del suo regime. Il Colonnello coi baffoni sarebbe deceduto in ambulanza, a seguito delle ferite riportate durante lo scontro a fuoco che ha preceduto la sua cattura. Questa la ricostruzione divulgata per prima dall’emittente Al Jazeera e confermata poi dal Cnt, il governo transitorio libico. Secondo Libya Tv, Gheddafi sarebbe stato ucciso con un colpo alla testa e assieme a lui sarebbero stati catturati il figlio Mutassim e l’ex capo dei servizi segreti. Una cosa è certa: il Raìs è crepato

La morte di Gheddafi ha immediatamente trovato massimo risalto sulle tv mediorientali e in queste ore anche l’Occidente segue l’evolversi della situazione con un occhio al piccolo schermo. Cnn e Bbc, in particolare, stanno trasmettendo edizioni straordinare e aggiornamenti in diretta (anche sul web). Finistre aperte sulla Libia anche per le emittenti italiane SkyTg24 e Rainews24. Le generaliste, invece, tratteranno la notizia nelle edizioni pomeridiane dei loro tv e negli approfondimenti serali. Gli argomenti di discussione non mancheranno, a cominciare dai futuri equilibri geopolitici del Medio Oriente dopo la morte del Colonnello e le rivolte popolari degli scorsi mesi.

Intanto, in diretta su Al Jazeera, vediamo che da Tripoli a Sirte (luogo dell’uccisione di Gheddafi) la Libia sta festeggiando il definitivo tramonto di un’intera epoca caratterizzata dalla dittarura. I ‘ribelli’ hanno invaso le strade e le piazze, sventolano bandiere e si sentono spari in aria in segno di vittoria. Le tv, nel frattempo, mandano a tutto schemo una foto in cui si vede il corpo del colonnello Muammar Gheddafi con il volto insanguinato e con la bocca aperta, riverso a terra su un telo bianco. L’ultima istantanea di 40 anni di storia.




19
ottobre

PORTA A PORTA: DA VESPA LE DUE VERITA’ SUL DELITTO DI AVETRANA. C’E’ MISSERI MA NON “L’ESCLUSIVA”

Bruno Vespa e il plastico di Avetrana, Porta a Porta

Dunque, dove eravamo rimasti? A Porta a porta si torna a parlare del delitto di Sarah Scazzi. E si riparte da lì, dal plastico dell’abitazione di Michele Misseri che campeggia al centro dello studio come un emblema. Guardi il modellino, così dettagliato, e capisci tante cose. E’ trascorso un anno dal ritrovamento del corpo senza vita della quindicenne di Avetrana e oggi la tv si aggrappa morbosa alle ammissioni di suo zio, il quale si dichiara unico colpevole del misfatto. La trasmissione di Bruno Vespa approfondisce proprio l’aspetto delle due verità attualmente a confronto: quella di Miché e quella di chi accusa di omicidio sua moglie Cosima e sua figlia Sabrina.

Nella puntata di Porta a Porta in onda stasera è atteso un intervento esclusivo dello stesso Misseri. Intanto, parlano i suoi ex difensori Roberta Bruzzone e Daniele Galloppa, i quali sono stati accusati dall’uomo di averlo indotto a dare una versione diversa ai giudici. Accuse false, replicano gli esperti davanti a Vespa, citando incongruenze temporali e testimoniando che zio Michele incriminò sin da subito sua figlia. Salvo poi ritrattare e professare il suo mea culpa in tutte le trasmissioni tv pronte ad accoglierlo.

A beneficio del pubblico, il magistrato Simonetta Matone fa il conto delle versioni che Miché avrebbe cambiato in questi mesi: sono cinque. Arriva pure lo psichiatra Paolo Crepet, che tenta di decifrare i comportamenti mutevoli dell’uomo. “E’ tutta farina del suo sacco?” domanda sibillino. Poi parte l’intervista “esclusiva” di Porta a Porta a Misseri, e dopo pochi minuti lo zio è già in lascrime. Alè. “Non capisco perchè all’inizio ho accusato mia figlia ingiustamente. Sabrina non mi perdonerà mai” piagnucola.


19
ottobre

MICHELE MISSERI IN ESCLUSIVA A PORTA A PORTA. SCAZZI IN DIRETTA CON LA CRIMINOLOGA BRUZZONE?

Michele Misseri

Finalmente a Porta a porta. Stasera Michele Misseri sarà ospite in esclusiva del talk show condotto su Rai1 da Bruno Vespa. Era ora. Dopo un tour che lo ha portato a rilasciare dichiarazioni a destra e a manca (purché ci fossero un microfono e una telecamera acessi), oggi lo zio della piccola Sarah Scazzi approderà nell’autorevole salotto del Vespone nazionale. All’indomani della consegna ai giudici di un fitto memoriale, Miché racconterà in tv la sua verità sull’omicidio di Avetrana. A occhio e croce - pensate che intuito – Misseri si incolperà del misfatto, ricostruirà le tragiche dinamiche dell’uccisione, si commuoverà e scagionerà dalle accuse la moglie Cosima e la figlia Sabrina.

Tuttavia, convincersi preventivamente che si tratterà del solito show potrebbe essere un errore. Zio Michele ‘la star’, infatti, avrà compreso la visibilità offerta del palcoscenico di Porta a porta, e non è detto che abbia intenzione di rilasciare nuove e clamorose dichiarazioni al cospetto di Vespa. Nel programma di Rai1 si parlerà anche degli ultimi sviluppi del processo per l’omicidio di Sarah e delle prove a carico delle due principali indiziate. Per capire se il momento della verità è ancora così lontano come sembra, a Porta a Porta interverrà il solito parterre di tuttologi ed esperti.

A proposito, è prevista in studio la presenza della criminologa Roberta Bruzzone, la quale nei giorni scorsi è stata accusata da Misseri di averlo “indotto durante un colloquio a dare una versione diversa”. L’esperta, da parte sua, ha replicato parlando di “accuse assolutamente false e infamanti” e ha annunciato di voler tutelare la sua onorabilità professionale nelle sedi opportune. Non si esclude che stasera la Bruzzone e Misseri si confrontino in diretta, scontrando due visioni completamente opposte della tragica vicenda.





18
ottobre

MICHELE SANTORO SFIDA L’OPPOSIZIONE: SE E’ CAPACE, CHIEDA A GARIMBERTI DI RIPORTAMI IN RAI

Michele Santoro

Michele Santoro se la fa nelle braghe. La notizia che la raccolta fondi per il suo nuovo programma sta andando a gonfie vele lo ha mandato in deliquio. E adesso chi lo ferma più? A due settimane dall’avvio della trasmissione Comizi d’amore – in onda dal 3 novembre su Sky, tv locali e web - il giornalista è tornato alla carica con un’intervista a Vanity Fair in edicola domani. Forte di un consenso popolare che neanche Mahatma Gandhi, il teletribuno ha esaltato l’esordio promettente del suo progetto televisivo, riservando una stoccata ai ‘rammolliti’ compagni della sinistra.

“Mi sembra straordinario che già 50mila persone – ma vedrà che andiamo verso le 100mila – dopo aver pagato il canone Rai spendano 10 euro per vedere me. Che cosa fa Bersani, come si sintonizza con queste persone? E che cosa potrebbe accadere se si telefonassero con Di Pietro, Vendola, Casini, Fini, se andassero dal presidente della Rai Garimberti e gli chiedessero di mettermi in onda? ha dichiarato il conduttore.

Così, il diabolico Santoro ha usato i suoi numerosi fan come una clava per bastonare una presunta inadempienza dei leader d’opposizione. Vendola, Casini, Fini e Di Pietro, infatti, dovrebbero mobilitarsi e convincere il Presidente della Rai a riportarlo in onda. Come se, coi tempi che corrono, non avessero di meglio a cui pensare. Ma questo – ha proseguito Santoro- non succederà:

“Non è alla loro portata, non sono capaci di fare queste cose normali. Questi sono soli, e lontanissimi dalla vitalità, dall’effervescenza dei giovani che tornano in strada, che protestano davanti alle banche, per esempio. Non credo che Bersani abbia alcun contatto con queste realtà. Ognuno di loro va per la sua strada e si considera autosufficiente. La verità è sotto gli occhi: i politici non li vuole sentire nessuno”

Cavalcando questa convinzione, l’ex giornalista Rai ha poi criticato i vertici dell’azienda di Viale Mazzini, i quali non sarebbero altro che dei “signorsì“.


18
ottobre

SANTORO APPREZZA IACONA E “DIMENTICA” FORMIGLI

La squadra del defunto Annozero

La squadra del defunto Annozero

L’allievo supera il maestro? E’ ancora presto per dirlo, anche perché il “maestro” ancora non è tornato sulla piazza (pulita). Una cosa è certa: anche tra i giornalisti cosiddetti di “sinistra” tira proprio una brutta aria. Michele Santoro, uomo Rai fuori dalla Rai manco arrivato a La7, pare non aver proprio apprezzato lo sgambetto tesogli dal suo storico collaboratore, Corrado Formigli, che ha approfittato del mancato accordo per emergere al suo posto sulla rete guidata da Paolo Ruffini. E non solo per il frettoloso passaggio a La7.

Piazzapulita ricorda in tutto e per tutto – toni a parte – l’ormai defunto Annozero, a partire dal nome. Non proprio un esempio di creatività televisiva da parte del buon Formigli che, in mancanza dell’ “originale” e di un’alternativa interessante, se la cava anche piuttosto bene nella difficile serata del giovedì. E a Santoro, impegnatissimo nella preparazione dei suoi Comizi d’Amore sul network di tv locali, non sembra affatto sfuggita la trasmissione del suo ex compagno di merende. E in un’intervista ad Articolo21 non poteva non lanciare la (seppur sottilissima) frecciata, a seguito della punzecchiata di Stefano Corradino (“Qualcuno ha scelto di fare altro”):

“E’ normale amministrazione. La tv è piena di persone cresciute attraverso la nostra esperienza televisiva e lo considero un titolo di merito. Sono tutti abbastanza bravi quelli che vengono dalla nostra scuola. Naturalmente ci sono trasmissioni di cui si è più fieri e contenti di vederle in onda, come quella di Iacona.”





16
ottobre

PATRICK LUMUMBA A DOMENICA CINQUE: AMANDA KNOX C’ENTRA CON LA MORTE DI MEREDITH

Patrick Lumumba, Domenica Cinque

Patrick Lumumba porta dentro una ferita che ancora oggi non cicatrizza. Quella procuratagli da Amanda Knox, la quale nel novembre 2007 lo accusò di essere l’assassino della coinquilina Meredith Kercher. Cosa non vera, come hanno stabilito i giudici vagliando l’alibi di ferro del giovane senegalese. Ma Patrick, per quella diffamazione, venne arrestato e trascorse due settimane in prigione, esposto alle angherie della gogna mediatica. Un trauma. Nonostante fosse estraneo all’uccisione di Mez, quell’esperienza ha stravolto la sua vita.

Oggi, a poche settimane dalla sentenza di Appello che ha assolto  per insufficienza di prove Amanda Knox e Raffaele Sollecito, Lumumba è stato ospite della puntata di Domenica Cinque, dove ha raccontato gli sviluppi giudiziari del delitto di Perugia dal suo punto di vista.

“Rispetto la legge italiana ma sono convinto che Amanda c’entri con la morte della povera Meredith e lei mi ha incolpato perché le serviva (…) Sono convinto che Amanda abbia fatto il mio nome per depistare le indagini e ha scelto me perché è più facile incolpare un nero e lei aveva bisogno di tempo“. Queste le dichiarazione più esplicite e convinte rilasciata dal 38enne Patrick davanti alle telecamere di Canale5.

Il ragazzo, in apparenza sereno nonostante la pesante ingiustizia subìta, ha poi ricostruito i suoi contatti con la Knox dopo il delitto.

“Il giorno precedente al mio arresto, incontrai Amanda, che mi disse che lei e le sue coinquiline non potevano comunicare con nessuno o telefonare a nessuno. Poi mi abbracciò forte e mi disse che ero una brava persona. Qualche ora dopo la polizia venne a prendermi perché Amanda mi aveva accusato dell’omicidio di Mez”. 


16
ottobre

“IL TRATTORE NON PARTIVA, COSI’ HO UCCISO SARAH”. ORMAI IL MISSERI SHOW E’ UN’ABITUDINE DELLA TV

Michele Misseri "Esclusivo", Domenica Cinque

La domenica, dopo pranzo, tutti con lo zio. Zio Michele Misseri, ovviamente. Ormai l’ex orco di Avetrana è diventato un habitué degli studi tv e delle famiglie italiane, che frequenta preferibilmente nei giorni festivi. E’ successo anche oggi, durante la puntata di Domenica Cinque. Il programma Mediaset condotto nella sua prima parte da Claudio Brachino ha nuovamente ospitato Michè, in collegamento da Bari, assieme alla giornalista Ilaria Cavo. Davanti alle telecamere si è ripetuto l‘impietoso show di ammissioni e pianti (più finti che mai!) al quale lo zio della piccola Sarah Scazzi ha ormai abituato il pubblico.

Per decenza vi risparmiamo i dettagli dell’intervista, anche perché la sostanza dei mea culpa pronunciati da Misseri la conoscerete già a memoria (per un ripassino, cliccate qui). Segnaliamo solo la motivazione addotta da Miché al suo presunto gesto omicida: “ero nervoso perché il trattore non partiva” ha detto l’uomo in diretta tv. Poi giù lacrime al pensiero di Sarah sotto terra e quello di sua figlia Sabrina e della moglie Cosima ancora in carcere nonostante siano “innocentissime“. Solito copione, solita sceneggiata paradossale. Con la tv che cerca di sondare la verità al pari degli inquirenti.

La sensazione che il Misseri show – spontaneo o artefatto che sia - abbia travalicato i limiti della decenza, si è percepita anche quest’oggi nello studio di Domenica Cinque (e nel salotto di casa di molti italiani). Significativa la reazione di Alessandra Mussolini, che ha definito “superficiale e violenta” l’intervista trasmessa. Poi ha parlato di toni “agghiaccianti. Perplessità anche da Paolo Liguori e da Antonio Marziale dell’Osservatorio minori.


15
ottobre

ROMA A FERRO E FUOCO, LA PROTESTA DEGLI INDIGNADOS DEGENERA. NICHI VENDOLA A SKYTG24: I BLACK BLOCK ‘ALLEATI’ DEL PALAZZO

Roma, guerriglia urbana

Alla faccia dell’invasione pacifica. Qui più che gli indignados si vedono i delinquentes. La città di Roma sta vivendo ore di tensione, dopo che la manifestazione di protesta contro la crisi e le misure del Governo è degenerata in una vera e propria guerriglia. Dal corteo principale, sono infatti spuntati i temuti black block ed è iniziata l’okkupazione violenta della Capitale. Auto date alle fiamme, vetrine di negozi sfondate, banche assaltate e lancio di bombe carta contro un’agenzia interinale e una sede del Ministero della Difesa: ecco lo scenario da incubo nel quale è piombata questo pomeriggio la Città Eterna. E pensare che doveva essere solo una protesta pacifica e colorata. Sì, col piffero (e con le molotov).

Le tv, per quanto possibile, stanno raccontando in diretta la guerriglia. In particolare, seguiamo le immagini sui canali all news RaiNews 24 e SkyTg24. Da apprezzare il loro lavoro giornalistico in tempo reale e in condizioni non proprio favorevoli. A vedere le riprese, infatti, sembra di stare in trincea. A conferma di questa sensazione, arriva la notizia che proprio due troupe di Sky sono state aggredite da un gruppo di teppisti. Ferito al volto un 60enne che si trovava su via Cavour e tentava di fermare un lancio di bottiglie contro i vigili del fuoco che spegnevano un rogo appena appiccato.

Grazie alle riprese televisive e al commento giornalistico, il telespettatore riesce a farsi un’idea più chiara di quello che esattamente sta accadendo. Si apprende così che ormai i cortei di Roma sono due: uno violento e uno pacifico, che condanna gli atti di guerriglia messi in atto dal primo. E i semplici indignados si sono più volte smarcati dai black block, respingendoli. Tuttavia, questo non ha impedito agli incappucciati di mettere a ferro e fuoco la Capitale, catturando l’attenzione mediatica e lasciando in secondo piano i reali motivi della protesta. A piazza San Giovanni la Polizia attiva gli idranti. La situazione – dicono su Sky – si sta facendo pericolosa.