TG/Informazione


29
ottobre

IN ONDA SI ALLUNGA DI UN’ORA. NICOLA PORRO E LUCA TELESE APPRODANO IN PRIMA SERATA

Nicola Porro, Luca Telese

Il gatto e la volpe raddoppiano. Dopo un avvio in punta di piedi, Nicola Porro e Luca Telese ottengono una meritata promozione sul campo e ’si allungano’ in prima serata: da stasera il talk show In Onda, che i due conducono ogni weekend su La7, verrà infatti prolungato di un’ora rispetto alla consueta durata e si protrarrà fino alle 22.30. La decisione è stata presa dal nuovo direttore di rete Paolo Ruffini a seguito del successo d’ascolti che il programma ha registato nelle ultime puntate del sabato.

Forte di una conduzione brillante e di un format capace di agganciare l’attenzione del pubblico, In Onda è ormai diventato uno degli appuntamenti giornalistici più apprezzati del fine settimana televisivo. In realtà, il programma sembrava avesse subito una flessione di gradimento dopo la scelta di sostituire Luisella Costamagna con Nicola Porro nella coppia di conduzione. Ma è bastata qualche settimana di rodaggio perché il nuovo tandem di anchorman ingranasse ’La 7ima’ e tornasse a battere il ritmo come si deve.

E così oggi, anche senza la Costamagna, In Onda ha riacquistato un suo equilibrio giornalistico e televisivo. Col tempo, Porro sta infatti prendendo piena confidenza con la conduzione, rivelando al pubblico uno stile garbato e allo stesso tempo incisivo. Il preparato Telese, invece, da parte sua sta mostrando l’apprezzabile sforzo di rinunciare al ruolo di primadonna del talk show che a volte sembra attrarlo fatalmente. E in effetti, quando non cede all’odioso e (in)volontario paraculismo di maniera, Luca è anche bravo. Ci sa fare.




28
ottobre

MEDIASET TGCOM 24: CONTENUTI E OBIETTIVI DEL CANALE ALL NEWS DEL BISCIONE

Mediaset TgCom 24

Manca un mese esatto al lancio del nuovo canale digitale del Biscione: il 28 novembre alle 13.30 si accenderà il nuovo canale all news Mediaset Tgcom 24. In un periodo in cui l’informazione tira, sempre se fatta bene, Mediaset proporrà un palinsesto per chi vuole essere informato in ogni momento della giornata con news dall’Italia e dall’estero.

Nel dettaglio, ci saranno delle breaking news, ovvero dei brevi aggiornamenti in diretta in onda ogni mezz’ora. E poi tg tradizionalitg di soli 10 minuti per un’informazione veloce e snella. Non mancheranno collegamenti in diretta e approfondimenti sul fatto del giorno, oltre a notiziari tematici dedicati allo sport e all’economia e alle rassegne stampa. Tra i vari tg, troveranno posto rubriche come Giramondo, You Reporter e il meteo.

La diretta partirà dalle 6 del mattino e terminerà all’1 di notte. Sin da subito concreti gli obiettivi in termini d’ascolto: lo 0.40% di share nel totale individui, lo 0.50% nel target commerciale (15-64 anni) e lo 0.55% negli uomini con più di 35 anni. La sfida a Rai News è lanciata, forte del successo del sito web del Tgcom.

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28
ottobre

FERMI TUTTI! GIULIANO FERRARA PRENDE IL POSTO DI SANTORO SU RAI2 CON “L’ESAME”

Giuliano Ferrara

Fermi tutti: l’elefantino prende il posto di Santoro. Ebbene sì, a sorpresa Giuliano Ferrara si prepara a sbarcare nello slot di Rai2 occupato fino a pochi mesi fa dal conduttore del nuovo Servizio Pubblico. A rivelare il clamoroso progetto ci pensa Il Fatto Quotidiano che ha interpellato il direttore del Foglio, il quale spiega com’è nata l’idea del programma:

“Una mattina sfogliavo un giornale, leggevo gli ascolti di Rai 2 e di Gianluigi Paragone, stanco di manifestazioni, petizioni, appelli e un’ispirazione mi ha travolto”.

Ferrara avrebbe proposto la promozione tramite una lettera inviata a Lorenza Lei che, sebbene il conduttore non abbia ricevuto nessuna comunicazione ufficiale, pare abbia accettato di buon grado mettendo in cantiere una serie di prime serate da gennaio a giugno. Soddisfatto, l’ex conduttore di Otto e Mezzo dichiara rivolto al giornalista de Il Fatto:

“Mi spiace che il tono di voce sul giornale valga zero, ma senti il mio gusto: prima eredito la cattedra di Enzo Biagi, adesso il trono di Michele Santoro”.

Aggiungendo, poi, dettagli sul programma che si dovrebbe chiamare L’esame:

Vorrei che ci sia un confronto di opinioni, io non sono per la verità estrapolata come il molare dal dentista, io non sono la voce del popolo. Vorrei qualcosa di veloce e dinamico: pochi filmati, due mie interviste a due personaggi diversi, un gruppo di persone che giudica e consente al sondaggista Nando Pagnoncelli di fare le sue statistiche. Non mi aspetto cifre esplosive di share, vorrei concedere ai telespettatori due ore di sana e pacata riflessione”.





27
ottobre

I POLITICI IN TV? NON VANNO PRESI ‘ALLA LETTERA’

Silvio Berlusconi, Porta a Porta

In Europa hanno capito l’antifona: i politici italiani non vanno presi ‘alla lettera’. A pagarne le conseguenze per primi sono stati Silvio Berlusconi e Gianni Letta, che nei giorni scorsi hanno partorito a fatica una missiva d’intenti da presentare a Bruxelles. Sembrava di rivedere Totò e Peppino alle prese con l’epistola alla Malafemmina: “Punto, due punti! Ma sì, fai vedere che abbondiamo… Abbondandis’id abbondandum“. Alla fine il documento è stato consegnato all’Unione Europea ed ora è il momento delle reazioni dipolimatiche. Ieri sera il premier è intervenuto telefonicamente alla trasmissione Porta a Porta per rassicurare gli italiani sulla buona riuscita dell’operazione anti-crisi.

Avremo una serie di provvedimenti nell’arco dei prossimi mesi” ha annunciato il Cavaliere, dicendosi certo che il Governo terrà fino al 2013. Collegato con Bruno Vespa, il Presidente del Consiglio ha anche lanciato un appello a Bini Smaghi perchè si dimetta dalla Bce e si evitino così frizioni con la Francia. Alle parole pronunciate da Berlusconi sono seguite le reazioni allarmate degli esponenti d’opposizione, tutti critici nei confronti delle misure previste dall’Esecutivo. Muro contro muro, ancora una volta. Come da copione. Il ping-pong delle dichiarazioni si è susseguito per l’intera puntata e alla fine la sensazione che rimaneva al telespettatore era quella di non averci capito un’acca.

In un momento politico così delicato, il pubblico rimane sempre più confuso di fronte ai comizietti da salotto. E la resposabilità di tale situazione è anche della tv, la quale spesso sostituisce le notizie con le dichiarazioni preconfezionate dalle segreterie di Partito. E il fenomeno, sia chiaro, riguarda un po’ tutti i programmi di informazione. Pensiamo ad alcune puntate di Ballarò o di Piazza Pulita che degenerano in sterili bagarre innescate dagli Onorevoli seduti in studio. Parole, parole, parole… Noi” contro “voi“: la dialettica del politichese prende il sopravvento e buona notte ai contenuti.


26
ottobre

RAI, GARIMBERTI AMMETTE: ESISTE UN PROBLEMA (DI FAZIOSITA’) DEL TG3

Tg3, Bianca Berlinguer

Ma pensa, non c’è solo ‘Minzolingua’. In Rai esiste anche un problema Tg3. E se ad ammetterlo è lo stesso Paolo Garimberti viene quasi da crederci. Durante l’audizione tenutasi ieri in commissione di Vigilanza, il Presidente della tv pubblica ha attestato che nel notiziario diretto da Bianca Berlinguer c’è qualcosa che non funziona. Chiamatelo strabismo a sinistra, faziosità o come cavolo vi pare… Fatto sta che il tg della terza rete è leggermente di parte. “Esiste un problema Tg3, lo ammetto…” ha detto Garimberti nella riunione tenuta assieme al DG Lorenza Lei.

Ad innescare la constatazione del Presidente della Rai è stata una domanda sibillina del capogruppo Pdl Alessio Butti, il quale ha chiesto al vertice di Viale Mazzini se avesse “notato o meno la faziosità del Tg3“. “Non pretendiamo condizionamenti ma Garimberti esprima un giudizio sul Tg3. C’è o no un problema pluralismo anche lì, oppure salta quel canale quando fa zapping? E’ forse solo una nostra fissa questa del Tg3?” ha domandato Butti.

Garimberti non si è sottratto dal rispondere, e anzi ha utilizzato toni inequivocabili che lasciano poco spazio ad interpretazioni: il problema Tg3 esiste. Il Presidente Rai ha anche confidato che lunedì sera ha telefonato a Bianca Berlinguer, per lamentarsi del fatto che “i lanci del Tg3 della sera prima non erano obiettivi“. Il problema della testata – ha proseguito - è rilevabile ”in termini di distinzione tra opinioni e notizie ma non in termini di completezza di informazione“.





24
ottobre

SANTORO SOGNA LA RAI: IL PROGRAMMA SI CHIAMERA’ SERVIZIO PUBBLICO

Michele Santoro

Cambia, todo cambia. Anche il titolo del nuovo programma che Michele Santoro condurrà dal prossimo 3 novembre su multipiattaforma web-tv. Con tutta probabilità, lo show dispensatore di libera informazione si chiamerà Servizio Pubblico e non più Comizi d’Amore, come stabilito in precedenza. Ad annunciarlo è stato lo stesso teletribuno, ospite stamane di 24 Mattino, in onda su Radio 24. “Oggi scioglieremo questo dubbio. Servizio pubblico sta avendo un grandissimo successo, ma l’intenzione di fare un omaggio a Pasolini rimane e quindi qualcosa faremo” ha spiegato il giornalista. Il cambiamento in questione sarebbe quindi dovuto alla fortuna del marchio col quale Santoro sta raccogliendo i fondi per finanziare il suo nuovo progetto televisivo.

Alla vigilia del suo ritorno in tv il conduttore è gasatissimo. Più o meno. Infatti, non passa giorno che egli non pensi alla Rai, dove faceva il diavolo a quattro con ascolti da record. Stamane ha addirittura definito una “una maledizione” l’ipotesi di non tornare più in Viale Mazzini, spiegando:

L’ho detto e lo confermo, io sono della Rai ma non potevo continuare a lavorare contro la volontà del mio editore. Io non solo dovevo lavorare e fare profitti ma poi dovevo difendermi coi miei soldi dalle aggressioni che l’azienda mi faceva, usando i soldi che noi stessi avevamo portato nelle loro casse. Un paradosso insopportabile. Era uno stress psicologico enorme“.

In qualità di maître à penser del giornalismo duro e puro, Santoro ha poi denunciato come “solo in Italia si consideri la politica arbitro dell’informazione” e ha spiegato che l’unico modo per svincolarsi da questo legame a doppio filo è quello di allontanare i politici dall’informazione. “Finché noi giornalisti non ci indigneremo per questo vuol dire che saremo in una condizione di semilibertà” ha dichiarato.


23
ottobre

TORNA REPORT. MILENA GABANELLI INTERVISTA VASCO ROSSI, CHE ASSICURA: SONO USCITO DAL TUNNEL

Vasco Rossi, Report

Ci sarà anche un’intervista a Vasco Rossi nella puntata odierna di Report. Due chiacchiere in libertà tra il rocker modenese e Milena Gabanelli. Questa sera la giornalista tornerà in onda su Rai3 col suo interessante programma d’inchiesta, dopo la parentesi di Presa Diretta durata cinque settimane (tornerà a gennaio). Anche stavolta la trasmissione racconterà al pubblico uno spaccato di Italia fatto di scandali, magagne e di situazioni meritevoli di approfondimento. Quello che ‘gli altri’ raccontano poco o solo in fretta. Oggi, in particolare, Report si occuperà di federalismo municipale ad un anno dalla sperimentazione.

Col decentramento, già dall’inizio del 2011 sono stati trasferiti ai Comuni la compartecipazione all’Iva e il fondo di riequilibrio che avrebbero dovuto portare un po’ di ossigeno alle loro casse disastrate. Ma, a conti fatti, oggi com’è la situazione? Report si è chiesto come cambierà la vita dei cittadini col federalismo e quali saranno i costi reali dell’operazione. L’inchiesta di Bernardo Iovene ha documentato cosa significa passare dalla teoria ai fatti, e ha colto le differenze che si stanno creando tra  cittadini e imprese di una stessa nazione, dall’Emilia, al Veneto fino alle Dolomiti.

Ne è emerso che quello del federalismo è un terreno in gran parte sconosciuto (anche a chi lo sta praticando) e pieno di insidie. Le Province autonome, ad esempio, dovranno continuare a gestire le loro tasse come prevede lo Statuto, o si adeguare alle regole del decentramento? A chiusura della puntata di stasera, come accennato, Report trasmetterà un’intervista che Vasco Rossi ha rilasciato all’amica Milena durante la quale il popolare cantante svela le ragioni del suo recente  ricovero in una clinica di Bologna.


22
ottobre

MENTANA: LE IMMAGINI DI GHEDDAFI UCCISO MI FANNO SCHIFO. MA LE TRASMETTE (E POI SI PENTE?)

Gheddafi morto, Tg La7

Muammar Gheddafi nelle mani dei miliziani, col volto atterrito e scioccato dell’animale in trappola. Spintoni, urla e percosse. Poi gli spari dei kalashnikov: “Allah akbar“. E il Rais è una maschera di sangue esanime. Le immagini degli ultimi istanti di vita dell’ex dittatore libico, catturato e morto l’altro ieri a Sirte, hanno fatto il giro del mondo. In diretta tv abbiamo visto l’esecuzione del Colonnello, senza filtri né censure. Il crudo reality della morte. Guardando quella sequenza, in molti hanno provato un moto di fastidio e si sono chiesti se fosse necessaria e umanamente accettabile.

Anche Enrico Mentana ha espresso il proprio disappunto di fronte al filmato che documenta la morte di Gheddafi. All’indomani della divulgazione di quel video shock, il direttore del Tg La7 ha manifestato la propria condanna sulla sua pagina Facebook.

A me le immagini di Gheddafi catturato, poi ferito e ucciso hanno fatto davvero schifo. E non credo proprio che la giornata di ieri sia stata bella per la democrazia. Di più: finchè non vedo almeno uno dei paesi della “primavera nordafricana” stabilmente libero e democratico continuo a temere per il futuro di quei popoli“. Ha scritto ieri il giornalista.

Parole che hanno sintetizzato il pensiero di molte persone che, in rete, si sono affrettate ad applaudirlo: troppo bravo ’sto Mitraglietta. Il video di Gheddafi insanguinato e in fin di vita ha suscitato anche in noi ribrezzo: i fautori delle democrazie (mediatiche) non dovrebbero ballare sui cadaveri. Una convinzione che anche Mentana sembra condividere. Ma a scoppio ritardato, quando l’indignazione è ormai fine a se stessa.

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