TG/Informazione


26
settembre

I RADICALI POLEMICI CON BALLARO’: ‘CARO FLORIS, LA TUA CREDIBILITA’ HA INIZIATO UNA DISCESA CAPEZZONIANA’

Renata Polverini a Ballarò

I partiti politici non ci stanno e Rai 3 diventa stranamente l’obiettivo principale di alcune compagini rappresentate in maniera minoritaria rispetto al duopolio più o meno definito nelle tribune politiche e parlamentari. Dopo la denuncia leghista alla direzione del tg della terza rete (qui i dettagli) anche i Radicali lamentano un trattamento un po’ discriminatorio nei loro confronti, a seguito di una mancata possibilità di replica nel corso della puntata di ieri sera – 25 settembre 2012 – di Ballarò, che ospitava la dimissionaria Renata Polverini, una che, secondo l’opinione di qualche osservatore, senza la visibilità concessa proprio da questo programma non sarebbe mai arrivata da nessuna parte.

Ottimo riscontro di pubblico per Giovanni Floris e il suo talk, anche se nel day after c’è chi, come il segretario radicale Mario Staderini, vuole fare venire a galla quanto stava succedendo nel backstage della trasmissione, in modo che ognuno possa trarre le proprie valutazioni. Prova a raccontarlo tramite il suo social account:

”Ho chiamato Ballarò chiedendo di intervenire telefonicamente per correggere le falsità che erano state dette in trasmissione. Mi hanno risposto che non prendono telefonate. Avevo premesso che non ero Berlusconi e avrei accettato il contraddittorio. A quel punto mi hanno proposto di scrivere qualcosa che leggesse Floris specificandomi “anche ampia, di considerazione politica”. Dopo aver chiarito che l’indomani avrei cmq reso pubblico quanto successo, ho scritto il seguente messaggio: 1) non e’ vero che tutti i partiti erano nell’ufficio di presidenza che ha votato soldi ai gruppi: ne fanno parte pdl udc e lista Polverini e due partiti di opposizione ma non i radicali, i quali hanno poi votato contro al bilancio che li prevedeva”

E ancora:




26
settembre

LA LEGA NORD DENUNCIA ALL’AGCOM LA ‘SISTEMATICA CENSURA’ DEL TG3

Lega Nord- Roberto Maroni

Che il verde non sia esattamente il colore preferito del terzo canale era cosa nota anche alle statue di bronzo, nonostante le sempre belle speranze della rete tradizionalmente più dotta del servizio pubblico. La Lega Nord non gradisce però il trattamento riservato ai rappresentanti della riscossa padana negli ultimi tempi e si rivolge all’Agcom portando con sé alcune cifre, a loro dire controprova di un atteggiamento ostile da parte della linea editoriale del Tg 3.

”I dati riportati mostrano inequivocabilmente la sistematica censura, da parte del Tg3, della Lega Nord e dei suoi esponenti che dal primo al 23 settembre compreso, quindi in un arco di oltre tre settimane, hanno avuto un solo minuto a video. In ben 31 delle 46 edizioni principali monitorate (14.20 e 19.00) la Lega Nord non è stata citata e i suoi esponenti non sono andati in onda né in video né in sonoro. Il Carroccio in questo lasso di tempo è stato citato 9 volte (10 se conteggiamo il riferimento al caso giudiziario che ha coinvolto l`ex tesoriere Belsito).”

Questi i numeri che il responsabile della comunicazione del partito, Davide Caparini, porta all’attenzione dell’autorità garante per l’equilibrio e il pluralismo dell’informazione. Da quando i Verdi eredi di Bossi hanno lasciato il governo non aderendo alla big coalition a sostegno del risanamento tecnico il vessillo della Lega e le acque sacre del Po’ sembrano essere uscite di scena dai titoli e dalle scalette di Bianca Berlinguer e compagni.

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26
settembre

QUI RADIO LONDRA NON VA (ANCORA) IN ONDA. GIULIANO FERRARA SI INFURIA E CHIEDE DI VEDERE IL DG RAI GUBITOSI

Giuliano Ferrara

Qui gatta ci cova (ed Elefantino ci smena). Anche ieri sera Rai1 non ha trasmesso Qui Radio Londra, la rubrica d’approfondimento condotta e curata da Giuliano Ferrara. Per il secondo giorno consecutivo la trasmissione è saltata dal palinsesto della prima rete, ma stavolta sembra che a rifiutarne la registrazione – e dunque la messa in onda – sia stato proprio il direttore del Foglio. Il giornalista avrebbe agito in aperta polemica con il direttore di Rai1 Mauro Mazza, che l’altro ieri (lunedì 24 settembre) aveva stoppato il debutto stagionale del programma.

Il motivo? A quanto pare i contenuti della rubrica erano stati superati dall’evolversi dell’attualità. In sostanza, Ferrara nella registrazione del suo editoriale invitava la Presidente della Regione Lazio Renata Polverini a dimettersi, ma quest’ultima lo avrebbe fatto di lì a poco, rendendo vecchie quelle considerazioni. Dunque, niente messa in onda: il giornalista, da parte sua, si è letteralmente infuriato e – come riportato da Repubblica – ha sbottato:

Vogliono riprendersi lo spazio per riguadagnare mezzo punto di share. Se lo riprendessero, auguri”.

Parole, quelle del conduttore di Qui Radio Londra, che sembrano aprire nuovi scenari sulle possibili cause del misfatto catodico. Secondo Ferrara, infatti, Rai1 avrebbe procrastinato il debutto del suo programma per motivi di share (dei quali, peraltro, già si era discusso nei mesi scorsi). Così, l’Elefantino ha trascinato la polemica fino a ieri sera, rifiutandosi di registrare il suo breve intervento quotidiano e minacciando di far saltare definitivamente la trasmissione.





25
settembre

BALLARO’ HA SEMPRE GLI STESSI OSPITI? GIOVANNI FLORIS: “NON SIAMO UN TALENT SHOW”

Giovanni Floris, Renata Polverini

Non lamentatevi: mica è colpa dei talk show se la scena politica è occupata dagli stessi personaggi ormai da 20 anni. Di Pietro, La Russa, Casini, D’Alema… La vera “Casta” non siede in Parlamento, ma sugli scranni foderati dei salotti tv. E Giovanni Floris, da parte sua, mette le mani avanti, respinge le accuse di chi gli rimprovera di ospitare sempre le solite facce. In un’intervista al Radiocorriere Tv, il conduttore di Ballarò ha spiegato:

Il criterio con cui chiamiamo gli ospiti in studio è esclusivamente un criterio giornalistico, vengono quelli pronti al dialogo

Evidentemente quelli “pronti al dialogo” sono pochi, oppure il problema risiede nell’incapacità di chi seleziona le voci utili al confronto. Perché, a ben vedere, l’Italia è piena di persone che hanno qualcosa di intelligente da dire, ma nei talk si preferiscono ospitare solo personaggi ad uso e consumo della liturgia televisiva. Con idee, il più delle volte, prevedibili. Troveranno mai spazio dei volti nuovi? Floris la pensa così:

Non credo sia il nostro ruolo, non siamo un talent show. A chi ci critica di chiamare sempre gli stessi ospiti o di creare personaggi dal nulla rispondo che le due cose non stanno insieme”.

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24
settembre

QUI RADIO LONDRA: RIMANDATO IL RITORNO DI GIULIANO FERRARA?

Qui Radio Londra, Giuliano Ferrara

Dove è finito Giuliano Ferrara? Questa sera il giornalista doveva tornare a trasmettere dai microfoni di Qui Radio Londra, la rubrica d’approfondimento che egli conduce su Rai1, ma misteriosamente il debutto non c’è stato. Dopo l’edizione delle 20 del Tg1 condotta da Francesco Giorgino, la linea è stata infatti ceduta “ai programmi della rete” cioè ad Affari Tuoi con Max Giusti. Ma dell’Elefantino niente, nemmeno l’ombra.

Eppure il ritorno del giornalista era stato annunciato come si deve, con dei promo mandati in onda e pure con un breve comunicato che ne attestava la presenza su Rai1 a partire da lunedì 24 settembre. Cosa ha impedito a Giulianone di tornare on air? Il mistero si infittisce visitando la pagina web di Qui Radio Londra, sulla quale il ritorno dell’Elefantino era fissato addirittura per il 17 settembre 2012. Una settimana fa. Un valzer di date, questo, che potrebbe destare qualche sospetto soprattutto negli amanti delle dietrologie catodiche.

Qui Radio Londra, infatti, è stato anche al centro di alcune polemiche sugli ascolti poco soddisfacenti registrati alla messa in onda. Al riguardo, i piani alti di Viale Mazzini avevano discusso anche la possibilità di spostare la rubrica ad altra fascia oraria (dall’access prime time alle 14), per vedere di sbloccare la situazione. Il primo a mettere in discussione la tenuta del programma era stato il direttore di Rai1 Mauro Mazza, che a giugno ne aveva annunciato con freddezza la riconferma.





23
settembre

MYRTA MERLINO A DM: RACCONTERO’ IL PAESE REALE SENZA GLI SLOGAN DELLA PIAZZA SANTORIANA. LA7 E’ IL VERO SERVIZIO PUBBLICO

Myrta Merlino

L’economia raccontata dalla parte dei cittadini e delle loro tasche. La sfida di Myrta Merlino riparte da qui, dalle storie della gente comune che ogni giorno ha a che fare con la crisi e con le sue conseguenze dirette. Perché sembrerà strano, ma quando sale lo spread i primi a rimetterci siamo proprio noi. “Daremo voce a chi non ce l’ha” spiega a DM la conduttrice e giornalista economica di La7, che domattina alle 11 tornerà in onda con il programma d’approfondimento L’Aria che tira. Anche quest’anno, la trasmissione affronterà i principali temi d’attualità economica attraverso le vicende dei suoi protagonisti, che saranno “la gente normale, non le folle da programma santoriano“. Dunque bando al populismo, per raccontare il Paese reale in diretta e senza rifrazioni.

Myrta, che aria tira oggi in Italia?

Pesante, molto pesante. Il nostro è un Paese in cui ormai fanno tutti fatica: i giovani precari, ma anche i cinquantenni esodati e gli imprenditori. Andando in onda tutte le mattine ci siamo accorti che esisteva un mondo fatto di persone normali, le quali soffrono la crisi ma non sanno a chi chiedere aiuto. Perciò abbiamo aperto questo grande sportello grazie al quale portiamo in studio le storie della gente comune, raccontate dai diretti protagonisti. Ogni puntata ha un tema rispetto al quale chiediamo delle risposte concrete alle Istituzioni e ai politici. Mi rendo conto che per questi ultimi non sia facile venirci a trovare, perché un conto è insultarsi tra pari in un talk show, un altro è dare risposte vere a problemi veri.

In questa edizione ci saranno novità?

Al centro ci saranno le storie. Inoltre avremo in studio un pubblico parlante e ben preparato sugli argomenti, composto da persone delle quali già conosciamo le vicende e che sono diventate un po’ la nostra famiglia. L’ultima parte della trasmissione sarà dedicata alla denuncia di ciò che non funziona nella Casta o nella burocrazia, e a seguire ci sarà sempre un vademecum per evitare di essere maciullati da meccanismi che non riusciamo a controllare.

Insomma, fate quello che tecnicamente si definirebbe “servizio pubblico”. Eppure andate in onda su un’emittente privata…

Ormai La7 è il vero servizio pubblico in Italia. Quello che facciamo noi credo sia la risposta alle esigenze più profonde delle persone, in un momento in cui il Servizio Pubblico ha rinunciato ad essere un punto di riferimento su tante cose. Io sono cresciuta in Rai ed è stato bello arrivare a La7 e trovare lo stesso spirito che avevo lasciato a Rai3.

Informare i telespettatori è meritorio, ma non ti sembra che La7 stia facendo il pieno di programmi d’attualità, con il rischio che si cannibalizzino?

La scommessa della rete è di rimanere accesa sempre e comunque. Il rischio c’è, ma sta alla bravura di chi fa televisione saper cucinare il racconto della realtà nelle sue diverse facce. Noi, ad esempio, andiamo in onda dopo Omnibus e Coffee Break che sono dei talk show classici, quindi parliamo di attualità con una chiave diversa rispetto a chi ci precede: teniamo l’orecchio incollato a terra per sentire il Paese.

L’ultima tendenza televisiva è quella di aprire i microfoni alle piazze, per ascoltare la voce alla gente. Ma così non c’è il pericolo di dare voce anche al populismo chiassoso?


22
settembre

AUGUSTO MINZOLINI A UN PASSO DA MEDIASET. DOPO LE ELEZIONI DIRIGERA’ IL TG5?

Augusto Minzolini, Silvio Berlusconi

Lo chiamano il “patto della staffetta”, ma in realtà sembra più una corsa a ostacoli. Il probabile arrivo di Augusto Minzolini a Mediaset – ventilato con insistenza ma non ancora confermato – continua a far discutere, soprattutto all’interno della stessa azienda del Biscione. Da quelle parti, infatti, l’ex direttorissimo non è molto gradito, come dimostrano le voci di protesta sollevate nei giorni scorsi dai giornalisti dell’emittente. Eppure la firma sembra vicina, grazie anche ad un ‘accordo’ che sarebbe stato discusso nientemeno che nelle stanze di Palazzo Grazioli.

Stando a quanto riporta Dagospia, infatti, dietro all’annunciato approdo di Minzolini a Mediaset ci sarebbe una mossa di Silvio Berlusconi, che in tempi non sospetti avrebbe convocato l’ex responsabile del Tg1 e il direttore del Tg5 Clemente Mimun per definire i termini di un avvicendamento giornalistico che li riguarderebbe. Il “patto della staffetta”, come lo ha definito D’Agostino, prevederebbe che al Minzo venga affidato un programma d’approfondimento in seconda serata (su Canale5, nello spazio che fu di Matrix), del quale occuparsi fino alle prossime elezioni. Dopodiché, l’ex direttorissimo verrebbe catapultato sulla poltrona del Tg5.

Sì, l’idea sarebbe proprio quella: assumere il ‘reietto del Tg1′ e sostituirlo a Clemente Mimun a partire dalla primavera del 2013, cioè dopo l’appuntamento elettorale che potrebbe vedere il Cavaliere come candidato premier. Sulla carta il progetto è pure fattibile, ma in realtà bisognerà tenere conto di alcune variabili che al momento non è possibile calcolare. A cominciare dalla reazione che potrebbero avere i giornalisti del Tg5, i quali già ora hanno espresso il loro disappunto nei confronti del super contrattone che spetterebbe al Minzo.


19
settembre

FEDERICA SCIARELLI: HO DETTO NO A LA7, CHI L’HA VISTO DOVREBBE ANDARE IN ONDA SU RAI1

Federica Sciarelli

Da mercoledì 12 settembre Federica Sciarelli è tornata con Chi l’ha visto? ad indagare su misteriose scomparse e casi di cronaca nera irrisolti. Un’esperienza lavorativa giunta al suo nono anno consecutivo, che fa della giornalista del Tg3 la conduttrice più longeva della storica trasmissione portata al successo da Donatella Raffai. Nove anni d’indagini e ricerche che non sembrano pesare per nulla alla Sciarelli, che al contrario, in un’intervista rilasciata a Tv Sorrisi e Canzoni, ha sottolineato ancora una volta la grande passione e l’orgoglio nel lavorare ad un programma di vero servizio pubblico.

“Mi sono appassionata. Questo non è un programma come gli altri: ha un ruolo istituzionale e un’esperienza sugli scomparsi che non ha nessuno, né le questure né il Ministero dell’Interno. Per molti anni non se ne occupava nessuno. Era una battaglia in solitario.”

Una passione lavorativa che va ad aggiungersi alla soddisfazione per gli ottimi risultati d’ascolto raccolti nelle ultime stagioni, e che porta la Sciarelli a rilasciare una piccola provocazione.